domenica 30 dicembre 2007

DI DINI, PRODI, FMI... E ALTRE NEFANDEZZE...

CAMERIERE? MI SERVA UNA CRISI!



Come sapete, uno dei temi di sensibilizzazione su cui batte con insistenza questa pagina elettronica è quello della sovranità limitata dell’Italia. Dall’amarcord di Sigonella al caso Parlanti, non abbiamo praticamente mai smesso di porre in rilievo come la nostra sovranità politica, economica e sociale siano in effetti viziate da un deficit incolmabile dalle macchiette che fanno teatrino in Parlamento o a Palazzo Chigi e, tanto meno, da quelle che risiedono alla Farnesina o al Ministero dell’economia e delle finanze: la nostra politica estera è dettata dalle compulsioni ossessive della Casa Bianca e quella economica da chi ci ha sequestrato il conto in banca, vale a dire quegli enti sovranazionali di cui siamo debitori pubblici: Fondo monetario internazionale in primis...






Ribadito ciò, non apparirà sicuramente casuale che alla puntuale bocciatura della nostra condotta finanziaria da parte del Fmi, il suo emissario all’interno del governo, Lamberto Dini, abbia immediatamente annunciato che, al Senato, questo governo non avrà più il voto dei suoi pidiellini (Partito liberal democratico, lo specifico per gli smarriti nella giungla dei 52 partiti rappresentati in Parlamento e degli 11 che compongono l’attuale coalizione governativa...). Annunciando, di fatto e a breve, la crisi dell’amministrazione Prodi.



Badate bene, la crisi è comandata non perché ci stanno facendo piangere sangue fra rincari e strette ma perché la nostra SPESA PUBBLICA rimane troppo alta per i loro gusti... E ridurre la spesa pubblica significa semplicemente tagliare gli interventi statali su sanità, istruzione, pensioni ed altre corbellerie di questo tipo... Capito?



Per la triste cronaca che precede i fatti di questi giorni e seguirà chissà fino a quando, e per aiutarci almeno a capirla, è bene tener presente che il rospo ballerino (alias: Lamberto Dini) felicemente ed indifferentemente danzante fra governi di schieramento pseudo contrapposti, prima di darsi alla politica è stato direttore esecutivo del Fmi, per l'Italia ed altri fortunatissimi paesi come Grecia, Portogallo e Malta, notoriamente grati della sua influenza finanziaria.



Intendiamoci: che ci sia Prodi o Berlusconi, D’Alema o Veltroni o Dini stesso seduto a scaldar poltrona a Palazzo Chigi a me, onestamente, non fa né caldo né freddo: sempre meri esecutori di ordini altrui restano, a prescindere dal colore e dalle coalizioni che rappresentano. Non sono qui, insomma, a piangere lo stato di putrefazione della mortadella (anche perché più danni di così è difficile farne...) ma a ribadire il concetto: la nostra sovranità nazionale non esiste.



E, se non esiste, chi voglia fare Politica (con la “P” maiuscola) non può che mettere al primo punto del suo programma il recupero del nostro esercizio sovrano nazionale; al secondo: il recupero della sovranità monetaria; al terzo: l'estinzione (con le buone o con le cattive...) del debito pubblico. Il resto verrà di conseguenza...





Tratto dal sito di Miro Renzaglia.

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