venerdì 15 febbraio 2008

USA a tutta sorveglianza.

Roma - Un database per schedare i cittadini, una rete di operatori telefonici che collaborano con lo stato per controllarli. Gli Stati Uniti spingono l’acceleratore sul fronte di monitoraggio e sorveglianza. Con un database biometrico nuovo di zecca e con la rinnovata fiducia concessa alle telco che finora si sono infiltrate nella vita dei cittadini. Scansioni dell’iride, tratti del volto, impronte del palmo delle mani andranno ad aggiungersi ai 55 milioni di set di impronte digitali archiviate nell’attuale database dell’FBI. Il nuovo strumento sarà più completo, più agile e più accurato, costerà un miliardo di dollari, sarà sviluppato e gestito per dieci anni da Lockheed Martin, l’azienda che si è occupata di costruire l’archivio fin qui utilizzato. Il database si chiamerà Next Generation Identification. I cittadini onesti non avranno di che temere, ha spiegato Thomas E. Bush III per l’FBI: nel database convergeranno le identità biometriche di criminali, di terroristi e sospetti terroristi, di coloro che visitano gli Stati Uniti con una fedina penale che non sia intonsa. L’obiettivo di un rinnovato database? Semplificare lo scambio e la condivisione di informazioni fra le istituzioni americane, spiegano dall’FBI: l’archivio verrà sviluppato aderendo agli standard tecnici condivisi fra il Dipartimento della Homeland Security, il Dipartimento della Difesa e le altre istituzioni che si occupano di tutelare la sicurezza dei cittadini. Questo scambio di dati potrebbe essere operato anche a livello internazionale, un’opzione ventilata in precedenza dall’FBI, una strategia che potrebbe aprire la strada alla costruzione di un database sterminato, condiviso tra le forze dell’ordine di mezzo mondo. Ma le ragioni della sicurezza globale non si perseguono solo a mezzo database. L’apparato normativo che concedeva alla polizia degli Stati Uniti ampi poteri in nome della sicurezza si sta lentamente sgretolando, si tentano di ristabilire le garanzie minime per i cittadini, sottoposti ad un monitoraggio estensivo di telefonate e sessioni web, ma nel frattempo si staglia all’orizzonte un sistema pervasivo di intercettazioni, che andrà ad aggiungersi alla già attiva sorveglianza sulla vita telefonica e web dei cittadini. Fra i provvedimenti volti a fare chiarezza su quanto avvenuto negli anni di lotta al terrorismo e a sgombrare il futuro dall’uso illecito della sorveglianza c’è una proposta di legge secondo cui le intercettazioni vanno regolamentate, e prevede che le procedure di spionaggio statale debbano essere raccolte in relazioni dettagliate. Relazioni dettagliate che dovrebbero coprire anche l’attività passata delle telco e dei provider incaricati delle intercettazioni. Bush aveva opposto il suo niet, aveva promesso ostruzionismo qualora la proposta di legge non avesse previsto l’immunità per gli operatori che hanno cooperato con le agenzie investigative. Il Senato ha dato ragione al Presidente, l’immunità è stata garantita alle telco che hanno agito e, ha spiegato Bush, continueranno ad agire per salvaguardare il paese dalle minacce. La proposta di legge dovrà passare nuovamente alla camera bassa: se EFF intravede nel voto del Senato un futuro nel quale i cittadini dovranno rinunciare alla propria riservatezza in nome della sicurezza nazionale, ACLU, l’associazione americana a difesa dei diritti civili, già ha parlato dell’approvazione di una proposta pericolosa e incostituzionale.



Tratto da Disinformazione, di Gaia Bottà.

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