Si continua a morire a Gaza nel silenzio e nella indifferenza dei benestanti “civilizzati” occidentali, fermiamo il genocidio ignorato dei palestinesi!
A Gaza, da mesi, si sta consumando un genocidio silenzioso eseguito con perversa determinazione dallo stato democratico di Israele contro una popolazione civile che non ha né la capacità né la forza né i mezzi per difendersi e che sta subendo lo stillicidio di uno strangolamento attuato con il blocco sistematico dei rifornimenti di cibo, di medicine, di energia e con incursioni militari che lasciano sul terreno centinaia e centinaia di morti civili.
Lo scopo dichiarato è quello di fiaccare la resistenza della popolazione e di annullare la sua volontà di essere una nazione libera su un territorio libero, in uno Stato che è internazionalmente riconosciuto.
In più di sessanta anni dalla nascita dello stato di Israele, tutti gli sforzi combinati dello stato ebraico, con l’incondizionato appoggio degli USA, hanno mirato ad impedire la formazione di uno Stato Palestinese ed il motivo politico è chiaro.
Uno Stato Palestinese nascerebbe con confini determinati ed inamovibili a causa del riconoscimento internazionale e ciò contrasta con il disegno espansionistico del sionismo internazionale che sogna la realizzazione del “Grande Israele” che necessita di ulteriori annessioni di territori, possibili sino a quando
Queste non sono teorie, ma i fatti incontrovertibili che nessuna propaganda può smentire e tutta la politica di Israele in questi sessanta anni di vita, coincide con questa tesi tanto da esserne la prova principale!
A smentire quando andiamo affermando basterebbe che la comunità internazionale, su cui il gruppo di pressione sionista ha grande potere, permettesse la costituzione delle Stato Palestinese, ma ciò non avviene né avverrà mai sino a quando gli equilibri economici e militari saranno tutti a favore di Israele.
Da una parte una potenza militare di gran lunga la più grande del vicino oriente e per di più appoggiata incondizionatamente dalla più grande potenza del mondo, gli USA e dall’altra la resistenza eroica di un popolo Palestinese che non si vuole arrendere e che oppone le pietre ai carri armati ed ai cannoni e che sta dando al mondo una lezione di dignità, di fede e di determinazione. Come mai l’O.n.u. non impone sanzioni e costringe lo stato ebraico a smettere le sue incursioni nella Palestina? Inoltre, perché il pontefice di fronte al massacro continuo di vittime innocenti, di bambini e di civili tace e non proferisce parola contro il genocidio dei palestinesi? Perché le anime internazionali democratiche e pacifiste non manifestano e non fanno niente per fermare l’olocausto dei palestinesi?
Evidentemente esistono esseri umani di serie A e altri di serie C. Quando non si ha rispetto per gli altri, non si può pretendere rispetto dagli altri. Non si può fare l’agnello con il leone e il leone con l’agnello, perché alla fine, nonostante tutte le mistificazioni , la potenza militare e la forza economica messa in campo, questi fattori materiali, non potranno fermare la caduta di uno stato ingiusto fondato sulla violenza e prevaricazione.
Ed ancora, quando si vuole avere il primato del dolore sugli altri, ci si considera superiori agli altri, e allo stesso tempo si alimenta l’odio degli altri, si verrà inevitabilmente travolti dalla stessa violenza attuata sugli altri.
Noi non sappiamo come andrà a finire, ma il nostro cuore è con i Palestinesi, così com’era ieri per gli Incas, i Pellerossa, gli Irlandesi.
Allo stesso tempo siamo fieramente contro questa arrogante e criminale politica dello Stato d’Israele fatta di omicidi mirati ed indiscriminati, azioni militari terroristiche che non preludono alla pace, ma viceversa, palesano chiaramente un altro intento: impedire la creazione di uno stato palestinese libero, indipendente e sovrano.
Infatti lo scontro continuo ed impunito mira a tenere alta la tensione fra i due popoli e, al contempo, punta alla realizzazione del progetto del “Grande Israele”, il tutto fatto strategicamente , grazie all’impunità internazionale concessa e speculando sul sentimento e sull’inclinazione umana alla pietà e sul grande dolore degli uomini.
Quando vediamo che non ci si indigna abbastanza per il genocidio dei kenioti, somali, tibetani, curdi e palestinesi e per quello attuato tutti i giorni verso i popoli dimenticati, allora si capisce che la politica farisaica dei due pesi e delle due misure è divenuta il metodo di giudizio sempre più universale.
Il silenzio alla lunga si trasforma in complicità. Complicità con i carnefici.
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