Quando al varo (forzato) del Programma Tessera del Tifoso denunciai il pericolo che avrebbero incorso tifo e tifosi (traghettamento da fenomeno semplice e spontaneo ad esclusivo paniere di consumatori di prodotti commerciali), senz’ombra di dubbio avevo fatto centro. Così come, ancor prima, ci vidi lungo nei Mondiali Sudafrica 2010, quando polemizzai con gli assertori delle apotropaiche Vuvuzelas, anticipando anche l’UEFA che di là a poco le avrebbe bandite dalle competizioni continentali, perché inconciliabili con la cultura partecipata del tifo europeo.
Ma quello che è andato in scena nell’ultimo fine settimana su due campetti di periferia nel nord Italia, ha davvero del paranormale, del comico, roba da film cult anni ‘80 Il tifoso, l’arbitro e il calciatore, che oggi è diventato commedia del tifo in diretta live, il The Truman Show degli ultras, artefatto commercialmente corretto di un fenomeno sociale ritenuto politicamente scorretto.
Ecco i fatti: sui campi di Vanchiglia (provincia di Torino) e Mulazzano (tra Lodi e Milano) le gare amichevoli di quattro squadre giovanili sono state sconvolte dall’improvviso assalto di un inaspettato bagno di folla. Duecento spettatori per partita, calati all’insaputa degli ignari giovani footballers, con tanto di armamentario d’ordinanza sfoggiato sulle tribune, altrimenti deserte: bandiere e striscioni coi colori sociali, trombe, cappelli, sciarpe, cori e volti pitturati, tipo finalissima Copa America 2011. Duecento facinorosi festanti giunti in pullman e didascalicamente istruiti, solo per tifare, come dei Ringo Boys, per dare il titolo alla notizia: “L’ultras che non t’aspetti” (dal sito Yahoo Sport)
Dov’è il barbatrucco? Quelle duecento persone fluttuanti, apolidi, investite persino della famigerata nomea di ultras, non erano altro che una sorta di casting a cielo aperto, dei figuranti, delle comparse ingaggiate al buio per tifare a pagamento. Per fare audience, scoop, per produrre brand awareness e business. Strategia scaltra di marketing, di notorietà di marca dello sponsor, grazie all’Unicredit Group, uno dei maggiori gruppi finanziari internazionali, alias official sponsor della Uefa Champions League, alias azionista di riferimento di AS Roma SpA (etc.). Sulle orme di uno spot pubblicitario, Unicredit ha promosso un’operazione di guerriglia marketing senza precedenti per gradinate e stadi nostrani, un arditismo aggressivo sull’immaginario collettivo e sui meccanismi psicologici del target che deve far riflettere. La nuova frontiera delle curve sarà tifo virtuale, finto, tifosi prezzolati, ultras sponsorizzati, acritici e commercialmente allineati?
Non c’è che dire. Dopo Vuvuzelas e Programma Tessera del Tifoso siamo già alla terza fase del restyling nel mondo del calcio. Un bel passo in avanti per la globalizzazione della passione sugli spalti. C’mon Guys, c’mon Bank!
Maurizio Martucci
dal blog del libro CUORI TIFOSI – cuoritifosi.ormedilettura.com
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http://it.eurosport.yahoo.com/stefano-benzi/article/36578/
INTERVISTA AL RESPONSABILE BRAND MANAGEMENT DI UNICREDIT:
“Inventiamoci il tifo!“
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