martedì 17 luglio 2007

Ezra Pound: Testimone e poeta.

Non a caso Ezra Pound. E non a caso presso l’Ass. Cult. RAIDO. Perché, chi ha introdotto l’incontro l’ha sottolineato, la poesia e la testimonianza si abbeverano alla stessa fonte; sono, dunque, espressione alta di ciò che permane e fa sì che dell’uomo possa dirsi virtù e vanto e non soltanto mucchio di stracci e poca cosa. Infatti la poesia é il luogo, poco conta se illusorio, dove l’uomo coltiva la memoria, si preserva nel tempo, si confronta con l’eternità, la testimonianza é l’esser presenti qui ed ora in nome di qualcosa e contro qualcosa ed, in nome e contro, mettersi in gioco. Pound volle e seppe far coabitare, in quello straordinario viaggio che sono i CANTOS, l’universale della storia ed il particolare del vissuto.





Già in ciò la lezione, il monito, l’insegnamento che l’Ass. Cult. RAIDO intende far propri e trasmettere ai più giovani, quelli che s’accostano magari con tanto entusiasmo ma ancora privi di quelle coordinate, di quei paletti che producono, al contempo, l’identità e le differenze. Ancor di più se ci volgiamo al Pound ed ai PISAN CANTOS, della gabbia e dei quasi dodici anni trascorsi nel St. Elisabeths Hospital, vero e proprio manicomio criminale; del Pound che, appena toccato il suolo dell’Italia, suo paese di adozione, volle irrigidirsi nel saluto romano. Anacronismo d’un poeta definito folle? No, in nome della fedeltà la poesia vince il tempo ed il poeta annienta barriere e plotoni d’esecuzione…

14 Giugno, ore 17:00, nella sala dell’associazione Raido, un pubblico giovane, attento, interessato, partecipe al dibattito, si é raccolto intorno alle parole di Pound e su Pound. In primo luogo I’indiscussa influenza del Poeta sulla cultura del nostro secolo: citando a caso Pierpaolo Pasolini, Ernesto Cardenal e Franco Battiato.

Ed infatti si sono lette alcune poesie a conforto di questa attualità, a dimostrazione di come il verso, se autentico, si traduce nelle immagini della quotidianità, non abbisognando della lode diretta e dell’applauso conclamato per radicarsi nelle coscienze. La poesia di Pound esprime l’insieme delle esperienze e delle scelte e della sua visione del mondo, tanto che il suo essere si intreccia alla sua arte in un modo inestricabile elevando il verso a bandiera di uno stile che é, in primo luogo, fedeltà a se stessi, spirito che civilizza la materia. E il nemico é l’usurocrazia, intesa come spirito mercantile, “pensiero calcolante”, vita ridotta ad oggetto e a noi estraneo, possesso e finzione e vanità. Per combatterla occorre la capacità di rischiare e di mettersi in gioco, la curiosità del viandante che apre sempre nuove strade e non ne teme la percorrenza, cioè colui che si pone di fronte alle domande e va esplorando la risposta, qualunque essa sia.



La figura del viandante, che rimanda inesorabilmente a Nietzsche, può ben tradursi nel filo conduttore dei “Cantos”: ma tradizione che, nel tempo e nello spazio, si impone ed impone all’uomo “virtute e conoscenza”. Infatti Pound ha mostrato come l’Ulisse reale, fatto di carne ed ossa e sangue, carico dunque dell’esperienza sofferta di vita, sia al tempo stesso capace di edificare con la mente una storia universale, senza quegli obblighi che imponevano all’Ulisse dantesco il rischio e la caduta al di là delle mitiche colonne d’Ercole. Da una parte il dannato, spinto dalla superbia, in rigetto del certo e nella brama dell’impossibile, qui l’uomo alla ricerca di un argine saldo, un americano che troverà le proprie radici nell’Italia Fascista, in Europa, fra quelle “statue rotte/per poche migliaia di libri e brandelli”, speranza e ricordo unici passato e futuro contro il presente dominato dalle leggi dell’avarizia e dell’usura.



L’attualità di Pound é il grido dell’uomo libero, ovunque egli sia, pur se prigioniero, non importa se dietro il filo spinato o davanti alla televisione, di colui che osserva le nuvole bianche sul cielo di Pisa e sa che ha da nascere qualcosa di buono finché vi sarà un essere “contro”, la Poesia, là una piccola o grande vittoria, comunque la promessa d’una riscossa.



Sabina e Mario.



“La Verità crea il proprio Stile.” E. Pound.




RAIDO

CONTRIBUTI PER IL FRONTE DELLA TRADIZIONE

Anno II Numero 1 - ROMA - Equinozio d’Autunno 1996


Tratta dal sito: www.azionetradizionale.com


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