è passato tra l’indifferenza del mondo politico e non , il giorno della vergogna , vergogna di sentirsi italiani, in un paese dove volutamente si nasconde la verità, su uno dei reati più infamanti della nostra storia in tempo di pace.
Il 2 Agosto del 1980 alle ore 10,25 venivano volutamente massacrati da mani non fasciste 85 innocenti , e mentre il sindaco di Bari impediva a Chiara Ciavardini di eseguire un concerto pro verità in difesa del padre non c’è stato nessun politico ne di destra ne di sinistra che sentisse il bisogno di urlare all’infamia.
Grazie cari amici che ci avete estorto il nostro voto e che continuate a non valicare nessuna battaglia vicina alla nostra identità, ma pensate solamente ai vo tri piccoli giochi di potere, a distruggere l’idea che ci ha tenuto uniti per 30 anni a creare correnti ,partitini, fondazioni , ma che cazzo centrano con noi , abbiamo sputato il sangue, mangiato la merda, subito le persecuzioni e i proiettili di stato e dei compagni.
Ventuno camerati hanno lasciato la loro giovane vita , uccisi negli scontri di piazza fra il 1970 e il 1983, ed è solamente un puro caso che molti di noi stiano ancora qui.
Ieri sera in un concerto tenutosi a Casalpalocco un gruppo di ex detenuti i nostri cari amici “I PRESI PER CASO” che non hanno bisogno di svendersi a nessuno, nella persona di Stefano , hanno dedicato pubblicamente una loro struggente canzone “IL TEMPO DELLA PRIGIONE” all’innocenza di Luigi ribadendo dal microfono alla platea la sua innocenza.
Forse, è stata l’azione più eclatante fatta per la Verità; figuriamoci il resto.
Mi è venuto da vomitare sentendo i vari telegiornali, volevo urlare la mia rabbia, e a questo punto dovremmo scendere in piazza e farlo.
In quelle ali di ferro che ti tolgono il sorriso (così recita la canzone ) mi sento di rappresentarmi e di stringermi vicino a Luigi a Germana e ai loro 4 figli, fargli sentire il nostro affetto, e non sia mai questa volta ,che la forza del nostro spirito , (visto che non ci rimane che appellarci a Lui) ci aiuti a far uscire un innocente dalle patrie galere.
Grazie ai "Presi per caso" che in un minuto hanno rappresentato il nostro orgoglio , la nostra moralità, il nostro essere fascisti, e non a parole (SEMBRA UN EUFEMISMO) questa volta a fatti.
Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario.
Di Pietro Tiberi, pubblicato su www.noreporter.org
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