venerdì 25 gennaio 2008

LA CRISI (MORALE) DI GOVERNO.


Non siamo soliti scrivere di politica su questo giornale, ma oggi lo vogliamo fare, non tanto per prendere le parti di un partito o di una coalizione, ma perché gli ultimi avvenimenti hanno evidenziato dei comportamenti che rimarcano un aspetto sociale particolare ed è appunto questa la materia che trattiamo di solito qui.


Ci riferiamo alle cause vere della crisi di governo che non é stata causata, come altre volte, da divergenze di opinioni politiche su una determinata materia oppure dal passaggio di un gruppo politico dalla maggioranza alla opposizione come nei famosi “ribaltoni” di qualche anno fa, ma è stata determinata da situazioni famigliari e personali dell’on (sic) Mastella il quale le ha poste come prioritarie rispetto alle esigenze del Paese.


Nulla di strano, anche se non encomiabile, se a privilegiare se stesso o la famiglia rispetto al Paese fosse stato un comune cittadino, ma un parlamentare eletto dai cittadini con un mandato che gli conferisce l’onere e l’onore di amministrare la cosa pubblica nell’interesse collettivo della nazione ha il dovere precipuo di non agire in tal modo.


Non è solo una questione di stile, ma è una questione di etica e di correttezza!


Ma quello che più ci accora in questa triste vicenda è, oltre alla personale figuraccia dell’on Mastella, il fatto che questo è il sintomo di un generale atteggiamento mentale che serpeggia tra i nostri politici tra i quali il senso dello Stato è merce sempre più rara e tra i quali sta man, mano prevalendo la convinzione che l’etica e l’onestà sono inutili zavorre sulla via del successo e che  l’intrallazzo ed i maneggi poco limpidi sono una comoda scorciatoia  per arrivare in cima.


Se poi consideriamo che gli uomini politici dovrebbero costituire quella èlite da cui i comuni cittadini dovrebbero prendere esempio ed a cui fare riferimento, allora la cosa diventa tragica.


Stupisce e preoccupa inoltre che simili comportamenti non siano quasi mai sanzionati dai cittadini con il loro voto, ma che simili personaggi continuino a imperversare sulla scena politica italiana come se fossero candide verginelle.


Ripetiamo, il caso Mastella, per quanto grave e sgradevole, è solo un sintomo di un malessere etico più generalizzato e lo abbiamo portato ad esempio solamente per evidenziare cosa c’è dietro ed in quale terreno di cultura morale simili fatti possono avvenire.


Non abbiamo ricette di cura sicure, ma abbiamo voluto diagnosticare la malattia e far prendere atto ai lettori che il problema esiste perché, come diceva un saggio, “.. la prima cosa necessaria per risolvere un problema, è riconosce che esso esiste e conoscerne i termini..”


Meditate gente, meditate…


Alessandro Mezzano



 


1 commento:

  1. Cambia amministratore del condominio

    Non c'è più Proni ma saremo proni lo stesso

    Non potrà accadere nulla di significativo nell'italietta odierna. Sia che un governo di transizione con la scusa di lavorare alla nuova legge elettorale acceleri le liquidazioni del patrimonio pubblico (come ha paventato Cossiga), sia che si ritorni al voto subito e con l'attuale legge. Il peso specifico italiano è ancor più debole di qualche anno fa. Se nella diatriba tra Polo Carolingio (Francia e Germania) e Partito Atlantico (Usa e Inghilterra con in più l'irrequieto Israele) i nostri goveranti pensarono bene di fare da lustrascarpe a questi ultimi in cambio di qualche spicciolo, oggi neppure questa prospettiva di agiata mendicanza è alla portata.



    In questi anni gli equilibri mondiali sono cambiati e anche i ruoli. Ad esempio la City è stata parzialmente attratta nell'orbita finanziaria della UE di cui fa da porto franco, mentre la Germania e soprattutto la Francia sono state riconquistate da Wall Street. I giochi, insomma, si fanno oggi al centro della UE e le periferie dei signorsì contano davvero poco. Di fronte all'emergenza cinese (e talvolta alla cooperazione sino-americana), di fronte alla crisi economica americana, in vista di recessioni che i grandi vorrebbero far pesare soprattutto all'Europa, qui non si conta davvero un fico secco e ai padroni del vapore non servono più neppure i lustrascarpe.



    Chiunque vada a Palazzo Chigi dovrà fare da bancarottiere oppure dovrà andarsene sbattendo rumorosamente la porta. In poche parole non cambia nulla. Tranne qualche interesse privato perché se si va alle elezioni con la vecchia legge qualche soldino resterà per qualche anno ai piccoli partiti. Altrimenti scompariranno subito. C'è del bene e del male in ambo le prospettive ma, come è assolutamente evidente, si tratta soltanto di questioni di bottega.



    da noreporter.org

    RispondiElimina