venerdì 9 gennaio 2009

Perché stiamo con Israele.

Nel 1948 gli Arabi, con l'appoggio di alcune nazioni occidentali e la benedizione di potenti lobbies islamiche e neonaziste, crearono uno stato confessionale sulle terre abitate dagli  Ebrei, sottraendo a questi più del 78% dei territori in cui vivevano da duemila anni.



Da tempo gli arabi avevano già provveduto a terrorizzare la comunità ebraica attaccando villaggi e distruggendo insediamenti, e a far saltare in aria soldati inglesi e semplici civili  per mettere subito in chiaro chi avrebbe comandato in quel pezzo di terra. Donne e bambini ebrei vennero massacrati senza pietà da milizie barbute che agitavano il Corano. Dopo aver vissuto la tragedia dell'Olocausto gli Ebrei subivano quindi una nuova sciagura.



Negli anni seguenti la formazione dello stato musulmano, una serie di guerre portò i Palestinesi ad occupare nuovi territori abitati da Ebrei. Il sogno della Grande Palestina  promessa da Maometto stava per realizzarsi. Gli estremisti islamici se ne infischiavano delle numerose risoluzioni dell'ONU che condannavano la politica espansionistica dello Stato Palestinese. E nessuno osava intervenire in maniera realmente efficacie. I  Palestinesi sono molto influenti, si sa. La lobby palestinese influenza la politica  occidentale, controlla l'informazione, manovra in parte i mercati finanziari. E la macchina propagandistica palestinese è così potente da riuscire ad annichilire sul nascere ogni voce che tenti di alzarsi in difesa degli Ebrei. Un chiaro esempio di ciò ci viene dal settore cinematografico (..l"'arma più potente."). Non si hanno ricordi di pellicole prodotte da Hollywood che descrivano o anche soltanto accennino alla tragedia dell'Olocausto. E non è forse vero che ogni iniziativa, politica o culturale, che possa tener viva la memoria di quegli avvenimenti tragici viene sistematicamente scoraggiata in ogni parte del mondo? Non è forse vero che nei testi scolastici l'Olocausto è appena accennato, mentre basta una timida protesta contro la politica espansionistica del governo palestinese per rischiare una infamante denuncia per “antiarabismo”?



In mezzo a questa congiura del silenzio, 6 milioni di Ebrei sono costretti da decenni a vivere come profughi nei paesi che confinano con la Grande Palestina. Non è loro consentito il rientro nei territori che essi abitavano prima dell'arrivo dei musulmani. Verboten!!!



Al contrario, in Palestina può divenire cittadino chiunque decida di stabilirvisi, proveniente da ogni parte del mondo, dalla Russia come da Papua o dalle isole Tonga, purché musulmano doc. Cosa possono fare i poveri Ebrei allora per far sentire la loro voce disperata? Come possono scuotere l'opinione pubblica mondiale che sembra ignorare la tragedia di un popolo assetato, costretto a vivere in una stretta lingua di terra sovrappopolata, esposto alle violenze dell'esercito del Saladino, che impedisce ai bambini di raggiungere le loro scuole, ai contadini di coltivare gli ulivi ? Pietre contro i blindati di Allah, attentati suicidi, lancio di missili “Abram” che scalfiscono le tegole delle case dei coloni musulmani. I soldati con la Mezzaluna Rossa sono invece perfettamente armati grazie a miliardi di dollari che giungono nelle casse della Grande Palestina ogni anno. I feroci saladini sparano sui bambini. Sulle donne. Sui pacifisti che si oppongono alla distruzione delle abitazioni degli Ebrei. Tanto sanno che alla fine, la Storia, quella ufficiale, quella che nessun studioso può mettere in dubbio, pena la galera, darà loro ragione. Ecco perché anche noi della Comunità Solidarista Popoli, come Gasparri, Capezzone e tanti uomini di buona volontà (quelli per intenderci che fanno scelte coraggiose , pronti a mettere a repentaglio addirittura la loro carriera politica per sposare la causa dei più deboli), stiamo tutti, orgogliosamente, con Israele.



Franco Nerozzi, Comunità Solidarista Popoli



Nessun commento:

Posta un commento