giovedì 23 agosto 2007

I SOGNI DEI BAMBINI PALESTINESI.

Si svegliano urlando, con le lenzuola avvolte intorno alle gambe, o, terrorizzati, tremano sotto le coperte: le notti dei bimbi palestinesi sono sconvolte dalla repressione israeliana della rivolta iniziata 10 mesi fa. I loro sonni non sono disturbati da streghe e mostri, ma da elicotteri israeliani, mitragliatrici, soldati in assetto da guerra e carrarmati. Quelli non direttamente esposti ai combattimenti, hanno visto le immagini grafiche del sangue attraverso la televisione. Un ragazzo palestinese sogna di restare decapitato da un missile israeliano mentre torna a casa da scuola, zainetto in spalla. Una bambina 11enne sogna di far esplodere le bombe strette intorno al suo corpo di fronte al primo ministro israeliano Sharon ed al suo predecessore, Barak: I due muoiono dilaniati, mentre lei, miracolosamente, sopravvive. Lo psicologo clinico palestinese dottor Shafiq Masalha ha collezionato circa 300 sogni, stabilendo che il 78% dei bambini palestinesi fanno sogni che hanno a che fare con la politica, mentre il 15% sogna di morire come martire. Il dottor Masalha ha dato a 150 bambini di diversi campi profughi della Cisgiordania, libri da colorare e matite con cui documentare i loro sogni, attraverso il racconto scritto e attraverso il disegno. Ha poi decifrato I quaderni pieni di figure, colorati di rosso e nero, rappresentanti la potenza israeliana contrapposta al coraggio palestinese. Molti di essi si dipingono come eroi, coloro che riusciranno a mettere fine all'occupazione israeliana della Cisgiordania e di Gaza. Una bambina 11enne ha sognato di trovare un missile israeliano inesploso e di averlo usato per colpire un insediamento di coloni. "Molti israeliani sono morti nell'attacco. Vedendo il missile che io avevo trovato, la polizia imparo' a costruirne e, ogni notte, con essi, colpivano gli insediamenti, finche' I coloni scapparono", scrive la bimba. Masalha ha detto che molti disegni terminavano con la frase: "Vorremmo essere come tutti gli altri bambini". Lo psicologo sostiene che la miseria causata dall'assedio israeliano e la morte di quasi 570 palestinesi, dozzine di essi adolescenti, spaventano I bambini dei Territori occupati. La televisione contribuisce a dilatare il trauma. Il dottor Iyyad al Sarraj del Centro di Salute mentale di Gaza, ha messo in guardia le autorita' circa la pericolosita', per la salute mentale dei bambini, della messa in onda di scene devastanti in ore non consone. Il campo profughi di Aida, presso Betlemme, e' la casa di centinaia di bambini palestinesi le cui notti sono terrorizzate dalle scene di violenza vissute durante il giorno, nel quotidiano confronto con le forze d'occupazione. La loro scuola e' nei pressi di un sito che conserva le spoglie della matriarca biblica Rachele, ed e' percio' presidiato da militari israeliani. I colpi sparati dai militari colpiscono spesso le pareti della scuola. L'assistente sociale Iman Saleh aiuta I bambini traumatizzati a controllare le loro paure ed insegna loro tecniche di sopravvivenza quali stendersi sul pavimento allorche' la scuola e' presa di mira, o canzoni che li distraggano dal suono delle pallottole. Molte mamme si rivolgono a lei preoccupate del fatto che I loro figli bagnano il letto, non si impegnano abbastanza nello studio, ingaggiano lotte libere a scuola o a casa. Le loro vite sono immerse nella rivolta. "Prima dell'Intifada, la loro vita era quasi normale", sostiene Iman. "Ora vogliono solo giocare a palestinesi contro soldati". Alcuni bambini giocano a lanciare pietre, altri, armati con attrezzi piu' professionali, quali fionde simboleggianti armi automatiche, fingono di essere soldati. Il dottor Sarraj ritiene che I bambini che assistono alle scene di violenza attraverso la TV non sono psicologicamente rovinati, ma turbati e fortemente spaventati. Quelli le cui case sono state demolite dai bulldozers israeliani, che hanno visto gente morire o che hanno avuto lutti in famiglia sono realmente sottoposti a traumi pericolosi. Essi esprimono il trauma attraverso un mutamento del comportamento che si evince da una forma di violenza contro se stessi. Molti sono preoccupati per il loro rendimento scolastico, non riescono a concentrarsi sullo studio e, come sintomo cardinale, soffrono di enuresi notturna. Sarraj, che guida otto centri di igiene mentale a Gaza, ritiene che, se non si corre prontamente ai ripari, questa situazione influenzera' la societa' palestinese di domani.



(Tratto da: www.arabcomint.com)

3 commenti:

  1. Ragazzi, posso anche essere d'accordo con voi ma non è una bella cosa imbrattare i muri là alle segreterie universitarie...bravi,continuate così!



    PALESTINA LIBERA!

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  2. Sarebbe anche molto interessante analizzare chi alimenta lo scontro... insomma chi ci guadagna? Chi e' che permette ad uno stato, tutto sommato piccolo, come quello israeliano, di possedere gli ultimi ritrovati in campo militare, mentre i palestinesi combattono con metodi a dir poco rudimentali? Il nuovo ordine mondiale e' gia' qui.

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  3. Per il caro utente anonimo:



    Escludiamo il nostro coinvolgimento nel aver imbrattato muri, forse qualcuno, si è appropiato onorevolmente e senza averne titolo, della nostra sigla per compiere atti del genere.



    Ci domandiamo, vi piacciamo così tanto da farvi scrivere il nostro nome?!



    Grazie... Ma non cerchiamo pubblicità gratuita.



    C.M. Perugia

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