Se a tranciarlo sono gli americani e le vittime sono italiane nessuno pagherà.
Esattamente un decennio fa, il 3 febbraio 1998, un aereo militare Usa tranciò i cavi della funivia di Cavalese, nel Trentino, volando a bassissima quota e provocando la morte di 20 persone. Ancora oggi il Comitato 3 Febbraio, formato da cittadini della zona, chiede che sia fatta giustizia e che il processo ai piloti del 'Prowler' Usa responsabile della strage, svoltosi negli Stati Uniti, sia celebrato in Italia. Il pilota dell'aereo, il capitano Richard Ashby, venne condannato da una corte marziale americana a sei mesi di carcere (per avere distrutto un video del volo) e all'espulsione dai marines, senza pensione. Il co-pilota Joseph Schweitzer, che ammise di avere bruciato il nastro che li avrebbe incriminati, se la cavò con la radiazione, evitando il carcere. Gli altri due marine a bordo del Prowler, William Rainey e Chandler Seagraves, vennero giudicati non colpevoli perché non erano ai comandi. Ma la ferita è tuttora aperta negli Usa dove i due piloti Ashby e Schweitzer sono ancora impegnati in battaglie legali con le autorità militari per ottenere, in appello, accesso ai privilegi amministrativi perduti con la radiazione dai marine decisa a suo tempo dalla corte marziale di Camp Lejeune. La conclusione della vicenda sembra avere lasciato tutti insoddisfatti. Gli attivisti del comitato '3 Febbraio' hanno sempre criticato la sentenza della giustizia militare Usa giudicata troppo generosa nei confronti dei piloti responsabili della morte di 20 persone. "Il processo doveva svolgersi in Italia non negli Stati Uniti - ha ribadito in una recente intervista Werner Pichler, presidente del comitato - il pilota dell'aereo è stato condannato ad una pena minima, non per avere abbattuto la funivia ma per avere distrutto la cassetta con la registrazione del volo". "Noi chiediamo che il caso sia riaperto perché la strage non è stata colpa solo del pilota ma anche di chi sapeva che si effettuavano voli a bassa quota, sia americani che italiani, e non ha fatto nulla per impedirli", ha affermato Pichler. Nel marzo del 1999 il Senato Usa approvò un risarcimento di due milioni di dollari per ogni famiglia delle 20 vittime del Cermis. La mitezza della sentenza provocò comunque la rabbia dei familiari delle vittime: il pilota Ashby trascorse solo quattro mesi in carcere (per buona condotta) mentre il co-pilota Schweitzer non passò neppure un giorno in carcere.
(www.ansa.it)
Ma Carlo Parlanti langue sequestrato in California, condannato senza regolare processo per un'accusa infondata di un'americana, estradato con la prepotenza e l'inganno, privato dei diritti pur riconosciuti ai detenuti, ha perso la salute, non viene curato se non per fare degli esperimenti medici che in nessun film sui lager nessun fantasioso regista aveva mai neppure messo in scena. Ma di che ci preoccupiamo? Siamo certi che le Istituzioni sono state solo un po' distratte e che metteranno presto a posto ambo le questioni sospese...
(www.noreporter.org)
Esattamente un decennio fa, il 3 febbraio 1998, un aereo militare Usa tranciò i cavi della funivia di Cavalese, nel Trentino, volando a bassissima quota e provocando la morte di 20 persone. Ancora oggi il Comitato 3 Febbraio, formato da cittadini della zona, chiede che sia fatta giustizia e che il processo ai piloti del 'Prowler' Usa responsabile della strage, svoltosi negli Stati Uniti, sia celebrato in Italia. Il pilota dell'aereo, il capitano Richard Ashby, venne condannato da una corte marziale americana a sei mesi di carcere (per avere distrutto un video del volo) e all'espulsione dai marines, senza pensione. Il co-pilota Joseph Schweitzer, che ammise di avere bruciato il nastro che li avrebbe incriminati, se la cavò con la radiazione, evitando il carcere. Gli altri due marine a bordo del Prowler, William Rainey e Chandler Seagraves, vennero giudicati non colpevoli perché non erano ai comandi. Ma la ferita è tuttora aperta negli Usa dove i due piloti Ashby e Schweitzer sono ancora impegnati in battaglie legali con le autorità militari per ottenere, in appello, accesso ai privilegi amministrativi perduti con la radiazione dai marine decisa a suo tempo dalla corte marziale di Camp Lejeune. La conclusione della vicenda sembra avere lasciato tutti insoddisfatti. Gli attivisti del comitato '3 Febbraio' hanno sempre criticato la sentenza della giustizia militare Usa giudicata troppo generosa nei confronti dei piloti responsabili della morte di 20 persone. "Il processo doveva svolgersi in Italia non negli Stati Uniti - ha ribadito in una recente intervista Werner Pichler, presidente del comitato - il pilota dell'aereo è stato condannato ad una pena minima, non per avere abbattuto la funivia ma per avere distrutto la cassetta con la registrazione del volo". "Noi chiediamo che il caso sia riaperto perché la strage non è stata colpa solo del pilota ma anche di chi sapeva che si effettuavano voli a bassa quota, sia americani che italiani, e non ha fatto nulla per impedirli", ha affermato Pichler. Nel marzo del 1999 il Senato Usa approvò un risarcimento di due milioni di dollari per ogni famiglia delle 20 vittime del Cermis. La mitezza della sentenza provocò comunque la rabbia dei familiari delle vittime: il pilota Ashby trascorse solo quattro mesi in carcere (per buona condotta) mentre il co-pilota Schweitzer non passò neppure un giorno in carcere.
(www.ansa.it)
Ma Carlo Parlanti langue sequestrato in California, condannato senza regolare processo per un'accusa infondata di un'americana, estradato con la prepotenza e l'inganno, privato dei diritti pur riconosciuti ai detenuti, ha perso la salute, non viene curato se non per fare degli esperimenti medici che in nessun film sui lager nessun fantasioso regista aveva mai neppure messo in scena. Ma di che ci preoccupiamo? Siamo certi che le Istituzioni sono state solo un po' distratte e che metteranno presto a posto ambo le questioni sospese...
(www.noreporter.org)
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