La dinamica secondo i testi: sparò stringendo l’arma con due mani.
In un video la morte di Sandri:
“Così il poliziotto ha ucciso Gabbo”
AREZZO - L’omicidio del tifoso della Lazio, Gabriele Sandri, “Gabbo”, in un filmato della Procura. In un video, i consulenti dei pm aretini hanno riprodotto al computer quanto accadde l’11 novembre del 2007 nell’area di servizio di Badia del Pino quando l’agente della stradale Luigi Spaccarotella sparò e uccise il giovane. Nella ricostruzione, il poliziotto, tenendo con due mani la pistola d’ordinanza, mira e spara contro l’auto degli ultrà biancocelesti. Il proiettile dopo aver urtato contro una rete metallica colpì, prima, il finestrino anteriore della Scenic e, poi, mortalmente, il ventottenne romano. La simulazione, elaborata dai professor Domenico Compagnini e Paolo Russo, è alla base dell’imputazione di omicidio volontario contestata dal pm Giuseppe Ledda all’agente che, venerdì, comparirà davanti al gup di Arezzo. Il giudice dovrà decidere se confermare l’accusa nei suoi confronti. Il filmato, della durata di 1 minuto e 37 secondi, è stato realizzato in base alle dichiarazioni di quattro testimoni. La ricostruzione mostra le varie fasi dell’omicidio: la sirena della pattuglia della stradale viene azionata mentre gli otto tifosi (cinque della Lazio e tre della Juventus) urlano e si azzuffano vicino a un’auto ferma davanti all’autogrill. Poi, scappano. Dalla carreggiata opposta Spaccarotella in divisa, con la pistola in mano, intima: “Fermi. Che fate…”, poi spara in aria. Dopo il colpo, i giovani scappano verso la loro auto, l’agente corre anche lui, li insegue dall’altra parte della carreggiata per quasi un minuto, non può attraversare le quattro corsie dell’autostrada delimitata da una griglia metallica. Poi, il secondo avvertimento: “Fermi… Dove andate…”. Il poliziotto impugnando la calibro 9 corre ancora 30 secondi, intanto i cinque giovani salgono a bordo della Scenic e mettono in moto. L’auto imbocca l’uscita dall’area di servizio, l’agente impugna la pistola, questa volta con due mani, prende la mira e preme il grilletto. Il proiettile oltrepassa la prima rete metallica e le due corsie dell’autostrada poi colpisce la griglia che divide le due carreggiate, il proiettile viene deviato a sinistra e centra il lunotto laterale posteriore della Scenic con a bordo i tifosi.
Sandri è seduto al centro, tra i due passeggeri. Il proiettile lo colpisce mortalmente alla base del collo.
Un secondo video della procura è costruito, invece, in base alla versione di Spaccarotella che ha sempre affermato di non aver mirato all’auto dei tifosi ma di aver sparato accidentalmente impugnando la pistola con una sola mano. Una spiegazione alla quale il pm non ha creduto.
I legali dell’agente, Francesco Molino e Giampiero Renzo, hanno intenzione di chiedere un nuovo sopralluogo nell’area di servizio e nuove perizie, convinti di poter demolire l’accusa di omicidio volontario: “Spaccarotella ha sparato in aria mentre un gruppo di incappucciati aggrediva uno juventino - hanno ribadito i difensori - poi nella corsa è partito un colpo accidentale, che oltretutto ha subito una deviazione decisiva”.
“Quattro testimoni affermano il contrario - incalza l’avvocato della famiglia Sandri, Michele Monaco - La verità è che Spaccarotella mirò e sparò ad altezza d’uomo”. Monaco contesta la ricostruzione per cui il colpo sarebbe stato deviato dalla rete, come sostengono i consulenti del pm. “Il proiettile semmai ha deviato per l’impatto con il vetro dell’auto. Se avesse colpito la rete sarebbero state trovate tracce di zinco lasciate dal rivestimento del proiettile. Ma non è avvenuto”.
Da: www.repubblica.it
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