domenica 22 luglio 2007

BRUCE LEE E L'IMAM DEL TERRORE.

Leggo che un gongolante poliziotto ha fatto una conferenza stampa, annunciando di aver "smantellato" una "scuola del terrore" (mi auguro che le espressioni non siano sue, ma dei giornalisti) a Ponte Felcino a Perugia.



"Sostanze tossiche", "materie esplodenti" e persino (sì, avete indovinato), "cellula vicina ad Al Qaeda".



In pratica, a quanto riesco a capire dalla lettura dell'articolo sul sito di Repubblica, l'accusa è la seguente.



L'imam della moschea, avrebbe tenuto delle "vere e proprie lezioni" a due immigrati clandestini e a un quarto uomo, di cui non viene specificato lo status.



Dove?



"All'interno del luogo di culto, fuori dall'orario delle cerimonie religiose".



Siccome ogni indagine sul presunto "terrorismo islamico" in Italia, prima di sgonfiarsi miseramente, si è basata su "intercettazioni ambientali" all'interno di moschee, e siccome "scoprire una cellula di al Qaeda" è il modo più sicuro di far carriera all'interno delle forze dell'ordine, possiamo ragionevolmente dedurre che la moschea fosse il luogo più microspiato della città.



E se lo stesso imam non lo teneva in conto, doveva essere il musulmano più sprovveduto d'Italia.



Non è chiaro in che cosa consistessero le lezioni.



"si svolgeva un'approfondita opera di istruzione e addestramento all'uso delle armi e alle tecniche di combattimento proprie delle azioni terroristiche, oltre a lezioni di lotta corpo a corpo."



Ora, immagino che il gongolante poliziotto avrebbe esibito teatralmente anche un coltellino da scout, se lo avessero trovato nella moschea.



Presumo quindi che la frase di cui sopra la possiamo tranquillamente riscrivere così:



"gli imputati avrebbero parlato dell'uso di armi, ma in concreto avrebbero fatto lezioni di lotta corpo a corpo".



Come in qualunque palestra d'Italia.



"Il tutto veniva corredato dalla visione, e dal commento in comune, di messaggi, proclami, filmati e documenti scaricati da siti internet "protetti", mostrati tra l'altro anche ad alcuni bambini frequentatori della moschea."



E qui arriviamo al punto fondamentale. Gli imputati avrebbero guardato filmati, liberamente disponibili su Internet (cosa significhi il termine "protetti" lo lasciamo agli esperti). Compreso un filmato che spiegava come "guidare un Boeing 747", che deve aver molto divertito i due clandestini.



Perché "fondamentale"? Perché non basta fare lezioni di lotta corpo a corpo per essere colpevoli di terrorismo internazionale. Bisogna che ci sia qualche documento che comprovi un progetto di qualche tipo.



Qui sembra che tale progetto manchi del tutto, altrimento lo avrebbero menzionato: volevano assassinare nel letto il Papa, avvelenare Berlusconi, uccidere i bambini dell'asilo nido di Rignano Flaminio?



In mancanza di tutto ciò, ci sono almeno cose scaricate in rete, che potranno essere presentate in un processo come prove dell'intenzione di "fare terrorismo".



Si sa invece che uno "straniero che frequentava la moschea" avrebbe avuto dei "collegamenti" con due marocchini in Belgio, i quali a loro volta sono sospettati di aver "fornito supporto" agli attentatori di Madrid (io, invece, le Mostruose Maestre di Rignano Flaminio le ho conosciute di persona).



I miei commenti si basano esclusivamente su quanto dice a caldo Repubblica. Però l'esperienza ci insegna che i gongolanti sgominatori di "cellule terroristiche" tendono a sparare tutte le loro cartucce al momento della conferenza stampa.



E che nove volte su dieci, i casi si ridimensionano dopo.



Per cui possiamo ragionevolmente supporre che il giornalista di Repubblica abbia peccato per eccesso e non per difetto, nella descrizione dei pericolosi barbuti d'Umbria.



Fonte: http://kelebek.splinder.com

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