L’impennata di infortuni sul lavoro, molto spesso mortali, necessita di una pronta risposta da parte del mondo politico. Si tratta infatti di una vera emergenza sociale che già ampiamente diffusa negli anni passati si è poi ulteriormente allargata con i processi di liberalizzazione del mercato, che implicano la necessità per le imprese marginali, la maggioranza, di tagliare i costi per rimanere competitive, e con il venire meno dei controlli da parte delle strutture pubbliche. Il tragico è che, come quasi sempre succede in Italia, è un fenomeno che si manifesta ogni giorno ma che sale agli onori delle cronache solamente in casi particolari. Poi c’è solo il silenzio. Il caso della Thyssen di Torino con i sette operai morti ne è il caso più eclatante ma la situazione più drammatica si ha nei cantieri edili dove lavorano soprattutto immigrati, polacchi, romeni e africani, disposti a tutto pur di garantirsi uno stipendio e dove i piccoli imprenditori non badano molto al rispetto di standard minimi di sicurezza, come l’utilizzo dei caschi e delle cinture di sicurezza.
Ne ha preso atto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ha ricordato che maggioranza e opposizione hanno votato il testo legge delega sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La legge (la numero 123 approvata il 3 agosto 2007) è in vigore ma le manca solo un articolo che è ancora in discussione da oltre un anno.
Ed è quello fondamentale perché lì ci sono le sanzioni pecuniarie ed amministrative. Il governo spera di varare la legge entro la fine febbraio e per questo ha chiesto la collaborazione dell’opposizione. “In 17 mesi – ha ricordato Damiano - abbiamo sospeso più di 3 mila imprese. Nei cantieri edili 206 mila lavoratori prima sconosciuti all’Inail, ora sono conosciuti. Si tratta di una emersione importante grazie alla collaborazione con le parti sociali”.
Oggi, “I controlli sono importanti, ma bisogna cambiare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, certamente c’è una frammentazione fra i vari enti che fanno i controlli. Abbiamo assunto 1.411 ispettori del lavoro e il 60%. La verità è che su 100 aziende ispezionate, ben 60 sono fuori norma a vario titolo. Se sommiamo tutti gli istituti, abbiamo 6 mila ispettori che fanno 250 mila controlli annui, ma le aziende italiane sono 4,5 milioni. E allora se non c’è cultura della sicurezza, certamente i controlli non bastano”.
Per il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Gianni Paglierini (Pdci), “dobbiamo assolutamente evitare che mentre il medico studia, il paziente muoia. Serve un piano straordinario di ispezioni e controlli, in grado di far rispettare le leggi e tutelare la vita di chi lavora. Ed è necessario allo stesso tempo che il governo acceleri i tempi e presenti subito i decreti attuativi della legge 123, perché la crisi politica non può rappresentare un impedimento. Il 2008 deve diventare l’Anno della Sicurezza, a testimonianza di un impegno inflessibile e determinato con l’obiettivo di rimettere al centro il grande tema dei diritti: affrontare il legame tra condizione di lavoro (ritmi, orari, stress, nocività) e incidenza degli infortuni è l’unico modo per fornire una risposta compiuta al fenomeno”.
Di Andrea Angelini, Rinascita.
Ne ha preso atto il ministro del Lavoro, Cesare Damiano, che ha ricordato che maggioranza e opposizione hanno votato il testo legge delega sulla sicurezza nei luoghi di lavoro. La legge (la numero 123 approvata il 3 agosto 2007) è in vigore ma le manca solo un articolo che è ancora in discussione da oltre un anno.
Ed è quello fondamentale perché lì ci sono le sanzioni pecuniarie ed amministrative. Il governo spera di varare la legge entro la fine febbraio e per questo ha chiesto la collaborazione dell’opposizione. “In 17 mesi – ha ricordato Damiano - abbiamo sospeso più di 3 mila imprese. Nei cantieri edili 206 mila lavoratori prima sconosciuti all’Inail, ora sono conosciuti. Si tratta di una emersione importante grazie alla collaborazione con le parti sociali”.
Oggi, “I controlli sono importanti, ma bisogna cambiare la cultura della sicurezza nei luoghi di lavoro, certamente c’è una frammentazione fra i vari enti che fanno i controlli. Abbiamo assunto 1.411 ispettori del lavoro e il 60%. La verità è che su 100 aziende ispezionate, ben 60 sono fuori norma a vario titolo. Se sommiamo tutti gli istituti, abbiamo 6 mila ispettori che fanno 250 mila controlli annui, ma le aziende italiane sono 4,5 milioni. E allora se non c’è cultura della sicurezza, certamente i controlli non bastano”.
Per il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Gianni Paglierini (Pdci), “dobbiamo assolutamente evitare che mentre il medico studia, il paziente muoia. Serve un piano straordinario di ispezioni e controlli, in grado di far rispettare le leggi e tutelare la vita di chi lavora. Ed è necessario allo stesso tempo che il governo acceleri i tempi e presenti subito i decreti attuativi della legge 123, perché la crisi politica non può rappresentare un impedimento. Il 2008 deve diventare l’Anno della Sicurezza, a testimonianza di un impegno inflessibile e determinato con l’obiettivo di rimettere al centro il grande tema dei diritti: affrontare il legame tra condizione di lavoro (ritmi, orari, stress, nocività) e incidenza degli infortuni è l’unico modo per fornire una risposta compiuta al fenomeno”.
Di Andrea Angelini, Rinascita.
è ufficiale: il 19,9% dei lavoratori potrà essere in nero senza che il datore di lavoro rischi nulla o quasi ...
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