martedì 1 giugno 2010

Omicidio Gabbo, una giustizia finora negata.


Il processo d’Appello nei confronti del cow-boy della polizia, Luigi Spaccarotella per l’omicidio di Gabriele Sandri è stato fissato per il 1° dicembre. A Firenze dunque ci sarà il secondo giudizio nei confronti del rambo con la divisa e dalla pistola facile che l’11 novembre del 2007 mise fine alla vita del giovane romano lungo l’autostrada A1, nei pressi di Arezzo. Dopo lo scandaloso verdetto di primo grado che ha condannato Spaccarotella a soli 6 anni per omicidio colposo si spera che dall’Appello arrivi un segnale di giustizia, finora negata. L’omicidio volontario è stato derubricato in omicidio colposo e questo al momento della sentenza creò una indignazione popolare contro il solito trattamento di copertura per chi indossa una divisa. Se pensiamo ai tanti fatti gravi in cui sono stati protagonisti proprio i cosiddetti servitori dello Stato, a cominciare dalla mattanza alla scuola Diaz e alla caserma Bolzaneto del g8 di Genova 2001 fino alle morti di giovani come Aldrovandi e Cucchi fermati per questioni di poco conto non ci si può non indignare per le pene irrisorie. Senza contare gli ultimi fatti accaduti durante la partita di coppa Roma-Inter in cui la polizia si è lasciata andare a violenze gratuite nei confronti di giovani, alcuni dei quali risultati del tutto estranei al tifo. E poi nemmeno si può giustificare le botte sol perché si tratta di ultrà. Ma torniamo al giovane romano ucciso sull’A1 da un agente troppo in vena di rambismo. La vita del giovane Gabbo che si recava a Milano per assistere alla partita Inter-Lazio fu spezzata da una scellerata pallottola di un poliziotto che senza alcun motivo di pericolo lasciò partire il colpo in direzione della macchina del gruppo di tifosi laziali che stava lasciando l’autogrill. L’azione di quel pistolero con la divisa non può trovare alcuna giustificazione tale da derubricare l’omicidio volontario in omicidio colposo. E quindi la speranza è che in Appello la sentenza di primo grado venga capovolta per rendere giustizia alla memoria del giovane Gabbo. Il giudice Ledda in primo grado chiese una condanna a 14 anni ma la corte presieduta dal giudice Bilancetti non la ritenne idonea, condannando Spaccarotella a soli 6 anni di reclusione per omicidio colposo. E’ possibile sperare che in questo Paese la giustizia ogni tanto arrivi a destinazione?

Di Michele Mendolicchio, www.rinascita.eu


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