sabato 14 luglio 2007

Adinolfi sui fatti di Casalbertone. E non solo.

Non esiste più alcun dubbio: i filmati, le testimonianze e in ultimo le dichiarazioni ufficiali del prefetto Serra concordano. Nella notte tra mercoledì scorso, 11 luglio, e giovedì 12 gli scontri nel quartiere popolare romano di Casal Bertone sono stati provocati da un'aggressione comunista ai ragazzi della Fiamma Tricolore che stavano affiggendo manifesti. Una versione opposta è stata immediatamente fornita, come da breviario leninista, dagli aggressori che hanno prontamente trovato il sostegno compiacente di Veltroni e dei veltronioti, una tantum smentiti dalla forza pubblica. In realtà quello che è accaduto è molto semplice. Mentre i ragazzi della Fiamma stavano in giro in affissione, nella Casa dello Studente occupata aveva luogo, coincidenzialmente, una runione del coordinamento antifascista romano. Quale migliore occasione – si devono esser detti quei nostalgici – di dare una lezione ai fascisti? E così li hanno assaltati a mano armata (sbarre, manici di picconi, badili) in un rapporto numerico di superiorità di sei a uno, forti, in particolare, di diversi extracomunitari agguerriti. La battaglia è durata a lungo ed è stata cruenta. Gli aggressori hanno avuto la peggio e, per ritorsione, sono tornati più tardi a prendersela con locali e suppellettili. Immaginiamo per un attimo cosa sarebbe accaduto se le cose fossero avvenute in modo inverso; e cioè se i fascisti avessero assalito dei comunisti mentre erano in affissione e, dopo aver provocato un lungo scontro cruento, fossero andati a devastare la sede avversaria. Cosa si direbbe ora? I proclami, le petizioni popolari, lo “sdegno” avrebbero raggiunto livelli da prima notizia del telegiornale. Si parlerebbe a gran voce di scioglimento del partito di appartenenza dei fascisti e di carcere duro, esemplare per loro. Invece è palese che gli aggressori (se vogliamo gli sfortunati aggressori...) erano rossi. A questo punto allora dovremmo chiedere lo sgombero della Casa dello Studente occupata, l'incriminazione degli identificati e lo scioglimento del coordinamento antifascista? Direi di no. Direi che, malgrado tutto, sarebbe ingiusto e assurdo pretendere una cosa del genere. È vero, è certamente vero, che l'antifascismo è un'idiozia pericolosa. È vero, è certamente vero, che chi dovrebbe, almeno in teoria, impegnarsi per la giustizia sociale, contro i pescicani, contro i palazzinari, dovrebbe astenersi dallo sbandare nell'antifascismo, dal cadere in trappole di questo genere, dall'alimentare gli opposti estremismi. È vero, è certamente vero, che quando si assaltano gli avversari con un rapporto vantaggioso di sei a uno si delinque, anche eticamente. E che se le si prendono sarebbe molto più dignitoso tacere che non sbraitare e sfogarsi su muri e sedie. Tutto questo è vero, verissimo. Ma è altrettanto vero che sono comunque meglio loro, questi antifascisti trinariciuti e famelici, dei paladini della democrazia, dei totalitaristi a immagine soft. Meglio, mille volte meglio loro dei Veltroni, dei Fassino, di tutti quelli che coprono le loro spalle in maniera sempre elegante e non sconveniente. Mille volte meglio loro, gettati nella disperazione dell'emarginazione sociopolitica e nel nichilismo idiota dell'antifascismo che non quelli che, tradendo ogni aspettativa, non hanno lasciato loro altro sfogo espressivo che non quest'ideologia e quest'etologia da orchetti. Non sono dell'avviso che dovremmo chiedere la chiusura della Casa dello Studente occupata ma quella del Campidoglio. Non lo scioglimento dei centri sociali ma quello del Parlamento! E in ultimo voglio rivolgermi ai “benpensanti” a quelli che “sono tutti delinquenti”, “ma quando la faranno finita?”. Voglio ricordare a costoro che le battaglie campali per il controllo delle zone urbane sono vecchie quanto la storia dell'uomo. Che non cessano affatto con la “civilizzazione”: si guardi negli Usa, in Inghilterra, in Francia come ogni giorno i giovani si scontrano per il controllo dei quartieri. E quei giovani, così come i nostri opposti estremisti, non sono affatto la feccia della popolazione, anzi spesso sono il solo residuo di vitalità presente in certe città. Questi scontri finiscono solo dove sia presente Civiltà, dove ci sia Imperium. Ovvero precisamente ciò che le forze culturali e spirituali oggi imperanti, e delle quali i Veltroni, i Fassino, i Casini, i Mastella, i Prodi, i Fini, gli Schifani, i Maroni, i Giordano sono soltanto esecutori, vogliono a tutti i costi spazzare via. A coloro che scrollano le spalle di fronte a certi episodi che considerano rozzi, brutali e fini a se stessi, voglio ricordare quale sia l'esempio che una classe dirigente nella sua interezza sta offrendo alla gioventù. Corruzione, spionaggio, calunnie, piazzate, avanspettacolo, giravolte, insulti tra individui che il giorno dopo si abbracciano per poi tornare a insultarsi. Voglio ricordare che non esiste alcuna politica estera, alcuna fierezza nazionale, alcuna idea forte: nulla insomma per cui un giovane possa essere felice di vivere passando come oggi accade dalle gonne della mamma alla tomba attraverso un precariato continuo in uno stato d'ipnotismo psichico continuato. Le alternative agli scontri di piazza per chi non sia uno zombie, rispettabile magari ma pur sempre uno zombie, non sono poi molte, in sostanza sono due: drogarsi o vomitare. E allora non condanniamo troppo questi ragazzi. Non sgombriamo la Casa dello Studente, mandiamo a casa i politici! Tutti.



Gabriele Adinolfi



www.noreporter.org

3 commenti:

  1. Benvenuti al concerto di sostegno al Circolo Futurista di Casal Bertone devastato, tra l'11 e il 12 luglio, da predoni notturni cui erano saltati i nervi per essere stati costretti a ripiegare al termine di un lungo scontro, da essi scatenato (con rapporto sei a uno) in un'aggressione ai giovani fiammisti che attaccavano manifesti nel quartiere.







    Cantano



    La peggio gioventù. Macchina taragta paura. Hate for breakfast, SPQR, Time Bomb, Zetazeroalfa







    Circolo Futurista. Sabato 21 luglio, via degli orti di Maleabarba 15, ore 18.







    ATTENZIONE PRESIDIO ANTIFASCISTA IN ZONA CON LA BANDA BASSOTTI. RONDE POSSIBILI, NON GIUNGERE ISOLATI E FARE ATTENZIONE ALL'ABBIGLIAMENTO. APPUNTAMENTO PER PERSONE MOTIVATE E SVEGLIE.

    RispondiElimina
  2. Piazza presidiata da carabinieri e polizia ma non senza che restasse qualche punto debole con possibile incontro ravvicinato di diverso tipo. Così si presentava Casal Bertone, la zona romana che si pretende rossa doc ma ha perso da tempo la sua verginità nostalgico-marxista. Il quartiere dove durante la notte tra l'undici e il dodici luglio, in rapporto numerico di sei a uno, il coordinamento romano antifascista aveva attaccato una quindicina di fiammisti mentre affiggevano manifesti. Ma pur con un vantaggio di tal proporzione ed una prima linea di extracomunitari, gli aggressori erano stati costretti a una ritirata rovinosa dopo mezz'ora di scontro duro, essendosi lasciati indietro almeno tre feriti. Per la rabbia - “democratica” ovviamente – i pifferai di montagna (quelli che erano partiti per suonare ma finirono suonati) avevano devastato notte tempo il circolo futurista e la sede della Roma “Padroni di casa”. Essendo stato indetto un concerto in sostegno e per il finanziamento delle sedi deturpate, gli “antifascisti” avevano organizzato un controconcerto a settanta metri di distanza, giurando: sia quel che sia i fascisti non suoneranno. I proclami si sono susseguiti fino a lasciar presagire ritorni di scenari da anni Settanta. Nulla di tutto questo è avvenuto. Al concerto nero (La peggio gioventù. Macchina taragta paura. Hate for breakfast, SPQR, Time Bomb, Zetazeroalfa) sono state presenti, in più riprese, almeno settecento persone ivi comprese, oltre ai tanti “cani sciolti”, le basi militanti di un certo alleanzismo e una rappresentanza di Forza Nuova. La piazza rossa, invece, è stata straordinariamente vuota. Il rapporto numerico fra le due parti è stato di sette a uno a favore dei fascisti che si dovevano cacciare. In piazza, nell'antifascismo, qualche extracomunitario che si godeva la musica gratis, pochissimi compagni e praticamente nessun attivista. La “risposta” di Casal Bertone alla penetrazione fascista non c'è stata. O meglio, se è quella che c'è stata vuol dire che l'antifascismo a Casal Bertone non è più di moda. Perché un tale plof dei proclamanti facitori d'odio non è dato sapere. Sono giunti a più miti consigli? Hanno subito pressioni dai vertici? Hanno voluto ribadire il disgusto militante per la Banda Bassotti chiamata a suonare dagli organizzatori? Hanno avuto paura di tener fede ai proclami e di scontrarsi con chi ritengono più forte di loro? Non si sa. L'importante è che il confronto si è chiuso così. A Casal Bertone la musica e il fascismo si amano.

    RispondiElimina
  3. Se si tratta di fascisti, non e' reato

    RispondiElimina