martedì 2 ottobre 2007

Bobby Sands – “Un giorno della mia vita”.



“Sento i chiurli volare sopra di noi.

Una cella solitaria, una lotta solitaria.

Ma, amico mio, questa strada è ben segnata

e chi, chiunque sia stato, l'ha percorsa per primo,

merita il saluto della nazione.

Io sono solo uno che l'ha seguito.

Oìche Mhaith” (Buona notte)


 


L’inferno del carcere e la tragedia dell’Irlanda in lotta. Sands ricostruisce la drammatica esperienza della detenzione nel carcere di Long Kesh, i suoi ultimi quattro anni e mezzo di vita nei blocchi H: il freddo, la fame, la tortura, l’umiliazione fisica e psicologica di un uomo che non accetta di perdere, insieme ai diritti politici, la dignità della condizione umana, grazie al suo spirito combattivo e alla sua forza mentale che, forse, hanno origine dal grande e onnipresente desiderio di libertà che lo accompagna in ogni singolo istante. “E verrà il giorno in cui tutto il popolo irlandese avrà il desiderio di libertà. Sarà allora che vedremo sorgere la luna”. Sands cominciò lo sciopero della fame il 1° marzo 1981 e morì sessantasei giorni dopo. Scrisse le pagine di questo libro in una piccola cella puzzolente dai muri coperti di escrementi, usando pezzi di carta igienica e un refil di penna biro. I foglietti furono fatti uscire clandestinamente dal carcere per un certo periodo di tempo. Sia il testo che la scrittura sono stati riconosciuti come autentici dalla famiglia Sands e il contenuto confermato da altri prigionieri. Malgrado l’angoscia e la sofferenza, Sands disegna una mappa dei valori irrinunciabili, un codice morale che va oltre il mero esercizio del coraggio. “In Irlanda, nel corso dei secoli, abbiamo provato ogni formula: governo diretto, governo indiretto, genocidio, apartheid, parlamenti farsa, parlamenti veri, legge marziale, legge civile, colonizzazione, riforma della terra, divisione del paese. Niente di tutto ciò ha funzionato. L’unica soluzione che non abbiamo ancora provato è quella di un ritiro totale e incondizionato”. Così scrisse Paul Johnson, direttore di “Spectator”, uno dei più prestigiosi giornalisti inglesi e acceso sostenitore di Margaret Tatcher, agli inizi degli anni settanta, a dimostrare che in Gran Bretagna vi erano persone responsabili, consapevoli del fatto che il loro governo aveva il dovere di correggere le distorsioni della storia.



Tratto da: www.ncf-brescia.com

2 commenti:

  1. Altri titoli interessanti sulla questione nord irlandese.



    "La storia segreta dell'Ira" di Ed Moloney.



    "Bobby Sands, il combattente per la libertà. Una storia irlandese" di Pierluigi Spagnolo.



    "La vera storia dell'IRA" tradotto in italiano da Noemi Abe e Maria Fausta Marino.



    "Joe Cahill, una vita in libertà", l'ultima intervista a Joe Cahill, uno degli esponenti più importanti dell'IRA rilasciata al giornalista Brandan Anderson poco prima di morire nel 2004 all'eta di 84 anni.



    "L'arpa, la croce, il fucile" di Chiocchi Francobaldo.



    "Strade di Belfast" di Gerry Adams.

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  2. Ottimo libro...merita una lettura assolutamente...

    IRLANDA LIBERA NELL'EUROPA DEI POPOLI!!!

    OPPOSTA GOLIARDIA

    SEZ.BOBBY SANDS

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