Claudia Salaris, Alla festa della Rivoluzione, Artisti e libertari con D'Annunzio a Fiume, Il Mulino, 2008
"L'impresa fiumana (1919-1920), per molti versi un episodio precursore del fascismo, coagulò una quantità di esperienze diverse, di ansie di ribellione, di velleità rivoluzionarie. Sotto questo aspetto fu come un lungo e febbrile carnevale all'insegna della festa e della provocazione, in linea con le avanguardie del tempo, ma fu anche un momento "insurrezionale" come lo sarà il Sessantotto. Il volume rivisita l'avventura fiumana da questa particolare angolatura: attraverso le testimonianze anche letterarie di protagonisti noti o dimenticati racconta Fiume dalla parte degli "scalmanati" che vi accorsero a vivere una vita-festa fatta di bravate futuriste e di utopie, di trasgressione sessuale e di pirateria, di gioco e diguerra. In questa luce, Fiume è un capitolo significativo di quella cultura della rivolta che ha caratterizzato il Novecento".
Giuseppe Parlato, La sinistra fascista, Storia di un progetto mancato, Il Mulino, 2008
"Questo volume porta alla luce la più inquieta fra le diverse e non di rado conflittuali anime del fascismo: la cosiddetta sinistra fascista. Parlato identifica i tratti salienti del mosaico di idee, valori e umori che ne costituisce l'identità, seguendo il "fiume carsico" della sinistra fascista oltre la fine del Ventennio, fin dentro gli anni Settanta. Un forte spirito antiborghese e anticapitalistico, un'idea della politica come rivoluzione, l'obiettivo di una democrazia popolare totalitaria di radice rousseaiana caratterizzano questo fascismo che ha le sue origini nel sindacalismo rivoluzionario d'anteguerra. Con la seconda guerra mondiale i fascisti di sinistra scelsero spesso sponde opposte: alcuni rimasero fedeli al proprio essere fascisti, altri al proprio essere rivoluzionari ed entrarono nel partito comunista, dove occuparono anche posti di prestigio".
Mirella Bentivoglio, Franca Zoccoli, Le futuriste italiane nelle arti visive, De Luca Editori D'Arte, 2008
Il libro mette a fuoco, per la prima volta in modo sistematico, il contributo femminile al futurismo italiano nel settore delle arti visive. Sono riportate in luce dalla penombra, talvolta da una completa oscurità, numerose artiste che sperimentarono a livello pittorico, plastico, grafico, vrbo-visivo. La loro opera viene esaminata sullo sfondo della vita, spesso romanzesca, ricostruita per ciascuna attraverso documenti finora in gran parte inesplorati. Sfilano qui le protagoniste di un movimento che, nelle affermazioni del suo leader, si pronunciò contro la donna, ma che in realtà dimostrò di apprezzare il contributo femminile in tutti i settori della sua produzione.
Carlo Bonini, ACAB, All Cops Are Bastards, Einaudi stile libero, 2009
Il 'romanzo', ben scritto e di piacevole lettura, è suggerito a coloro che già hanno letto, o speriamo stiano per farlo, il testo di Maurizio Martucci su l'uccisione del povero Gabriele Sandri. Ma è indicato sopra tutto a quanti, nel mondo dei partiti, hanno perseguito velleità legalitarie e pseudosecuritarie - adoperandole come subdolo cavallo di Troia per accedere al sottobosco del potere - ed hanno quindi favorito una progressiva 'militarizzazione' della società. Determinando così un pericoloso innalzamento nell'immaginario pubblico, così come nei 'benefici' del potere, di alcune caste munite di taluni privilegi. Nel libro del Bonini, ad esempio, le ipocrite attenzioni del caporalato di AN verso le imprese dei reparti celere nelle piazze italiane viene da ultimo còlto dagli stessi sbirri più 'servizievoli'. Dapprima vezzeggiati, poi aizzati, quindi cinicamente gettati nelle mischie più sanguinolenti - secondo il bisunto copione stile: "Notte della repubblica" - costoro vengono infine abbandonati: si consuma così, da sempre, il destino dell'utile idiota.
Finiti davanti a tribunali 'democratici' - terminato il lavoro 'sporco' - alcuni di costoro, riconosciutisi ultime pedine di un gioco al massacro abilmente condotto dall'alto, precipiteranno in forme di autistico 'reducismo' e di nichilistica 'disperazione'. Simile, peraltro, a quella imputata, dai benpensanti, a 'marginali', ultras, e antagonisti. L' 'ideologia' del celerino - come quella degli strati socioculturali che ne condividono contraddizioni e ipocrisie - qui è smascherata. Viene restituita nella sua allucinata e inquietante mistura di efferata psicopatologia e di ingenua adesione all'iconologia e ai cliché del più infelice neofascismo atlantico di 'servizio': quello del "passo delle oche"...
Gianfranco La Grassa, Finanza e poteri, Manifestolibri, 2008
"Oggi si parla tanto della finanziarizzazione del capitale e del suo strapotere. Magari vedendo in questo processo l'avvicinarsi di una crisi catastrofica. Ma la finanza è solo un fattore tra gli altri, non isolabile, dello scontro per la supremazia fra i gruppi dominanti. Se vogliamo allora comprendere gli squilibri e le crisi che caratterizzano il capitalismo contemporaneo dovremmo addentrarci in un complesso intreccio. (...) Questo libro è appunto retto dalla concezione che fa del conflitto per la preminenza l'aspetto decisivo e centrale del processo che va strutturando i rapporti della formazione capitalistica (avanzata) nella nostra epoca. (...) La vecchia ideologia del conflitto capitale/lavoro (salariato, cioè dipendente)- che si presumeva antagonistico e potenzialmente rivoluzionario -funziona sempre peggio."
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