martedì 3 febbraio 2009

Crucifige! Crucifige!

Riceviamo e pubblichiamo un articolo dell'Associazione Culturale Zenit sul caso di Cesare Battisti uscito sul nuovo numero de "Il Martello".



Di grossa attualità le disquisizioni in merito alla vicenda legata a Cesare Battisti, l’ex militante dell’estrema sinistra a cui il Brasile ha deciso recentemente di convalidare lo status di rifugiato politico, negando così la richiesta d’estradizione pervenuta da parte italiana. Ignazio La Russa, riferendosi alla partita di calcio amichevole Italia-Brasile in programma prossimamente, sostiene: "Io questa partita l'abolirei e rilancio con forza l'invito. Qui lo sport non c'entra, non mi pare il caso, in questo momento, di fare nulla di amichevole con chi fa circolare un terrorista assassino sulle spiagge di Rio.” . E la sua collega di partito e di governo Giorgia Meloni ha un’altra soluzione ancora: “L'iniziativa piu' giusta sarebbe quella di far indossare ai nostri calciatori il lutto al braccio in ricordo delle vittime di Cesare Battisti e come gesto di solidarieta' nei confronti dei loro familiari''. A questo punto, ci viene sinceramente da chiederci se i due ministri possano aver confuso, per affinità anagrafica, Cesare Battisti con Julio Baptista, croce dei tifosi laziali e delizia dei romanisti per il suo gol decisivo in occasione dell’ultimo derby capitolino, granitico attaccante carioca che probabilmente verrà convocato dalla nazionale verdeoro per questa partita. Dubbio tutt’altro che ironico il nostro; legittimo se si pensa che a voler strumentalizzare un incontro sportivo siano proprio due rappresentanti di quelle istituzioni che non hanno mai lesinato dure condanne, spessissimo repressive e premeditate, ai danni di quel sottobosco giovanile che dell’aggregazione spontanea e talvolta politicizzata delle curve degli stadi ne ha fatto il proprio testamento. Non c’è certo da stupirsi che queste uscite provengano da politici, evidentemente esperti in materia di ipocrisia e demagogia. Avviene così che ai giovani genuinamente accomunati da passioni vive non venga concesso di coltivare liberamente i loro ideali, mentre è invece consentito ai loro denigratori di esercitare autorità politica su un incontro di calcio, per giunta amichevole. Ipocrisia, demagogia, ma anche faziosità, meschinità. Parole chiave queste, che servono per comprendere al meglio l’ambiente dei politici imbellettati che siedono comodamente le proprie natiche a Montecitorio ed a Palazzo Madama. D’altronde, questa persecuzione giudiziaria ai danni di Battisti da cosa nasce se non da quel clima demagogico, in auge tra i politici parlamentari di entrambi gli schieramenti, che fa della demonizzazione dell’avversario il proprio cavallo di battaglia? Per loro Battisti va estradato dal Brasile non in quanto comune assassino di innocenti, come vorrebbe farci credere una certa retorica, ma in quanto ex militante eversivo comunista che ha portato alle estreme conseguenze la propria esperienza politica effettuando omicidi. Il cappio viene minacciosamente agitato soltanto verso coloro i quali debbono rappresentare, nell’immaginario collettivo dell’elettore italiano, la materializzazione estrema di un soggetto politico da dover puntualmente screditare, al fine di coprire in tal modo i propri vuoti argomentativi. Un modo di fare tristemente noto e schifosamente ignobile, irrispettoso innanzitutto nei riguardi delle vittime di tutti gli omicidi commessi sul nostro suolo e per i quali nessuno ha pagato. Il coacervo politico ci è sembrato tutt’altro che solerte in medesimi casi in cui l’estradizione sarebbe dovuta essere richiesta con egual o maggior verve: uno dei riferimenti a cui alludiamo risale al 3 febbraio del 1998. Sul monte trentino del Cermis, laddove l’ala di un aereo militare statunitense impegnato in esercitazione tagliò accidentalmente il cavo di una funivia causando la morte di ben 20 innocenti, tutti cittadini di Stati europei. L’accusa di omicidio colposo mossa ai militari americani che stavano palesemente violando i limiti di altezza di volo minima (forse per un idiota gioco), si concluse con un risarcimento in danaro verso i familiari delle vittime e il processo venne ignominiosamente contraddistinto dal lampante tentativo da parte statunitense di coprire la malafatta dei suoi soldati. L’Italia si proibì senza fiatare di poter giudicare secondo la propria legge questi assassini per via di una Convenzione Nato ed oggi, grazie alla complicità degli USA, i due aviatori accusati si trovano a piede libero nel loro paese. Questo iter giudiziario non fu accompagnato nel belpaese dalla stessa litania piagnucolosa che reclamasse pene severe così come avviene oggi per Battisti, tuttalpiù qualche appena accennato sintomo di dissenso. Evidentemente il tornaconto in demagogia politica non aveva lo stesso peso di un terrorista rosso mangiatore di bambini, anzi… In quel caso gli assassini vestivano la divisa militare verdastra della U.S. Army e recriminare poteva ritenersi un gesto fin troppo insolente verso lo Zio Sam. Il medesimo timore ha evidentemente lasciato che gli statunitensi conducessero in un groviglio di processi, di mistificazioni, di impedimenti l’inchiesta sull’uccisione dell’agente segreto italiano Calipari, il quale fu colpito a morte da un proiettile americano ad un check point di Baghdad mentre scortava con altri colleghi la giornalista italiana Giuliana Sgrena poco prima liberata da un sequestro. A sparare, è stato appurato, fu l’ormai arcinoto marine Mario Lozano, il quale tutt’oggi presta servizio nell’esercito americano poiché assolto dall’accusa. Potremmo citare tanti altri casi analoghi e rinfrescare qualche memoria sclerotizzata a causa dei condizionamenti mediatici, oltre a dissuadere qualcuno dal riempirsi la bocca di principi morali da farneticare all’indirizzo del governo brasiliano: Casi ancora più eclatanti di stragi avvenute in Italia e sui cui nomi dei mandanti restano cupi veli di mistero. Ma non ci dilunghiamo, preferiamo limitarci a registrare quanto sia ipocrita questo stonato belare di pecore matte per l’estradizione di Battisti. Non entriamo nel merito delle sue azioni, di quella stagione politica violenta tra i cui protagonisti figurano troppi innocenti ammazzati. Chiediamo ai più giovani lettori del nostro mensile, anche giustamente avversi all’ideologia comunista e dunque facilmente suggestionabili su questo tema, di non lasciarsi però abbindolare dai millantatori dell’ “anti” che vorrebbero acquisire in tal mediocre modo i consensi. Gli stessi forcaioli di ieri e di oggi che, è bene ricordarlo sempre, hanno costruito le proprie carriere politiche sulla pelle di quei ribelli che, brandendo bandiere di colori diversi ed opposti politicamente, sacrificavano la propria gioventù per un’idea. Leggasi logica degli opposti estremismi. Quella logica infame che riserva il cappio solo alle ingenue pedine di più losche trame…

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