martedì 28 agosto 2007

Bologna Menzogna.

Ventisette anni fa il primo depistaggio a casaccio per incriminare l'area neofascista.


Il 28 agosto 1980 il magistrato bolognese Persico emetteva ventotto mandati di cattura, come si chiamavano allora, contro altrettanti esponenti delle più diverse formazioni politiche della destra radicale, universitari del Msi inclusi. A costruire quella pista, mediante l'utilizzo di un detenuto mitomane, era stato il dirigente dei servizi segreti del ministero degli interni, Russomanno, iscritto alla loggia P2, detenuto a Roma per aver reso pubbliche alcune notizie riservate aiutando così le Brigate Rosse (parliamo del periodo di Moretti e del dopo-Moro...). Iniziava allora una serie di depistaggi, tutti atti a criminalizzare l'estrema destra, che si sarebbero susseguiti per decenni senza che mai nessuno seriamente si mettesse ad indagare sulle motivazioni che avevano addotto i dirigenti dei servizi segreti, opportunamente definiti "deviati", a comportarsi in tal modo. Lo stesso Russomanno non venne punito; i dirigenti del Sismi (servizi di sicurezza militari) che in complicità con i vertici della P2 orchestrarono una messa in scena facendo ritrovare un mitra e dell'esplosivo sul Taranto-Milano per accusare, a seconda del momento, i capi di Terza Posizione o di Avanguardia Nazionale, vennero condannati per calunnia e detenzione di esplosivo. Nessuno però li intgerrogò sul perché del depistaggio né si chiese o chiese loro come mai avessero utilizzato, per quella vergognosa messa in scena, il medesimo esplosivo utilizzato per la strage di Bologna prima che gli esisti della perizia avessero stabilito di quale esplosivo si trattava! Né mai è stato loro domandato come mai quella trappola fosse stata architettata già venti giorni prima che la strage venisse commessa... Nel 1992 un altro mitomane, tal Sinibaldi, riprovò ad accusare Terza Posizione; poco credibile, fu smascherato e ammise di essere stato imboccato dal Sismi. Nessuno ha però proceduto contro i suoi mandanti. Così si comprende perché mai nessuno voglia far luce sulle evidenti prove di falsa testimonianza dello Sparti, falsa testimonianza per la quale - insieme a pure ipotesi dello stupratore e massacratore Izzo - è stato indirettamente condannato Luigi Ciavardini con una sentenza che rende il caso Sacco e Vanzetti un paradigma di Diritto Romano!


Tratto da: www.noreporter.org

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