È notizia ormai acclarata e nota a tutta Italia, l’emissione dello scorso 14 di febbraio da parte della Procura distrettuale Antimafia di Perugia, di oltre 57 ordinanze di custodia cautelare per associazione mafiosa finalizzata al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e ad altri reati. Al centro delle indagini condotte dal Ros, un sodalizio di tipo mafioso collegato al clan camorristico dei Casalesi e alla cosca della 'ndrangheta dei Morabito-Palamara-Bruzzaniti.
Gli arresti riguardano anche l’assessore al Turismo della Regione Calabria, Pasquale Tripodi, dell'Udeur, accusato di associazione mafiosa. Tra gli arresti fatti in Calabria, figurano anche il sindaco di Staiti, Vincenzo Ielo, il vicesindaco di Brancaleone, Gentile Scaramuzzino, ed un tecnico del comune di Brancaleone.
Gli inquirenti, nel corso dell'operazione denominata 'Naos', hanno accertato in particolare gli interessi illeciti dell'organizzazione criminale in appalti inerenti centrali idroelettriche ed infrastrutture turistiche calabresi, agevolati dalla collusione con esponenti delle amministrazioni pubbliche comunali e regionali. Anche settori bancari sono risultati implicati come "necessario supporto operativo" alle attività delle società coinvolte nell'indagine Naos dei carabinieri del Ros di Perugia. Dalle parole, pronunciate in conferenza stampa dagli stessi inquirenti, emerge che ci troviamo innanzi ad un tentativo di colonizzazione criminale di altre regioni, Umbria compresa, attraverso l'infiltrazione nell'economia locale e l'egemonia delle imprese edili costituite, era favorita non solo dall'origine dei finanziamenti, ma anche dalla scarsa qualità dei materiali impiegati, nonchè dalla sistematica violazione delle normative sulla sicurezza del lavoro e la previdenza della manodopera, composta in buona parte da extracomunitari clandestini.
Il caso è eclatante, e la nostra Regione ed il nostro Capoluogo hanno così rivelato un tumore maligno al loro interno: da anni terra di conquista per lobby, baronie universitarie e criminalità piccola e grande, le nostre terre si stanno rivelando per quello che sono da molto tempo a questa parte. Le parole del Sindaco Locchi, all’indomani del caso Meredith Kercher, si sono ancora una volta dimostrate false: la città era ed è sotto assedio. Il problema droga-sicurezza-immigrazione, come si evince, pare essere intimamente connesso a questo caso mafioso/lobbista. La politica repressoria e censoria nei confronti delle legittime reazioni dei cittadini più onesti e della sacrosanta e legittima attività dei comitati per la sicurezza, adottata dall’amministrazione locale e sostenuta dall’intellighenzia partitocratrica della pseudo-sinistra di palazzo, ha ancora una volta mostrato il volto della sua infame e vergognosa arroganza.
“Ce lo aspettavamo, sentivamo che qualcosa di grosso doveva esserci dietro…”, ha commentato il primo cittadino perugino, con una delle frasi più ipocrite e ridicole mai rilasciate. Il crescente aumento della popolazione immigrata clandestina, la criminalità e la droga diliganti e la presenza nella nostra Città di squallidi poteri forti non erano nostre invenzioni, non erano fantapoliticherie, ma erano realtà.
In altri contesti, una politica così malmessa e cieca di fronte ai veri problemi del popolo dovrebbe presentare le proprie dimissioni all’istante, ma qui non avviene. Anzi, tutt’altro: si ricerca perfino un torbido trionfalismo, attraverso opere inutili come il minimetrò, dimenticando i veri disagi della popolazione locale.
Per fortuna, all’interno dell’Arma e della Magistratura, checché ne dicano personaggi come Mastella (il che è tutto dire), ci sono ancora centinaia di persone, uomini e donne, che svolgono in maniera cristallina e ammirevole il proprio ruolo di uomini dello Stato. Sì, proprio quello Stato, che oggi in Italia pare non esistere più.
Andrea Fais
(da Rinascita del 28/02/2008)
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