Non è il copione de L’Isola dei Famosi. E nemmeno la sceneggiatura della prossima edizione del Grande Fratello. Ma una clausola tra le caratteristiche minime nel “Modulo di adesione al programma Tessera del Tifoso”, così deliberato dall’Osservatorio Nazionale sulle Manifestazioni Sportive: “La Tessera del Tifoso che utilizza un microchip con tecnologia RFID è l’unico documento attestante il diritto di partecipazione al Programma”. Aiuto, cos’è quella strana sigla Rfid? Sta per Radio Frequency Identification, più semplicemente “identificazione a radio frequenza”. E’ la tecnologia del micro-chip contenuta nella rivoluzionaria carta voluta dal ministro Maroni per entrare negli stadi di calcio (settore ospiti). Si tratta di un sistema mnemonico senza fili usato per identificare e registrare il profilo e la posizione di oggetti, animali e persone. E dal campionato 2010-2011 pure tutti i tifosi con fidelity card. Avete presenti quei dispositivi di allarme satellitari montati sulle macchine? Si, proprio quelli che, in caso di furto, permettono di tracciare la posizione geografica dell’auto interrogando un call center. Ecco, la tecnologia Rfid è questa roba qua. E il micro-chip in questione funziona esattamente così. Ma (starete dicendo) che c’entra col football? Niente, forse c’entra con la repressione della violenza degli ultrà. Ma non solo. Poniamo, ad esempio, che un tifoso giallorosso sottoscriva il modulo di adesione e riceva la nuova A.S. Roma Club Privilege (per la Sensi obbligatoria anche per abbonarsi all’Olimpico). Bene, questo tifoso, ignaro delle potenzialità dell’Rfid, ragiona con orgoglio oltranzista anche se non va in Curva Sud e si porta con sé nel portafogli la sua bella Tessera del Tifoso, ostentandola ai cugini laziali, fiero dell’indomita fede romanista. Ma se la porta con se pure a Milano, dove guarda caso almeno una volta a settimana si concede una scappatella fulminea dall’amante segreta, garconniere tattica in Piazza Duomo. E poniamo pure il caso che quella poveretta di sua moglie, all’oscuro degli spostamenti dell’infedele, rivolgendosi ad un avvocato riesca ad ottenere il divorzio, stanando i viaggetti del marito fedifrago. Come? Accedendo al data base registrato dall’A.S. Roma Club Privilege, integrata dell’identificazione a radio frequenza, ovvero la famigerata sigla Rfid!
Problema privacy
Così com’è, la Tessera del Tifoso sorveglia, traccia e registra gli spostamenti dei suoi possessori. L’Auto-ID Center era un consorzio internazionale nato nel 1999 intorno alla tecnologia Rfid, con l’obiettivo di fare intelligence-marketing, marchiando con il micro-chip gli oggetti per monitorarne sul web il ciclo di vita e gli spostamenti nel mondo. Tutto questo sarebbe stato possibile se il consorzio non avesse trovato l’ostilità delle associazioni dei consumatori che, vincendo una battaglia legale negli Stati Uniti d’America, nel 2003 portarono allo scioglimento dell’Auto-ID Center, condannato per violazione della privacy e della riservatezza personale. Al suo posto è però nato l’Auto-ID Labs, network indipendente di sette laboratori con ricercatori sparsi nei quattro continenti, dedito alla ricerca accademica e allo studio di nuove misure di sviluppo per l’ampliamento di business emergenti e per il commercio globale di merci con supporto tecnologico Rfid. Domanda: in un paese dichiaratamente garantista come l’Italia, supportato da norme comunitarie sulla privacy e dall’attività del Garante per la protezione dei dati personali e che proprio in questi giorni discute animatamente in Parlamento il disegno di legge sulle intercettazioni (cercando di quadrare il cerchio tra privacy, diritto all’informazione e tutela dell’attività giudiziaria), come è possibile che si possa allegramente sorvolare sulla riservatezza degli intestatari della Tessera del Tifoso? Colpa del teppismo degli ultrà? La torinese Ireth Security Sistems & Aerospace, titolare del progetto Ipas in collaborazione con una società del Gruppo Ibm, ha chiarito che la soluzione Ipas della Tessera del Tifoso “evolve l’idea di utilizzare le più moderne tecnologie per il controllo degli accessi, nell’anonimato e nel pieno rispetto della legge sulla privacy”.
Telecom Italia, firmataria con la Lega Pro di un contratto in esclusiva per la fornitura del supporto tecnologico a tutte le 90 società affiliate, bonariamente afferma che “la nuova tessera nominale, basata su tecnologia Rfid consentirà la gestione degli accessi agli stadi per una maggiore sicurezza a tutela dei tifosi e darà ai titolari la possibilità di seguire sempre la propria squadra del cuore, anche in presenza di limitazioni negli stadi da parte delle autorità competenti. L’intero processo è reso possibile grazie ad una piattaforma di rete realizzata da Telecom Italia ed ospitata presso uno dei Data Center del gruppo all’interno della quale vengono registrati automaticamente gli acquisti di titoli di ingresso effettuati dai titolari della Tessera del Tifoso, in modalità on-line o attraverso la biglietteria. Il servizio realizzato da Telecom Italia consente a Lega Pro di accedere da remoto, attraverso il collegamento a banda larga con il Data Center del gruppo, alle applicazioni software per la gestione ed elaborazione dei dati relativi alla Tessera del Tifoso, senza dovere disporre al proprio interno di un’infrastruttura dedicata e di know-how specializzato”. Certo, capito. Però ancora nessuno ha risposto alla vera domanda, nemmeno il Garante della privacy: siamo proprio sicuri che la Tessera del Tifoso non sia un Grande Fratello? Diranno che la questione dipende dai protocolli usati per la crittografia dei dati, dai canali e dalla larghezza delle bande di frequenza utilizzate nei micro-chip. Nel 2006 Calciopoli montò dalla Procura di Napoli partendo dalla tracciabilità di comuni Sim card, insospettabili schede telefoniche di Moggi&Company. Dal prossimo 29 agosto (inizio Serie A) qualcuno provi a spiegarlo a quel povero tifoso della Roma che (Magica in tasca) si vuol concedere una scappatella extraconiugale a Milano. E ditegli pure che un software lo monitorerà per le indagini investigative di un avvocato matrimonialista. Alla faccia del calcio (e della moglie!).
Di Maurizio Martucci, www.rinascita.eu
martedì 1 giugno 2010
La tessera del tifoso… sorvegliato.
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