giovedì 9 febbraio 2012

Tecniche di disinformazione all’arrembaggio.

Eppure, di questi tempi, doveva essere la notizia-chiave, urlata: come mai l’Eni non riesce più ad assicurare sufficienti riserve per le forniture di gas alle industrie e ai cittadini italiani?
Ma non ne parla nessuno.
Tutti, dai tg alla “stampa autorevole” alzano un muro di censura. Al massimo dedicano due righe di anodino commento.
Eh, già. Troppo scomodo ricordare ai concittadini che tra guerre ed embarghi (guerre all’Iraq, alla Libia e embargo all’Iran) ci siamo privati del 50 per cento della nostra autosufficienza. E ancora più scomodo è rilevare come, per far virare gli acquisti di energia nazionali sui mercati occidentali monopolizzati dalle multinazionali atlantiche, i nostri esimii “regolatori”, camerieri degli angloamericani, si stiano preparando a “dirottare” le importazioni dalla Russia, per avvantaggiare in qualche modo la linea di gasdotti chiamata “Nabucco” (già fonte prima, originaria, della destabilizzazione della Serbia e delle guerre balcaniche...) rispetto a quel South Stream di origine Gazprom (Russia) e partecipato appunto dall’Eni.


E sempre più scomodo è sottolineare come compito prioritario del “governo cialtrone” imposto dal signor Napolitano sia appunto quello di distruggere l’Eni di Mattei, separando dall’ente l’intera Snam (stoccaggi, appunto, rete e tutto il resto...).
Come preteso dal “fondo” azionista “privato” americano provvidamente imposto a suo tempo all’Eni dal Gran Privatizzatore Mario Draghi e dai suoi “advisors”, Rothschild in testa.
E poi ci si lamenta degli stoccaggi insufficienti, del costo di import di gas che è del 30% in più rispetto agli altri Paesi d’Europa e delle importazioni di elettricità da fornitori extra-italiani...
Ovviamente non è soltanto la questione strategica dell’energia l’unica notizia “rimossa e sapientemente censurata dai nostri media, scendiletto di un governo che - ve lo ricordate Mr. Catricalà a “Porta a porta”? - sulla polverizzazione dell’Eni aveva subito ordito una sorta di cortina fumogena per distruggere l’ente in gran segreto senza troppi problemi di “informazione” al popolo bue.
Anche sul versante del Lavoro vige la stessa strategia “appannatrice” mediatica e governativa. Se non fosse per i sindacati di base, per i “forconi”, per gli “insorgenti” e per i bloggers che hanno diramato la verità sulla fulminante “carriera fissa” di Silvia Deaglio, la pargola di Lady Lacrima (quella che ha esternato come “illusorio” il posto fisso di lavoro), non si saprebbe nulla.
A meno che non ci sia ancora qualche meschino a credere nella vergognosa discrezione dei vari “sindacalisti” istituzionali Cgil-Cisl-Uil-Ugl.
Sapete qual è il metodo inventato a Palazzo Chigi (e da Lady Lacrima) per ovviare a possibili contestazioni?
Andare avanti in gran segreto, con un piano “a” minore e un piano “b” di soppiatto. Lo mormorano passeggiando per l’anticamera detta “Transatlantico” dell’aula parlamentare zeppa di sordi e grigi “deputati”.
La grancassa, per sviare meglio l’attenzione, va tutta a notizie di cronaca politica: al piano sfolla-carceri, al caso Lusi, alla neve, ad Alemanno, agli inciuci Bersani-Alfano con ruota di scorta Idv e protesta della Lega.
Ecco questa è l’Italietta del potere: quella che lancia il sasso e nasconde la mano.
Da moncare, quella mano.


di Ugo Gaudenzi, www.rinascita.eu

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