BLONDET A PERUGIA
È un Maurizio Blondet deciso e pregnante quello che ci introduce alla recente ennesima tragedia che giunge dalla Palestina. L’incontro organizzato dall’Associazione Vento di Terra, colpisce nel segno, e mostra la chiara intenzione di voler manifestare ufficialmente la propria solidarietà totale e senza riserve al popolo Palestinese. Questa volta, l’arroganza dell’Entità Sionista, Stato coloniale e teocratico, sin dal 1948, ha superato qualunque possibile immaginazione: armi non convenzionali, armi proibite da numerose convenzioni mondiali, come bombe al fosforo e cluster bombs, sono state pesantemente scagliate sulla popolazione civile. Quello che forse più indispone sia il gradito ospite, caporedattore del periodico multimediale Effedieffe (www.effedieffe.com) sia gran parte del pubblico presente, è la disinformazione ed il sempre più nitido progetto di mistificazione, volto a porre come indiscutibili due cardini, due concetti centrali assolutamente fasulli: anzitutto, la rottura della tregua, che non è avvenuta per causa di Hamas, come quasi tutti i giornalisti asserviti al potere avevano inizialmente asserito, ma che era stata predisposta da Israele già a metà novembre; in seconda battuta, la parificazione tra i due fronti in guerra, in grado di porre fantasiosamente sullo stesso livello i due eserciti, nella mente del pubblico occidentale. Quello che sorprende è che un razzo kassan è facilmente fabbricabile con qualche tubo e un po’ di dinamite, ha una potenza minima e può al più squarciare un metro quadro di un marciapiede. Questi attacchi, comunque non di poco conto, erano la chiara reazione al precedente e provocatorio atteggiamento del Governo Olmert, il quale non ha atteso un attimo a richiamare l’attenzione del patetico seguito mediatico, proprio al punto giusto, tralasciando le sue gravissime responsabilità. Tutti hanno assistito a questo ennesimo scontro, proprio a partire da questo momento, in coincidenza delle festività natalizie, senza sapere nulla dei due mesi precedenti: creare favole è un’arte tipica dei sionisti, che basano le loro teorie stesse proprio su favole chiaramente desunte da una mitologia biblica che lascia ormai a bocca aperta, per la ferocia con cui viene reinterpretata alla luce dei crimini. Eh, sì. Parliamo proprio di crimini: Israele usa armi non convezionali contro il popolo Palestinese, che, oppresso da sessanta anni in casa sua, è costretto a veder morire i suoi figli e le sue donne, in nome della Torah. Hamas, non può stare a guardare e cerca di difendersi come può: le poche armi a disposizione non consentono attacchi immediati, ma di certo non giungerà alla resa. Una resa che coinciderebbe con il riconoscimento di uno Stato, quello sionista, comunque teocratico, pericoloso e coloniale, che – cosa principale – non ha mai definito con sicurezza i suoi confini territoriali, lasciando pesanti dubbi sulle sue pretese invasive. Colpire i civili, ed in ispecie i bambini, è forse l’atto più infame e vigliacco che possa esistere in un conflitto: Israele addirittura si sta preparando ad una difesa sul piano internazionale. Se ciò fosse ancora una volta confermato, avremmo la dimostrazione completa della verità. Israele sa benissimo cosa ha combinato e sa a cosa rischia sul piano internazionale: ovviamente, da chi si è permesso di violare ben 73 risoluzioni Onu nella sua sessantennale storia, e di violare numerosi trattati sui diritti umani e sul riarmo atomico, ci si attende almeno l’esperienza superiore in questo ambito. Staremo a vedere. Ma ormai il conto delle vittime sale: sale in maniera terrificante, come sale in maniera spaventosa il numero dei rischi psicofisici legati alle armi utilizzate contro la popolazione della striscia di Gaza.
Associazione Culturale TYR Perugia
È un Maurizio Blondet deciso e pregnante quello che ci introduce alla recente ennesima tragedia che giunge dalla Palestina. L’incontro organizzato dall’Associazione Vento di Terra, colpisce nel segno, e mostra la chiara intenzione di voler manifestare ufficialmente la propria solidarietà totale e senza riserve al popolo Palestinese. Questa volta, l’arroganza dell’Entità Sionista, Stato coloniale e teocratico, sin dal 1948, ha superato qualunque possibile immaginazione: armi non convenzionali, armi proibite da numerose convenzioni mondiali, come bombe al fosforo e cluster bombs, sono state pesantemente scagliate sulla popolazione civile. Quello che forse più indispone sia il gradito ospite, caporedattore del periodico multimediale Effedieffe (www.effedieffe.com) sia gran parte del pubblico presente, è la disinformazione ed il sempre più nitido progetto di mistificazione, volto a porre come indiscutibili due cardini, due concetti centrali assolutamente fasulli: anzitutto, la rottura della tregua, che non è avvenuta per causa di Hamas, come quasi tutti i giornalisti asserviti al potere avevano inizialmente asserito, ma che era stata predisposta da Israele già a metà novembre; in seconda battuta, la parificazione tra i due fronti in guerra, in grado di porre fantasiosamente sullo stesso livello i due eserciti, nella mente del pubblico occidentale. Quello che sorprende è che un razzo kassan è facilmente fabbricabile con qualche tubo e un po’ di dinamite, ha una potenza minima e può al più squarciare un metro quadro di un marciapiede. Questi attacchi, comunque non di poco conto, erano la chiara reazione al precedente e provocatorio atteggiamento del Governo Olmert, il quale non ha atteso un attimo a richiamare l’attenzione del patetico seguito mediatico, proprio al punto giusto, tralasciando le sue gravissime responsabilità. Tutti hanno assistito a questo ennesimo scontro, proprio a partire da questo momento, in coincidenza delle festività natalizie, senza sapere nulla dei due mesi precedenti: creare favole è un’arte tipica dei sionisti, che basano le loro teorie stesse proprio su favole chiaramente desunte da una mitologia biblica che lascia ormai a bocca aperta, per la ferocia con cui viene reinterpretata alla luce dei crimini. Eh, sì. Parliamo proprio di crimini: Israele usa armi non convezionali contro il popolo Palestinese, che, oppresso da sessanta anni in casa sua, è costretto a veder morire i suoi figli e le sue donne, in nome della Torah. Hamas, non può stare a guardare e cerca di difendersi come può: le poche armi a disposizione non consentono attacchi immediati, ma di certo non giungerà alla resa. Una resa che coinciderebbe con il riconoscimento di uno Stato, quello sionista, comunque teocratico, pericoloso e coloniale, che – cosa principale – non ha mai definito con sicurezza i suoi confini territoriali, lasciando pesanti dubbi sulle sue pretese invasive. Colpire i civili, ed in ispecie i bambini, è forse l’atto più infame e vigliacco che possa esistere in un conflitto: Israele addirittura si sta preparando ad una difesa sul piano internazionale. Se ciò fosse ancora una volta confermato, avremmo la dimostrazione completa della verità. Israele sa benissimo cosa ha combinato e sa a cosa rischia sul piano internazionale: ovviamente, da chi si è permesso di violare ben 73 risoluzioni Onu nella sua sessantennale storia, e di violare numerosi trattati sui diritti umani e sul riarmo atomico, ci si attende almeno l’esperienza superiore in questo ambito. Staremo a vedere. Ma ormai il conto delle vittime sale: sale in maniera terrificante, come sale in maniera spaventosa il numero dei rischi psicofisici legati alle armi utilizzate contro la popolazione della striscia di Gaza.Associazione Culturale TYR Perugia
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