Leggiamo l’articolo uscito sul Corriere dell’Umbria il 05-03-2009 ‘Adolescenti bruciati dalla droga’ a firma di Giovanna Belardi e trattandosi di un tema altamente delicato vorremmo porre delle domande che speriamo possano trovare in qualche attento lettore quantomeno un po’ di sana meditazione.
Sono anni che il fenomeno della droga è un problema di tutti nella società attuale e soprattutto nella nostra Città. Serviva arrivare a vedere adolescenti che ‘donano’ il proprio corpo in cambio di qualche dose di sostanze stupefacenti per capire che il problema della droga è un problema che non solo distrugge fisicamente ma anche mentalmente l’individuo umano, l’Essere? Crediamo di no, ma nell’abbrutimento moderno questa è prassi. C’è da domandarsi il perché, i giovani d’oggi, cerchino nella droga un qualcosa di irreale per ‘scappare’ dalle problematiche quotidiane. Pensiamo che il nihilismo da Lei accennato, sia molto più reale di qualche piccola e presunta ipotesi. Inoltre, crediamo che, prima di queste famigerate organizzazioni criminose, c’è da analizzare un fatto ben più importante e a fondo, ovvero: da dove provengono queste droghe? Chi le produce? Chi ci guadagna? Ci sono Stati che grazie al narcotraffico guadagnano tanti bei denari sotto il tacito accordo di altri Stati, ben più potenti. La Colombia per la cocaina o il Myanmar per le anfetamine sono esempi più che sufficienti. Cosa si può fare? Come si possono aiutare questi giovani? Sono certamente domande complesse ma cercare di dare loro delle prospettive concrete, degli spazi di vera aggregazione per crescere e potenziarsi sia il primo passo da fare. Sempre che, sia ben chiaro, la droga sia riconosciuta come un problema reale e non marginale frutto della decadenza di questa società sbandata.
Controvento
Adolescenti bruciati dalla droga.
Il sostituto procuratore Rossi: la criminalità intercetta il disagio dei giovani. L’allarme per l’Umbria arriva dalla procura dei minori.
PERUGIA05.03.2009
Giovani e disagio Tanti i pericoli connessi a droga e alcol.
Un corpo senza vita, con accanto la siringa: è questa l'immagine che i più associano alla droga, considerata ancora qualcosa di estremo e come tale di molto lontano. Che non ci riguarda se non perché ci si imbatte in qualche tossicodipendente o si sente dell'ennesimo maxi sequestro. Eppure mai come in questo momento la droga si è fatta tanto invadente. Tanto diffusa da interessare variegati aspetti della vita quotidiana e così a portata di mano da aver oramai attecchito sui giovanissimi. Intere generazioni di ragazzini a rischio di essere attratte in una rete non facile da vedere nella sua ambigua pericolosità. La singola overdose è quindi solo un aspetto, per quanto grave, di un fenomeno assai più drammaticamente complesso. Gli addetti ai lavori lo sanno, collegando tutto quello che al momento la droga muove. Non solo quello che a Perugia oramai si vede sotto la luce del sole, ovvero spaccio e consumo, ma una serie di reati connessi alle sostanze stupefacenti in continuo aumento e che interessano anche i minori. Come segnala il sostituto procuratore presso la Procura dei Minorenni Giovanni Rossi. "La droga oggi entra nelle vite di tutti, eppure è un tema di cui non si parla molto. Forse perché non fa 'notizia' e non ci si accorge che sta bruciando le nuove generazioni. E' presente nelle attività, nei luoghi di aggregazione. E' dentro le abitazioni, non più soltanto per strada". Come incide sui giovanissimi il consumo? "In Umbria si è riscontrato un aumento dei reati connessi all'uso di sostanze stupefacenti, anche da parte di minori. Arrivano da noi per qualche episodio particolare e poi scopriamo che alle spalle c'è un uso o una dipendenza. La droga aumenta la propensione al reato, o quantomeno a comportamenti violenti. Ci sono soggetti con tratti di personalità particolari, che sotto l'effetto della droga sono portati ad andare oltre quel limite all'interno del quale, in condizioni di normalità, riuscivano invece a rimanere". Da qui si sviluppano quindi fenomeni collaterali, legati al consumo di sostanze che però raramente vengono ricollegati alla vera causa. Per esempio gli incidenti stradali. "E' necessario cominciare a riflettere su quei comportamenti 'strani' che vediamo anche lungo le strade della nostra città. Auto o moto che zigzagano, scattando improvvisamente come se stessero facendo corse su un percorso di gara, infrazioni al codice, eccessi di velocità, distrazioni. Non bisogna far finta di non accorgersi che probabilmente chi guida in quel modo agisce sotto uno stato di alterazione. Chi causa incidenti apparentemente senza motivo, finendo addosso al pensionato che procede sulla propria strada o saltando su un marciapiede dove camminano inconsapevoli pedoni, al controllo dopo l'incidente spesso risulta aver fatto uso di droga". Anche alcune violenze (commesse all'interno di appartamenti) hanno poi rivelato un rapporto nato da relazioni sempre connesse al mondo delle sostanze stupefacenti, in particolare tra spacciatore e cliente. "Agli inizi per queste ragazzine "normali" l'avvio è fatto di contatti, apparentemente tutti casuali, con la droga. Poi si tirano le somme. Il contatto sparisce e la ragazza ha bisogno. Allora si dà in cambio di una dose. La giovane porta segni psicofisici ma riesce a mantenersi nei limiti della visibilità. E così continua. Non dimentichiamo che oltre ai disagi psicologici la droga comporta una serie di comportamenti a rischio per la contrazione di malattie. Non solo l'Aids ma anche patologie minori pur sempre gravi". A Perugia la diffusione di questo fenomeno non sembra dare segni di cedimento: la droga continua ad arrivare e le richieste ad aumentare. "Penso che anche in Umbria, l'afflusso copioso di droga (come segnalato nella sua relazione dal presidente della Corte d'Appello Bonaiuto) avvenga sotto l'egida di una o più organizzazioni mafiose. Ma, su ciò, è opportuno che si chiedano informazioni a magistrati della Procura ordinaria e agli investigatori che si occupano di queste organizzazioni, e di chi in Umbria, nella catena del riciclaggio, spartisce con esse gli immensi guadagni. Il mio compito, dallo specifico vertice minorile, con riferimento alla salvaguardia delle giovani generazioni, è quello di stabilire plausibili connessioni tra fatti trattati normalmente in modo separato, sollecitando una più perspicua interpretazione giornalistica. La droga, che gravemente danneggia, nei vari modi cui si è fatto cenno, le giovani generazioni, è segno molto forte di una presenza, anche nella nostra regione, di organizzazioni criminali, presumibilmente italiane; queste organizzazioni intercettano in modo nuovo l'eterno disagio dei giovani, che taluno ipotizza aggravato dal nichilismo del nostro tempo. Questi, a mio giudizio, i fatti e le loro relazioni, di cui occorre occuparsi, non di pseudo - fenomeni fuorvianti, veicolati da parole di vago significato, appesantite dai suffissi 'ing' e 'ismo', spesso usati o almeno colposamente agitati per distrarre/attrarre l'opinione pubblica"
Giovanna Belardi
Sono anni che il fenomeno della droga è un problema di tutti nella società attuale e soprattutto nella nostra Città. Serviva arrivare a vedere adolescenti che ‘donano’ il proprio corpo in cambio di qualche dose di sostanze stupefacenti per capire che il problema della droga è un problema che non solo distrugge fisicamente ma anche mentalmente l’individuo umano, l’Essere? Crediamo di no, ma nell’abbrutimento moderno questa è prassi. C’è da domandarsi il perché, i giovani d’oggi, cerchino nella droga un qualcosa di irreale per ‘scappare’ dalle problematiche quotidiane. Pensiamo che il nihilismo da Lei accennato, sia molto più reale di qualche piccola e presunta ipotesi. Inoltre, crediamo che, prima di queste famigerate organizzazioni criminose, c’è da analizzare un fatto ben più importante e a fondo, ovvero: da dove provengono queste droghe? Chi le produce? Chi ci guadagna? Ci sono Stati che grazie al narcotraffico guadagnano tanti bei denari sotto il tacito accordo di altri Stati, ben più potenti. La Colombia per la cocaina o il Myanmar per le anfetamine sono esempi più che sufficienti. Cosa si può fare? Come si possono aiutare questi giovani? Sono certamente domande complesse ma cercare di dare loro delle prospettive concrete, degli spazi di vera aggregazione per crescere e potenziarsi sia il primo passo da fare. Sempre che, sia ben chiaro, la droga sia riconosciuta come un problema reale e non marginale frutto della decadenza di questa società sbandata.
Controvento
Adolescenti bruciati dalla droga.
Il sostituto procuratore Rossi: la criminalità intercetta il disagio dei giovani. L’allarme per l’Umbria arriva dalla procura dei minori.
PERUGIA05.03.2009
Giovani e disagio Tanti i pericoli connessi a droga e alcol.
Un corpo senza vita, con accanto la siringa: è questa l'immagine che i più associano alla droga, considerata ancora qualcosa di estremo e come tale di molto lontano. Che non ci riguarda se non perché ci si imbatte in qualche tossicodipendente o si sente dell'ennesimo maxi sequestro. Eppure mai come in questo momento la droga si è fatta tanto invadente. Tanto diffusa da interessare variegati aspetti della vita quotidiana e così a portata di mano da aver oramai attecchito sui giovanissimi. Intere generazioni di ragazzini a rischio di essere attratte in una rete non facile da vedere nella sua ambigua pericolosità. La singola overdose è quindi solo un aspetto, per quanto grave, di un fenomeno assai più drammaticamente complesso. Gli addetti ai lavori lo sanno, collegando tutto quello che al momento la droga muove. Non solo quello che a Perugia oramai si vede sotto la luce del sole, ovvero spaccio e consumo, ma una serie di reati connessi alle sostanze stupefacenti in continuo aumento e che interessano anche i minori. Come segnala il sostituto procuratore presso la Procura dei Minorenni Giovanni Rossi. "La droga oggi entra nelle vite di tutti, eppure è un tema di cui non si parla molto. Forse perché non fa 'notizia' e non ci si accorge che sta bruciando le nuove generazioni. E' presente nelle attività, nei luoghi di aggregazione. E' dentro le abitazioni, non più soltanto per strada". Come incide sui giovanissimi il consumo? "In Umbria si è riscontrato un aumento dei reati connessi all'uso di sostanze stupefacenti, anche da parte di minori. Arrivano da noi per qualche episodio particolare e poi scopriamo che alle spalle c'è un uso o una dipendenza. La droga aumenta la propensione al reato, o quantomeno a comportamenti violenti. Ci sono soggetti con tratti di personalità particolari, che sotto l'effetto della droga sono portati ad andare oltre quel limite all'interno del quale, in condizioni di normalità, riuscivano invece a rimanere". Da qui si sviluppano quindi fenomeni collaterali, legati al consumo di sostanze che però raramente vengono ricollegati alla vera causa. Per esempio gli incidenti stradali. "E' necessario cominciare a riflettere su quei comportamenti 'strani' che vediamo anche lungo le strade della nostra città. Auto o moto che zigzagano, scattando improvvisamente come se stessero facendo corse su un percorso di gara, infrazioni al codice, eccessi di velocità, distrazioni. Non bisogna far finta di non accorgersi che probabilmente chi guida in quel modo agisce sotto uno stato di alterazione. Chi causa incidenti apparentemente senza motivo, finendo addosso al pensionato che procede sulla propria strada o saltando su un marciapiede dove camminano inconsapevoli pedoni, al controllo dopo l'incidente spesso risulta aver fatto uso di droga". Anche alcune violenze (commesse all'interno di appartamenti) hanno poi rivelato un rapporto nato da relazioni sempre connesse al mondo delle sostanze stupefacenti, in particolare tra spacciatore e cliente. "Agli inizi per queste ragazzine "normali" l'avvio è fatto di contatti, apparentemente tutti casuali, con la droga. Poi si tirano le somme. Il contatto sparisce e la ragazza ha bisogno. Allora si dà in cambio di una dose. La giovane porta segni psicofisici ma riesce a mantenersi nei limiti della visibilità. E così continua. Non dimentichiamo che oltre ai disagi psicologici la droga comporta una serie di comportamenti a rischio per la contrazione di malattie. Non solo l'Aids ma anche patologie minori pur sempre gravi". A Perugia la diffusione di questo fenomeno non sembra dare segni di cedimento: la droga continua ad arrivare e le richieste ad aumentare. "Penso che anche in Umbria, l'afflusso copioso di droga (come segnalato nella sua relazione dal presidente della Corte d'Appello Bonaiuto) avvenga sotto l'egida di una o più organizzazioni mafiose. Ma, su ciò, è opportuno che si chiedano informazioni a magistrati della Procura ordinaria e agli investigatori che si occupano di queste organizzazioni, e di chi in Umbria, nella catena del riciclaggio, spartisce con esse gli immensi guadagni. Il mio compito, dallo specifico vertice minorile, con riferimento alla salvaguardia delle giovani generazioni, è quello di stabilire plausibili connessioni tra fatti trattati normalmente in modo separato, sollecitando una più perspicua interpretazione giornalistica. La droga, che gravemente danneggia, nei vari modi cui si è fatto cenno, le giovani generazioni, è segno molto forte di una presenza, anche nella nostra regione, di organizzazioni criminali, presumibilmente italiane; queste organizzazioni intercettano in modo nuovo l'eterno disagio dei giovani, che taluno ipotizza aggravato dal nichilismo del nostro tempo. Questi, a mio giudizio, i fatti e le loro relazioni, di cui occorre occuparsi, non di pseudo - fenomeni fuorvianti, veicolati da parole di vago significato, appesantite dai suffissi 'ing' e 'ismo', spesso usati o almeno colposamente agitati per distrarre/attrarre l'opinione pubblica"
Giovanna Belardi
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