mercoledì 6 febbraio 2008

Maccartismo mondiale, oggi.

Ricordate gli anni delle grandi purghe e delle commissioni censorie che hanno dilagato negli USA quando lo spettro del comunismo internazionale ha assunto una connotazione paranoica che ha decimato l’intellighentia Americana mietendo vittime, anche illustri tra il giornalismo, l’arte, il cinema, la letteratura, la classe insegnante universitaria ed in tutti gli stati sociali in nome di una crociata bigotta ed ottusa che nulla aveva a che fare con la vera difesa della libertà contro la tirannia?


Un grande apparato mediatico, giudiziario e politico si mosse per plagiare la pubblica opinione e per scatenare un caccia alle streghe di enormi proporzioni e ci vollero anni ed anni per uscire da quell’incubo.



Ebbene, oggi sta accadendo qualche cosa di simile, ma su di un piano molto più vasto perché il fenomeno sta investendo quasi tutto il pianeta e sta continuamente crescendo a dismisura.



Parliamo della crociata che si sta sviluppando contro chiunque, da qualsiasi punto di vista, osi criticare Israele e la sua politica  verso il popolo Palestinese.



Chi lo fa viene assimilato ipso facto come promotore di un antisemitismo che è solo nella mente di chi ha interesse a difendere una politica oppressiva e criminale che calpesta i diritti fondamentali dei Palestinesi.



Una macchina sofisticata e capillarmente inserita in tutte le amministrazioni e nelle dirigenze dei grandi mezzi di informazione controlla ed incanala le politiche di gestione sia della formazione della pubblica opinione che viene indirizzata ad una particolare sensibilizzazione verso ogni aspetto degli atteggiamenti di critica alla politica estera Israeliana, che verso una sempre più massiccia e pesante legislazione che sanziona tali critiche tacciandole di antisemitismo anche se sono solamente le critiche verso un Paese, Israele, che calpesta ed opprime un popolo, quello Palestinese, reo solamente di essere di intralcio, con la sua stessa esistenza, alla realizzazione del disegno del “Grande Israele”.



L’unione Europea ha acquisito queste tesi emanando delle disposizioni generali vessatorie e liberticide. In Germania ed in Francia ci sono centinaia e centinaia di persone già incarcerate per reati di tale fattispecie ed in Italia si sta procedendo verso tale direzione, tanto che il ministero delle pari opportunità chiede, sul sito ufficiale della ministra Pollastrini, di fare delazione al ministero di ogni caso di questo tipo di antisemitismo.



Il problema non è un supposto razzismo antisemita che potrebbe giustificare reazioni sdegnate nel mondo politico e sociale, perché oggi, in Europa, quasi nessuno sposa le tesi di discriminazione in funzione della razza, della religione o del colore della pelle, ma di una traslazione mediatico-culturale che trasferisce alla critica della politica dello stato di Israele nei riguardi della Palestina e dei palestinesi, un significato razzista che essa non ha.



La riprova di quanto andiamo dicendo è nel fatto che in Israele stesso vi sono movimenti consistenti di cittadini che muovono al governo le stesse critiche senza per questo essere accusati di antisemitismo.



Insomma l’antisemitismo è un giudizio critico pregiudiziale al popolo ebraico (e meglio sarebbe chiamarlo antiebraismo perché semiti sono anche tutti gli Arabi..) e non un giudizio critico  motivato ad un governo o ad uno stato.



Così come in America il maccartismo faceva comodo ad una certa classe politica dominante di neoconservatori bigotti, così questo neomacartismo fa comodo ad una classe politica Israeliana e Americana che vede in Israele una testa di ponte per la “democratizzazione” del medio oriente o meglio per una omologazione di quell’area geopolitica agli interessi del turbocapitalismo finanziario.



Ma non ci si venga a parlare dei sacri principi di difesa delle libertà e della lotta al razzismo.



Sono solo pretesti ipocriti, falsi, cinici e criminali  per giustificare un trattamento, questo sì razzista ed oppressivo verso il popolo Palestinese!




Alessandro Mezzano

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