martedì 5 giugno 2012

Catena di violenti raid aerei sulla Striscia di Gaza: 7 feriti


Gaza – InfoPal. All’alba di oggi la Striscia di Gaza si è svegliata sotto violenti bombardamenti aerei israeliani, che hanno provocato diversi feriti, tra i quali anche dei bambini.
Il nostro corrispondente da Gaza scrive: “F16 israeliani hanno condotto attacchi aerei contro l’abitazione della famiglia al-Faqi, del campo profughi di an-Nuseirat, nel centro della Striscia. Il bombardamento ha causato il crollo di una parte dell’edificio e il ferimento di 7 membri della famiglia, tra cui donne e bambini.
“I feriti sono stati condotti all’ospedale Martiri di al-Aqsa, dove i medici hanno diagnosticato condizioni di lieve e media gravità.
“Alcuni minuti dopo il raid, gli aerei hanno lanciato due missili contro un deposito di legname situato nella cittadina di Deir al-Balah, sempre al centro della Striscia di Gaza, e un terzo contro un’area disabitata a Tel al-Kurd.
“Due missili hanno colpito un magazzino di pollame a Umm an-Naser, a ovest di Beit Lahiya, nel nord della Striscia di Gaza, e altri due, che non sono esplosi, sono caduti su un terreno vuoto dietro al quartier generale della polizia militare.

Kosovo: serbi in piazza contro le truppe di occupazione

Tensione di nuovo alle stelle in Kosovo, dove quattro militari americani della Kfor e almeno quattro serbi sono rimasti feriti in scontri scoppiati ieri mattina tra la popolazione serba e le truppe di occupazione nel nord del Kosovo. A causare gli incidenti l’intervento delle truppe della Nato per rimuovere una barricata eretta dai serbi non lontano dalla frontiera con la Serbia e in segno di protesta contro la volontà degli occupanti albanesi di voler estendere il controllo del loro staterello fantoccio su tutta la regione, terra ancestrale del popolo serbo. La conferma è giunta direttamente dal portavoce della Kfor, Uwe Nowitzki. Le truppe Nato, ha precisato il portavoce, si comportano seguendo il principio di un utilizzo minimo della forza. Un’affermazione priva di fondamento visto che in passato la Nato è intervenuta pesantemente contro i serbi. Ieri, comunque, all’arrivo dei mezzi Nato, il suono delle sirene d’allarme ha richiamato migliaia di serbi a dare man forte alle barricate e ad impedirne la rimozione. Secondo le cronache locali, i militari hanno ricorso a gas lacrimogeni per disperdere la folla.

Non soltanto i marò in India oltre 2900 italiani detenuti all'estero


Mentre su giornali e tv tiene banco la vicenda dei due lagunari sotto processo a Kochi, sono migliaia i nostri connazionali che, sparsi per il mondo, vivono situazioni simili. Da Enrico Forti, in carcere negli Usa, a Fernando Nardini, vittima di un errore giudiziario in Thailandia, da Mariano Pasqualin picchiato a morte in cella a Santo Domingo, a Carlo Parlanti liberato dopo aver scontato gran parte della sua ingiusta condanna: un esercito dimenticato a cui due giovani giornalisti hanno dato voce


La mattina del 16 febbraio 1998 su una spiaggia della Florida viene ritrovato il corpo senza vita di Dale Pike, figlio di un albergatore di Ibiza. Dell’omicidio viene accusato Enrico Forti (detto Chico), produttore televisivo trentino in trattativa per l’acquisto dell’albergo di proprietà del  padre di Dale. Lui si dichiara innocente, ma una giuria americana lo condanna all’ergastolo, affermando che “la Corte non ha le prove che Forti abbia premuto materialmente il grilletto, ma ha la sensazione, al di là di ogni dubbio, che sia stato l’istigatore del delitto”. Condanna senza condizionale, verdetto di un processo senza prove e costellato da violazioni procedurali gravissime.

iria. Leader dell'opposizione presente a riunione Gruppo Bilderberg

(ASI) Bassma Kodmani, donna capo degli affari esteri del Consiglio Transitorio Nazionale della Siria, uno dei gruppi avversi al governo di Damasco, è presente alla riunione del Gruppo BIlderberg che termina lunedì 4 giugno, nello Stato americano della Virginia.

La Kodmani è una strenua sostenitrice dell'intervento militare Nato nel suo Paese per destituire Assad; al fine di perseguire in fretta questo scopo, lo scorso gennaio dichiarò l'esigenza di "una maggiore militarizzazione della resistenza locale o l'intervento straniero".

La sua presenza alla riunione del gruppo, espressione dei potentati finanziari che influenzano le politiche internazionali, suggerisce l'intenzione occidentale di prendere seriamente in considerazione l'intervento militare in Siria. Lo scorso anno, alla riunione del Gruppo Bilderberg tenutasi in Svizzera, si discusse della possibilità di far guerra alla Libia di Gheddafi. Dopo quattro mesi, il Raìs venne ucciso e il Paese nordafricano passò tra le mani della Nato, dei ribelli e del Consiglio Nazionale di Transizione della Libia.

Da registrare anche la presenza, intorno al tavolo del Gruppo Bilderberg quest'anno, del leader dell'opposizione russa Garry Kasparov.

http://www.agenziastampaitalia.it/index.php?option=com_content&view=article&id=8751%3Asiria-leader-dellopposizione-presente-a-riunione-gruppo-bilderberg&catid=15%3Aestere&Itemid=40

Il mistero della mostra scomparsa: su Sabra e Chatila “non s'ha da fare”

Scomparsa o, meglio, semplicemente cancellata a meno di dieci giorni dall'inaugurazione. E' saltata così, senza tante spiegazioni, la mostra “Notte molto nera – Sabra e Chatila, una memoria scomoda”, sul massacro del popolo palestinese avvenuto 30 anni fa. La mostra fotografica avrebbe dovuto aprire i battenti mercoledì scorso, 30 maggio, presso i locali della Casa della memoria, ma così non è stato. Il 21 maggio, infatti, è arrivato il veto. La mostra non s'ha da fare.

Il motivo? Ad oggi, la fotografa che ha curato le immagini ancora non è riuscita a capirlo. L'evento era stato approvato un anno e mezzo fa ma la sequenza delle immagini, evidentemente scomoda, ha provocato un mare di polemiche. Nell'occhio del ciclone ci sarebbe infatti il testo introduttivo alla mostra: un'interpretazione storica che ha portato la Casa della memoria a un'improvvisa frenata. E così il comitato avrebbe votato all'unanimità la sospensione della mostra per lasciare il tempo alla curatrice di rivedere la ricostruzione dei fatti: la responsabilità di quella strage, avvenuta il 16-17 settembre del 1982 nei campi profughi di Sabra e Chatila, non deve essere addossata all'esercito israeliano.