sabato 5 giugno 2010

Scie chimiche: realta' o fantasia?

Articolo di Mario Cecere, tratto da CONTROVENTO - Bollettino interno dell'Associazione Culturale Tyr Perugia, Maggio/Giugno 2010. L'intero bollettino può essere scaricato in file .PDF cliccando qui.



La smisurata diffusione delle nuove tecnologie se da una parte ha suggerito l'illusione di un immediato accesso di tutti alla verita'del mondo (Internet), ha concorso senz'altro anche alla produzione e al consumo di una mole impressionante di dati e notizie oscurate o ignorate dai media 'tradizionali' come la televisione.

E' dunque su Internet che si possono oggi  trovare informazioni di prima mano e approfondimenti altrove censurati o introvabili e riversati incessantemente, da ogni punto del globo, da una inclassificabile congerie di ricercatori, quasi sempre estranei ai canali di con-senso finora noti. 

Essendo la Rete intasata da contenuti sempre piu' discordanti tra loro - cio' che e' un tipico tratto del Kali juga- e' buona norma sempre  approfondire e verificare, quanto ricevuto dallo schermo,  tramite il necessario confronto con la letturatura specialistica e scientifica - e con differenti e molteplici fonti: anche, quando sia possibile, 'tradizionali'.

 Prendiamo spunto da Internet per iniziare questo articolo perche' di seguito ci riferiremo all'apparire di quei fenomeni nei nostri cieli che, se sono sistematicamente ignorati dal grande pubblico dei video-dipendenti  e dei benpensanti, risultano al contario ben noti a chi frequenta solitamente, appunto, i fertili canali della Rete - oppure soltanto a chi, come noi di tanto in tanto, alza gli occhi verso il cielo: stiamo parlando delle cosiddette  "scie chimiche" (chemtrails). 

E' noto che i media 'tradizionali' ultimamente ripescano notizie e si confrontano sempre piu' da vicino con la Rete: con l'intenzione, nemmeno celata, di volere rap-presentare, agli occhi del volgo, la figura del 'solido'  padre di famiglia di una volta, il quale dominava, disponendo ancora di bastone e carota, sugli imberbi scavezzacollo - e' cosi' che la TV, col medesimo fare saccente e paternalistico,  pensa di trattare quei temi e quei comportamenti nuovi, sempre piu' discussi e condivisi in Internet e che non trovano ospitalita' altrove.

 
Da ultimo, non e' mancata all'appuntamento autocelebrativo la trasmissione pseudo-alternativa Report, condotta dalla brava giornalista televisiva di Rai Tre Milena Gabanelli, che ha dedicato un apparente  spazio di 'discussione' al tema delle scie chimiche: subito, naturalmente, gettato in farsa con la lettura, edificante e ideologica, della immancabile velina paternalistica passata dal CICAP, il comitato di controllo delle affermazioni sul paranormale:  'luogo' abbondantemente infiltrato da elementi governativi poco propensi alla divulgazione di massa  e all'approfondimento di nicchia quanto, piuttosto,  all'occultamento sistematico e alla  diffamazione degli studiosi considerati eretici alla scopo di fornire un'adeguata rassicurazione "scientifica" del pubblico televisivo.
  
In questi casi chi si interroga su quanto di strano sospetto e incomune avviene intorno a noi, o sopra di noi,  come in questo caso - e che, molto spesso , avviene proprio sotto il naso dei cosidetti "uomini pratici"-  e' tacciato, dai saccenti del proverbiale buon senso, di essere un "cospirazionista": e' questa la consueta accusa che  il Cicap - o consorterie similari  ha rivolto questa volta a Tanker Enemy per bocca dell'algida Gabanelli:  Tanker Enemy e' un gruppo di internauti -investigatori che da tempo raccolgono e diffondono in rete informazioni preziose e documenti sulle attivita' clandestine di irroramento di aerosol e veleni nei cieli del mondo da parte di aerei senza insegne di presunta proprieta' militare.

 E' strano che per un subdolo rovesciamento semantico il termine "cospirazionista" o "complottista", che dovrebbe designare piuttosto chi ordisce i complotti, e non chi li denuncia,  sia entrato nell'uso comune come sinonimo di propalatore di  teorie "non fondate scientificamente" e volte,  presumibilmente,  a rovesciare l'ordine costituito: nel nostro caso ci  si limita a rilevare che c'e' qualcosa che 'non torna' dietro l'apparente superficie delle cose, per di piu' facendo piu' che altro  affidamento, in una prima battuta, all'esperienza dei propri stessi sensi...inevitabilmente e' pero' definito "complottista"- o  "cospirazionista"- chi mette in dubbio le verita' ufficali fornite dagli "addetti ai lavori": sulle banche (signoraggio), sull' 11 settembre (autoattentato), sulle cosidette scie chimiche (guerre climatiche). (1)

Quelle strisce persistenti che da circa venti anni sono state notate da qualcuno  sulle nostre teste e che, invece di dissolversi come fanno quelle dei normali aerei di linea, rimangono sospese in  cielo per ore fino a dilatarsi e dare luogo a tipiche zebrature e striature, o a veri e propri reticolati, e a dissolversi poi in un velo lattiginoso che si estende sull'intera volta celeste, non sono scie di condensa prodotti dai gas di scarico degli aerei stessi.
 
Le scie di condensazione degli aerei, per prodursi, necessitano di specifiche condizioni  quali la temperatura esterna al di sotto dei quaranta gradi, l' altitudine dell'aereo superiore agli 8000 metri, l'umidita' del 70per cento.

Le scie di condensa sono un fenomeno naturale: il vapore acqueo si trasforma in cristalli di ghiaccio che per natura non possono permanere nei cieli piu' di trenta/cinquanta secondi: ecco anche spiegato perche' esse siano sempre ugualmente strette e corte.
 
Invece le cosiddette scie chimiche presentano la piu' grande mulliformita' di aspetto, consistenza e, soprattutto, durata: vedendo una scia bianca nel cielo si pensa subito che sia una normale scia di condensazione che segna il passaggio di un aereo di linea. Osservando attentamente, però, sorgono alcuni  dubbi, soprattutto se si confrontano le scie presenti nei nostri cieli oggi e quelle che vedevamo 20 anni fa. Le scie degli aerei a cui eravamo abituati 20 anni fa si dissolvevano in pochi minuti e pertanto erano corte e strette.
 
Riassumiamo di seguito quanto riportato sul sito
www.sciechimiche.org  che vi invitiamo a visitare al piu' presto: 
 
"Le scie di oggi sono molto diverse: larghe, persistenti anche per ore e si espandono trasformandosi in uno strato biancastro. Le scie che potevamo osservare 20 anni fa solcavano i nostri cieli poco frequentemente ed erano tutte uguali. Le scie di oggi, invece, sono molto più frequenti e sono talmente diverse le une dalle altre che è possibile suddividerle per tipologia: lunghe, corte, che si espandono, che non si espandono, a "trattini", a "fusillo", a "filamenti", poco persistenti, molto persistenti. Alcune scie si dissolvono in alcuni tratti ma permangono in altri. Altre hanno un aspetto fibroso mentre altre sembra che contengano al loro interno scie di consistenza diversa. Inconsueto e improbabile fenomeno se si trattasse di semplice vapore acqueo. In alcuni giorni si possono contare nell'arco di un'ora decine e decine di scie e in altri giorni si può assistere alla formazione di veri e propri reticolati nel cielo. Queste scie sono state avvistate anche fuori dalle rotte degli aerei di linea, a quote improbabili per gli aerei di linea e in spazi aerei non consentiti al traffico civile e/o commerciale."
 
Le prime denunce  proteste e segnalazioni di cittadini ai  rispettivi governi circa la  presenza di strani ghirigori nei cieli datano 1998:
 

"sopra la cittadina di Espanola, gli abitanti incominciarono ad accusare problemi di salute come: letargia, forti dolori alle giunture, perdita di memoria a breve termine, disturbi alle vie respiratorie, sintomi da depressione e sintomi simili a quelli influenzali. Le lamentele furono ignorate dal Governo dell'Ontario e così alcuni cittadini, prelevarono campioni di acqua e neve dalla propria terra e commissionarono analisi di laboratorio a proprio carico. Dall'esame dei campioni prelevati risultò che essi contenevano una quantità di particolato di alluminio venti volte superiore al limite indicato per l'acqua potabile. Con le analisi di laboratorio alla mano, si ricorse quindi ad una petizione presentata al Parlamento del Governo Canadese ad Ottawa, nella quale i cittadini chiedevano chiarimenti sulla natura del fenomeno e soprattutto esigevano che cessassero le irrorazioni chimiche sopra di loro. Dopo 45 giorni il Governo canadese rispose di non essere coinvolto in tali operazioni e che l'aviazione militare non aveva concesso permessi ad altri paesi di sorvolare il territorio Canadese a tale fine.

Sempre in Canada, ad Edmonton (in Alberta), dopo la comparsa di numerose scie bianche cominciarono a morire le piante di una vasta area che in breve tempo divenne arida. Ad un'analisi chimica del terreno, risultò che la sua conduttività era sette volte superiore alla norma e questo a causa della percentuale altissima di bario e alluminio. In altre zone saturate dalle scie, fra le sostanze rinvenute si riscontrano oltre ad alluminio e bario anche titanio, bromuro e batteri. "
 
Insomma: e' in atto una vasta e capillare operazione su scala mondiale i cui scopi non ci vengono rivelati ma di cui e' sistematicamente negata l'esistenza; coloro che ne parlano sono tacciati di essere dei "complottisti" dai cosiddetti "addetti ai lavori" sedicenti super partes (giornalisti, meteorologi, aeronautica militare).
I governi, ovviamente, nonostante le molteplici interrogazioni parlamentari (per l'Italia un asse trasversale: da Giulietto Chiesa a Giovanni Sandi, da Katia Belillo a Di Pietro-  significativamente 'silenti' i cattolici e il Partito dell'amore), privati di ogni sovranita' dall'unica potenza planetaria ancora egemone e sovrana, non possono che negare o tacere, confidando nella consueta dabbenagine bovina degli "uomini pratici" e della loro adesione ai "fatti" della realta'- che si concreta nella 'fede' incrollabile nel  buon senso comune.
 
 A questo proposito in noi  risuonano, piuttosto,  le potenti parole di Hegel nella prefazione alla Fenomenologia dello spirito: "Il noto in genere, appunto perche' noto,non e' conosciuto.Quando nel conoscere si presuppone alcunche' come noto e lo si tollera come tale, si finisce con l'illudere volgarmente sè e gli altri; allora il sapere, senza nemmeno avvertire come cio' avvenga, non fa un passo avanti nonostante il grande e incomposto discorrere ch'esso fa".
 
 
NOTE:
 
(1) Per dare uno stringente  ma efficace saggio di complottismo applicato alla cinematografia, cito una recensione apparsa su Il Fondo di Miro Renzaglia (
http://www.mirorenzaglia.org/?p=13395
) al remake di un film di Romero che presenta suggestioni inquietanti per chi sappia 'leggerle':
"E’ una manìa tutta americana quella di immaginare le proprie immense metropoli, ma anche le piccole città della loro provincia devastate da guerre, inondazioni, cicloni, invasioni marziane, morti viventi, virus letali e altre catastrofi possibili e impossibili. L’elenco della letteratura e dei film hollywoodiani con un tale soggetto è praticamente interminabile. E non dà segni di stanchezza, visto che dal 20 aprile è nelle sale: La città verrà distrutta all’alba, remake, dal titolo identico, di un vecchio successo del grande George Romero, uscito nel 1973 con la sceneggiatura di Paul McCollough. La trama, a sfondo horror, è in realtà paradigmatica del ricorrente immaginario apocalittico di cui dicevamo sopra ma, anche, del rapporto del cittadino americano con le proprie istituzioni e, brevemente, è questa: la tranquilla Evans City, in Pennsylvania, è investita da un’ondata di violenza: normali cittadini si trasformano in killer seriali a causa di una’arma biologica, la tossina “Trixie”, riversata nei serbatoi idraulici da un aereo militare ivi accidentalmente precipitato. Non bastasse già tanto a maledire quelle sante istituzioni che sono gli eserciti militari di ogni latitudine e longitudine e i loro mortiferi armamentari, il potere centrale, non trovando antidoti all’epidemia assassina, ordina ai propri reparti speciali l’eliminazione fisica della città tutta. E così avverrà."

Chi ha orecchie per intendere, intenda.


Nessun commento:

Posta un commento