domenica 6 gennaio 2008

Viva i Lakota.

Gli americani stanno esportando, spesso con le bombe e le invasioni, il loro modello di società in tutto il pianeta evidentemente ritenendolo il migliore possibile. C’è però chi vive negli Usa ed ha in tasca un passaporto yankee ma vuole liberarsene, creando una nazione libera.

I pellerossa Lakota, il vero nome dei Sioux, cui appartennero grandi capi come Toro Seduto e Cavallo Pazzo, si sono unilateralmente ritirati dai trattati conclusi dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa.

Tali Trattati sono “parole senza valore su carta senza valore” e “sono stati violati a più riprese per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare la nostra terra”, hanno affermato i rappresentanti della tribù. “Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati”, “non siamo più cittadini degli Stati Uniti d’America” hanno aggiunto.

I Lakota sono l’unica popolazione indigena di quelle terre e potrebbero in fondo cacciar via i bianchi eredi dei loro invasori, ma sono certo più condiscendenti aprendo le porte della loro nuova nazione a tutti coloro che oggi vivono nelle regioni dei cinque Stati su cui si estende il loro territorio.

Il rappresentante dei Sioux ha precisato che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro cittadinanza statunitense.

Noi lo diciamo da tanto tempo: bisogna andare a liberare gli americani dal regime che li opprime. È certo una nemesi storica quella che sta oggi affidando questo ruolo liberatorio proprio ai popoli ai quali furono rubate le terre sulle quali nacquero gli Usa.

Chissà quanti discendenti dei lunghi coltelli capiranno che oggi è più dignitoso essere un Lakota, e come tale essere apprezzato, amato e rispettato da tutti i popoli come fratello, che un suddito del regime liberticida che sta uccidendo innocenti in tante regioni del pianeta solo per rapinarne le risorse.



Di Paolo Emiliani, Rinascita.

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