Il concetto più radicato nello spirito americano è che gli USA sono “il numero 1”, “i più grandi”. Radio, televisione e giornali non sono altro, in sostanza, che la pubblicità continua della marca “L’America è il n. 1”. Qualunque aspirante alla vita pubblica che affermasse il contrario sarebbe sicuramente destinato al suicidio politico. Chi osa affermare il contrario viene subito classificato come “non-americano”. “Siamo un impero o no?” Certo che si. Però un impero senza base produttiva. Un impero che, per funzionare, deve chiedere in prestito, ogni giorno, due miliardi di dollari proprio ai suoi concorrenti. Però l’illusione non muore mai. Siamo il numero 1. Beh… veramente ecco il paese reale in cui viviamo:
Gli Stati Uniti si trovano al 49esimo posto nel mondo in quanto a diffusione dell’alfabetismo; (New York Times, 12 dicembre 2004).
Nel campo delle conoscenze matematiche su 40 paesi si trova al 28esimo posto.
Il 20 percento degli americani crede che il Sole giri attorno alla Terra. Il 17 percento crede che la Terra ogni giorno faccia un giro attorno al Sole (The week, 7 gennaio 2005).
“Una ricerca internazionale sull’alfabetismo degli adulti… afferma che gli americani con un’istruzione al di sotto dei primi nove anni di scuola sono praticamente i peggiori rispetto a tutti gli altri paesi” (Riportato dal ben documentato libro di Jeremy Rifkin: Il sogno europeo: come la visione del futuro dell’Europa sta lentamente eclissando il sogno americano, p. 78).
I nostri operai sono così incompetenti e privi delle abilità di base che le ditte devono spendere 30 miliardi di dollari ogni anno per poterli addestrare (NYT, 12 dicembre 2004). Non c’è da meravigliarsi se le industrie si trasferiscono all’estero!
L’Unione Europea supera gli USA nel numero di laureati in scienza e ingegneria; nelle spesa per ricerca e sviluppo; e nella raccolta di capitali” (Il sogno europeo..” p. 70).
“L’Europa ha superato gli USA, dalla metà degli anni ’90, nella produzione di pubblicazioni scientifiche” (Il sogno europeo”, p. 70).
Ciononostante il Congresso riduce i fondi per la National Science Foundation. Quest’anno ci saranno 1.000 borse di studio in meno di ricerca (NYT, 21 dicembre 2004).
L’anno scorso il numero degli studenti stranieri nelle scuole americane è diminuito del 28 per cento (NYT, 21 dicembre 2004). Non siamo più il paese preferito.
L’Organizzazione Internazionale per la Salute “ha stilato una classifica mondiale in termini di sanità pubblica, e gli USA si sono trovati al 37 posto” In verità, per quanto riguarda le cure mediche siamo al 54 posto. L’ironia è che la spesa medica pro-capita degli Stati Uniti è la più alta di tutti. Si paga di più e si riceve molto, molto di meno.
“I soli paesi sviluppati che non offrono ai loro cittadini l’assistenza sanitaria obbligatoria a tutti i cittadini sono: gli Stati Uniti e il Sud Africa.” (Il sogno americano, p. 80) Scusate, ma da quando in qua il Sud Africa è considerato “sviluppato”? Comunque questa è la compagnia con la quale ci troviamo.
La mancanza di assistenza sanitaria provoca 18.000 decessi evitabili all’anno (Cioè sei volte il numero delle vittime dell’ 11 settembre). (NYT, 12 gennaio 2005).
“La povertà minorile ci trova al 22esimo posto, e cioè al penultimo posto, fra i paesi sviluppati. Dopo di noi viene solo il Messico. (Il sogno americano, p. 81). Recentemente siete stati in Messico? Vi sembra un paese “sviluppato”? Però è l’unico paese “sviluppato” che ci batte al ribasso nella povertà infantile.
“Dodici milioni di famiglie, più del dieci per cento del totale, deve lottare per riuscire a sfamarsi quotidianamente, e non sempre ci riescono.” Il numero di famiglie che “ad un certo punto dell’anno scorso hanno dovuto soffrire la fame” ammonta 3,9 milioni (NYT, 22 novembre 2004.)
La mortalità infantile USA si colloca al 41esimo posto nel mondo. Cuba va meglio. (NYT, 12 gennaio 2005).
La percentuale di mortalità per parto è del 70 percento più alta in America che in Europa. (NYT, 12 gennaio 2005).
La causa principale di mortalità delle donne che aspettano un figlio è l’assassinio. (CNN, 14 dicembre 2004).
“Negli anni 80 fra i primi 20 paesi sviluppati del mondo gli USA sono ben ultimi nell’aumento degli indennizzi i propri lavoratori (malattie, infortuni ecc.) …Negli anni 90 la loro quota è aumentata di molto poco, una crescita annua dello 0,1 percento.(Il sogno europeo, p. 39) Inoltre gli americani lavorano per più ore all’anno con meno vacanze.
“Su 140 aziende principali classificate da Global Fortune 500, 61 sono europee, mentre solo 50 sono americane (Il sogno europeo, p. 66) “Secondo una recente ricerca condotta da Global Finance fra le prime 50 migliori aziende solo una era americana, le altre tutte europee.” (Il sogno europeo. P. 69)
Sulle 20 banche più grandi 14 sono europee.. Nell’industria chimica la BASF è al primo posto; fra le migliori, tre su sei sono europee. In ingegneria e costruzioni tre delle prime cinque sono europee… le altre due sono giapponesi. Fra le prime nove del mondo non ce n’è una americana. Nella produzione alimentare e di consumo Nestlè e Unilever, due giganti europei, si trovano, rispettivamente, al primo e al secondo posto. Nella vendita al dettaglio dei grandi magazzini al vertice ci sono due aziende europee, mentre cinque su dieci sono europee. In elenco ci sono solo quattro ditte americane” (Il sogno europeo. P. 68).
Nell’ultimo decennio gli americani hanno perso un milione e trecentomila posti di lavoro a favore della Cina (CNN, 12 gennaio 2005).
L’anno scorso tre milioni e seicento mila americani sono rimasti senza assicurazione contro la disoccupazione; un milione e ottocentomila lavoratori, uno su cinque, sono disoccupati da più di sei mesi (NYT, 9 gennaio 2005).
Giappone, Cina, Taiwan e Corea del Sud sono creditori del 40 per cento del debito nazionale americano (Ecco perché siamo gentili con loro). “La Cina, consentendo al mercato americano di tenere basso il costo dei mutui sulle case ha sostenuto un ruolo poco conosciuto ma di grande importanza nel consentire il boom del mercato immobiliare (NYT, 4 dicembre 2004). Rileggiamo di nuovo. Il nostro boom immobiliare lo dobbiamo alla Cina, perché ci vogliono vendere tutta quella roba che costruiscono.
Nei prossimi dieci anni è probabile che il Brasile superi gli Stati Uniti nella produzione alimentare. Oggi il Brasile è il più grande paese esportatore di pollame, succo d’arancia, zucchero, caffè e tabacco. L’anno scorso il Brasile ha superato l’America nella produzione di carne. (Poveri illusi cow-boys, state a sentire?). Il risultato finale è che, mentre noi abbiamo un deficit commerciale da record, il Brasile ha avuto un attivo di 30 miliardi di dollari (NYT, 12 dicembre 2004).
Fino a giugno dell’anno scorso gli Stati Uniti hanno esportato meno prodotti alimentari di quanto abbiano importato. (NYT, 12 dicembre, 2004).
Bush ha ottenuto 62.027.582 voti, Kerry: 59.026.003. I non votanti aventi diritto sono stati: 79.279.000 (NYT, 26 dicembre 2004). Più di un terzo non ha votato. Un momento, se un terzo degli elettori iracheni non fosse andato a votare nessun paese al mondo avrebbe giudicato legittime le loro elezioni.
In America un terzo dei figli nascono al di fuori del matrimonio. La metà di tutti i bambini vivono in una famiglia con un solo genitore. (CNN, 10 dicembre 2004).
“Gli americani spendono più in giochi e scommesse che non per i film, video, DVD,musica e libri tutti insieme” (Il sogno americano,p.28).
“Quasi un americano su quattro (crede) che sia accettabile usare la violenza per ottenere ciò che si vuole.” (Il sogno europeo, p. 32). Il 43 per cento degli americani ritiene che la tortura possa essere in qualche modo giustificata, secondo un sondaggio PEW (Associated Press, 19 agosto 2004).
“Nel 2002, ultimo anno per il quale ci sono dei dati, ci sono stati circa 900.000 bambini abbandonati o abusati.” (USA Today, 21 dicembre 2004).
“L’Associazione Internazionale dei capi di polizia ha affermato che i tagli dell’amministrazione Bush alle organizzazioni locali di polizia hanno reso la nazione più vulnerabile che mai.” (USA Today, 17 novembre 2004).
Numeri 1? Nelle classifiche più importanti non ci troviamo nemmeno fra i primi dieci. Neanche da vicino.
(Articolo di Michael Ventura, ristampa da Austin Chronicle on line su: www.citypages.com. Tradotto in italiano a cura di Vichi, per www.comedonchisciotte.net)
Grande articolo... complimenti!
RispondiEliminaVerità veramente inquietanti che dimostrano un sogno che probabilmente era finito già negli anni '50...
E ancora si riempiono la bocca con "United States Of America"... vabbè tristezza e ignoranza.