giovedì 2 febbraio 2012

Ultime dalla Siria

DAMASCO – Dopo tutti questi mesi dall’inizio della crisi siriana ormai e’ innegabile la presenza del terrorismo, della minaccia e dell’intimidazione a fini politici da parte dei gruppi di opposizione. Questi episodi sono prevalentemente concentrati nelle zone periferiche della capitale, mentre all’interno della città e nelle zone centrali è evidente un clima di tensione degli abitanti a causa dei recenti
attentati come quello di Kafer Suse e del Midan. Anche oggi nella zona del Midan si è verificata l’esplosione di una bomba artigianale con comando a distanza che ha causato la morte di un giovane di 12 anni di nome Ibrahim Mabrouk e il ferimento di altre 12 persone; lo stato d’animo della popolazione e’ portato all’esasperazione da questo tipo di episodi sempre più all’ordine del giorno, realizzati dagli oppositori al governo che hanno lo scopo di mantenere alta la tensione e terrorizzare la gente.

Non si sono registrate manifestazioni di protesta oggi a Damasco come viene invece fatto credere dai soliti canali satellitari. In questo preciso momento mi trovo nel quartiere Barzee, vicino al Caboun, dove la situazione e’ da diversi mesi indubbiamente tranquilla e sotto controllo, sporadicamente si verificano piccoli episodi di proteste all’uscita dalle moschee il venerdì, con piccoli gruppetti di circa 50 persone. Manifestazioni che durano sempre solo pochi minuti (giusto il tempo per fare qualche ripresa sotto commissione e inviarla alle emittenti satellitari del Golfo che ormai da tempo provvedono ad ingigantire e diffondere una realtà falsificata degli avvenimenti).
Si registrano, inoltre, episodi di intimidazione, con tentativi di attacco a edifici pubblici e abitazioni private dei rappresentanti dell’amministrazione pubblica, ormai sempre più nel mirino dei gruppi di terroristi armati.
Come misure precauzionali il governo ha istituito posti di blocco all’entrata e all’uscita della città e raddoppiato il personale di guardia, fortificando con sacchi di sabbia e barriere le strade circostanti degli edifici pubblici considerati più sensibili agli attentati e in particolare a possibili autobombe.
L’energia elettrica viene staccata 3 ore al giorno: circa 2 ore al pomeriggio e 1 ora la sera, con varianti a seconda del quartiere. Questa mancanza di elettricità comprende anche le sedi ministeriali e il palazzo presidenziale, che comunque usano generatori a gasolio in alternativa, ed è la conseguenza degli attentati che hanno interessato centrali elettriche, oleodotti e gasdotti nel Paese , oltre all’effetto delle sanzioni economiche imposte dai paesi occidentali che vogliono mettere in ginocchio il paese e che impoveriscono palesemente la popolazione, uccidendone l’economia.
Nonostante questa situazione e il malcontento generale, la popolazione continua a scendere in piazza numerosissima per mostrare il suo sostegno al presidente siriano e ai suoi piani di riforma.
Nelle zone periferiche, invece, l’energia elettrica viene staccata per 3 ore al pomeriggio e 3 ore la sera indifferentemente se la zona sia prevalentemente abitata da oppositori o sostenitori del governo.
Le zone periferiche sono quelle nelle quali si concentrano le bande armate di oppositori, quelle che alcuni chiamano esercito libero composto da disertori, ma che a tutti gli effetti comprende prevalentemente ex criminali, delinquenti comuni, trafficanti di droga, elementi poco istruiti o fanatici religiosi.
Questi gruppi, che sono finanziati dall’opposizione e dai loro alleati internamente ed esternamente, a loro volta creano fortificazioni, barriere e posti di blocco all’entrata e all’uscita della zona periferica sotto il loro
controllo.
Si tratta di gruppi che non esitano a derubare o uccidere i civili che non sono schierati dalla loro parte, che non chiudono i loro negozi in segno di protesta o che continuano a mandare i loro figli a scuola; oltre a commettere i più svariati reati (come, ad esempio, rapimenti, sequestri di persona) per avere denaro, auto e mezzi per quella che loro definiscono ipocriticamente una “rivoluzione per la libertà e la democrazia”. Nelle manifestazioni di protesta contro il governo questi gruppi armati sono mescolati ai manifestanti, e, tra i
loro slogan in questi giorni, mi hanno colpito particolarmente quelli che definiscono la nuova costituzione in programma una “presa in giro”, dal momento che la loro nuova costituzione deve essere unicamente il Corano.
Simili manifestazioni in genere vengono tollerate finché rimangono all’interno delle zone periferiche. Recentemente, nella zona di Zamalka, un corteo di protesta si è diretto verso la strada principale che la collega a Damasco; una volta arrivati al posto di blocco dell’esercito regolare all’ingresso della capitale è stato imposto l’ALT. A quel punto i manifestanti hanno reagito colpendo con pietre i soldati, i quali, per disperdere il gruppo, hanno dovuto sparare alcuni colpi in aria. Una volta che il corteo di protesta ha indietreggiato, sono comparsi i gruppi armati che non hanno esitato a sparare e colpire a morte sei giovani soldati dell’esercito regolare e solo dopo l’arrivo dei rinforzi, cui è seguita una lunga sparatoria, sono fuggiti verso la periferia.
Questa tolleranza da parte delle forze di sicurezza non è condivisa da buona parte della popolazione, che si trova così a soffrire maggiormente a causa della presenza di questi gruppi criminali di opposizione e che desidererebbe un intervento più duro da parte dei militari in grado di eliminare definitivamente la presenza di queste bande armate criminali.
Alla luce di questa situazione, anche molti degli indecisi, in un primo momento non schierati né con il governo né con gli oppositori, si stanno sempre più orientando dalla parte dei sostenitori del governo e delle riforme promesse, dal momento che, con il passare del tempo, risulta sempre più evidente che l’obiettivo degli oppositori non sono libertà e democrazia, ma caos, fanatismo religioso e divisioni settarie. Sempre con maggior evidenza, infatti, stanno emergendo le continue falsificazioni e fabbricazioni ad hoc degli eventi, più volte smascherate, e i continui crimini commessi da questi gruppi, come
l’uccisione di innocenti dopo aver estorto loro false dichiarazioni volte ad incolpare e mettere in cattiva luce le forze di sicurezza e il governo, debitamente filmate e poi trasmesse dalle solite tv satellitari menzognere del Golfo, complici, nonché, probabilmente, mandanti di questi crimini.








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ULTIMI AGGIORNAMENTI


Un gruppo terroristico armato ha fatto esplodere, nella mattina di ieri, con un ordigno controllato a distanza, un autobus per militari vicino a Sahnaya, alla periferia di Damasco, causando la morte di sei militari, fra cui due ufficiali tenenti, e ferendone altri sei.
Un generale e un membro delle forze dell’ordine sono rimasti feriti ieri nell’esplosione di due ordigni collocati da un altro gruppo terroristico lungo la strada Balyon-Kamsafra, nella provincia di Idleb, e fatti esplodere con un controllo a distanza.
Rietra nel piano di eliminazione dei quadri tecnici e scientifici del Paese l’uccisione ad Homs, da parte dei terroristi, dell’ingegnere agricolo Amal Isa, impiegata presso la Direzione dell’Agricoltura della città.
Il direttore della scuola superiore di Jasim, in provincia di Daraa, Nayf Al Danyfat, ha negato quanto diffuso dal canale Al Jazeera, secondo cui la scuola era stata presa d’assalto dalle forze di sicurezza e due persone erano state uccise.
Si chiariscono di giorno in giorno le prove circa la natura dei gruppi terroristici armati e delle organizzazioni salafite ad essi legate, sostenuti dai Paesi arabi e occidentali che cospirano contro il popolo siriano e che fanno arrivare nel territorio siriano diversi tipi di armi, mezzi di vandalismo e assassini.
Alcuni giorni dopo la scoperta dei rapporti di intelligence circa il reclutamento e l’addestramento di mercenari e terroristi da parte di Stati Uniti, Francia e Isralele, fra cui capi di milizie di delinquenti e prigionieri criminali arabi e stranieri, in campi di addestramento in Turchia e Libano, con finanziamenti dal Qatar, il giornale libanese Al Diyar ha diffuso la notizia secondo cui un ufficiale iracheno, che faceva parte della delegazione di osservatori della Lega Araba, ha accertato la presenza di mercenari, terroristi e persone con precedenti penali provenienti dall’estero, che portano avanti azioni di violenza e terrorismo in Siria.
Queste informazioni si aggiungono alle numerose prove che assicurano che l’esercito siriano e le autorità competenti stanno fronteggiando gruppi terroristici di diverse nazionalità e addestrati all’estero. Più di una volta funzionari libanesi hanno confermato l’infiltrazione di membri di Al Qaeda in Siria attraverso i confini con il Libano.
La cospirazione arabo-occidentale contro la Siria non si limita a far entrare nel Paese terroristi e sicari provenienti dall’Afghanistan e dall’Iraq, ma si estende anche all’ingresso di armi fabbricate dall’entità israeliana, i cui funzionari ritengono che il cambiamento di regime in Siria favorirebbe gli interessi strategici di Israele e aiuterebbe ad eliminare la Siria dall’asse della resistenza senza doversi sporcare le mani, il che spiegherebbe l’armamento, da parte di tale entità canaglia, dei gruppi terroristici armati. Ciò è stato confermato in diverse occasioni, in cui le autorità competenti hanno sequestrato armi di fabbricazione israeliana nei covi di organizzazioni terroristiche ad Homs, Hama, Idlib, Duma e in altre zone.
Una troupe di giornalisti inglesi, spagnoli e norvegesi ha visitato diverse zone della città di Daraa, rendendosi conto di come la vita proceda nella città. Il gruppo, composto da cinque persone del “Times” inglese, della televisione basca e del giornale “ABC” spagnoli e della televisione norvegese TV2, hanno incontrato il governatore di Daraa, Mohammad Khaled al-Hanous, che ha spiegato la situazione, sottolineando come le agende straniere abbiano sfruttato quanto accaduto nella città, in cui sono stati sabotati molti uffici pubblici, la maggior parte delle stazioni della polizia sono state assaltate e incendiate e sono state prese di mira le forze dell’ordine e l’esercito.
La troupe ha potuto visitare il palazzo di Giustizia, incendiato il 20 marzo scorso, e la sede della radio e televisione, assaltata e incendiata l’8 aprile scorso, oltre alla moschea Al Omary, nella città di Daraa, facendo un giro nei mercati cittadini e incontrando la popolazione.


di Chehayed Rustam, www.statopotenza.eu/2162/ultime-dalla-siria-3 di Chehayed Rustam

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