Da sempre gli statunitensi necessitano dell’odio per combattere una guerra. Lo scontro Bene/Male in un conflitto costituisce una costante nella storia della bandiera che più ha insanguinato il mondo. Tale meccanismo, estraneo alle guerre che per millenni hanno attraversato l’ Europa, è la dimostrazione più evidente della debolezza psicologica di una società che ha bandito la morte nel nome di un vivere completamente virtuale. A tal riguardo, ci basti far riferimento alla fretta con cui gli statunitensi si sbarazzano dei loro caduti nella guerra in Irak. Agli albori degli USA, gli amerindi erano “i selvaggi” e i pistoleri ubriachi “i civili”. Nel 1945 il confronto era tra “liberatori” e “dittatori criminali”, oggi si vorrebbe andare verso un conflitto tra “alfieri della pace” e “portatori di tetra visione”. Nulla è cambiato. La popolazione più nevrotica del mondo ha bisogno di togliere ai suoi avversari la dignità di combattente per essere in grado di prendere la armi. È chiaro che non avendo dignità alcuna, il nemico è esposto a tutti i mezzi militari e propagandistici più infami e menzogneri che mai, in una guerra tradizionale, si erano visti.
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