mercoledì 20 luglio 2011

BRENDAN LILLIS, UNA CORSA CONTRO IL TEMPO.


Potrebbero rimanere solo dieci giorni per evitare che Brendan Lillis, pow repubblicano gravemente malato, muoia a Maghaberry, dove è detenuto senza che sia stata pronunciata una sentenza di condanna, dopo che le accuse contro di lui sono state ritirate.



di Anthony McIntyre (The Pensive Quill)

traduzione a cura di Elena Chiorino



Brendan Lillis è un prigioniero che soffre di una malattia debilitante nota come spondilite anchilosante. È gravemente malato: tanto gravemente che i più vicini a lui sono dell’opinione che sia in fin di vita. La sua partner, qualche sera fa, ha dichiarato che secondo lei non gli restano più di dieci giorni, e pare da alcune fonti che alcuni interni al Northern Ireland Prision Service concordino. Se è così, non rimane molto tempo.

Perché Brendan Lillis continui ad essere imprigionato a Maghaberry dalle autorità britanniche per attività risalenti agli anni ’70, quando era un membro della
Provisional IRA, è chiaro ma raramente riconosciuto. L’accusa di rapina che nel 2009 ha portato alla revoca della sua licenza dall’ergastolo sono in seguito state ritirate: non c’è alcuna ragione esplicita che giustifichi la sua detenzione. È una pedina di un gioco politico più ampio, un’eccezione che conferma la regola – la regola britannica.

Nonostante il velo che la società nordirlandese ha gettato alla fine della lotta armata della Provisional IRA, sotto quella superficie sono sepolte questioni che pochi vogliono affrontare, questioni che si supponeva fossero state risolte dal nuovo ordinamento; questioni che erano roventi quando la campagna dell’IRA era nel pieno dell’attività, e che spesso erano citate come ragioni che legittimavano l’uso delle armi.

Di conseguenza, un uomo la cui energia ed attività erano combustibili fondamentali delle fiamme che alimentavano l’attivismo repubblicano, un uomo che ha partecipato ardentemente alla
Blanket Protest, un uomo il cui investimento nel progetto repubblicano è stato usato come base per costruire l’attuale organico politico ora è rinchiuso in prigione a causa di tutto ciò. È nelle mani dello stesso trattamento carcerario del passato, è sottoposto alle stesse violazioni di diritti del passato e sembra che sarà lasciato lì a morire, come altri prima di lui.

In palese contraddizione con le stesse linee guida esplicitate nel suo Corporate and Business Plan, il
Northern Ireland Prison Service non sta assicurando a Brendan Lillis le appropriate cure mediche di cui necessita.

Attualmente, Brendan Lillis pesa poco più di 5 stone (circa 32 kg, n.d.t.), da 600 giorni è confinato a letto e prende quaranta pastiglie al giorno. La Life Sentence Review Commission ha tentato di posporre la data in cui si occuperà del suo caso, e ciò significa che continuerà ad essere ammanettato al sistema che lo sta uccidendo.

In un modo o nell’altro, questo ex
Blanket Man uscirà di prigione. Il governo britannico sa che non potrà trattenerlo ancora a lungo, ma sembra certo che rimarrà nelle le sue mani fino a quando il problema non diverrà ufficialmente responsabilità del medico legale. È uno spirito vendicativo e meschino.

Ma fra tutte le connotazioni politiche intrecciate con il suo caso, c’è un aspetto saliente che non può essere ignorato: un uomo gravemente malato è rinchiuso in prigione e condannato, pare, a morire lì. Le basi umanitarie su cui rilasciarlo hanno nettamente più peso delle considerazioni politiche che stanno alla radice della sua incarcerazione.

Il partito che si trova nella posizione più favorevole per fare pressione sulla questione è il
Sinn Féin
. Dichiara di essersi recato nella prigione sette volte l’anno scorso, ed in effetti proprio quello è l’unico risultato che sia riuscito a raggiungere. Non ha ottenuto molti frutti, anzi: se possibile, dopo le sette visite, la situazione è peggiorata. Può recarsi in prigione sette volte, ma non è in grado di farne uscire Brendan Lillis una volta sola.

Il partito appare esitante ad affrontare la questione in modo matuto e pubblicamente perché farlo significherebbe ammettere che, a causa del suo fallimento nell’assicurare sostanziali profitti, gli inglesi possono ancora usufruire delle azioni di polizia politica come arma di detenzione per Brendan Lillis; e Brendan Lillis non è in carcere per le sue vedute politiche, ma come avvertimento, per mostrare agli altri cosa c’è in serbo per loro se non acconsentono a sottomettersi.

Questa è una dimostrazione del potere politico britannico sull’impotenza dei repubblicani. È un’affermazione plateale del fatto che i grandi problemi del conflitto relativi all’imprigionamento non sono mai stati risolti, ma convenientemente rivoltati in favore degli inglesi. E, per dimostrarlo, gli inglesi sono pronti a minacciare i propri avversari con una bara.



http://thefivedemands.org/2011/07/17/brendan-lillis-una-corsa-contro-il-tempo/


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