venerdì 28 marzo 2008

Perchè sostenere la lotta dei tibetani volta a recuperare la loro sovranità, la loro indipendenza e le loro tradizioni.

Le rivolte dei monaci e della popolazione scoppiate nel mese di marzo hanno riportato sulla ribalta mediatica la situazione tibetana. L'irrisolta questione dell'oppressione cinese sul Tibet si ripresenta, così, in un momento storico particolare, che vede la Cina imporsi sempre di più come potenza economico finanziaria e si appresta ad ospitare un importantissimo evento che la porrà al centro dell'attenzione mediatica mondiale, i Giochi Olimpici.



In questo contesto prendono forza le tesi di chi vede i moti anticinesi e le relative prese di posizione occidentali come le mosse di quella strategia messa in atto dagli Stati Uniti e dagli organismi sovranazionali del mondialismo al fine di perseguire i propri scopi geopolitici, economici e strategici.



Tale strategia è del resto abbastanza chiara e in atto da tempo, e recentemente ne abbiamo avuto assaggio con le "rivoluzioni arancioni" nell'ex Unione Sovietica, e in Kosovo, nel cuore dell'Europa.



E' innegabile quindi che le spinte autonomiste, in determinate zone strategiche del globo, vengano all'occorenza incoraggiate e strumentalizzate dalla lobby mondialista per trarne vantaggio.



Si potrebbe ben supporre che anche nel caso del Tibet un meccanismo di questo tipo si sia messo in moto, vista anche l'esposizione mediatica che gli ultimi avvenimenti hanno avuto e il verificarsi degli stessi proprio alla vigilia di un avvenimento importante, per la Cina e non solo, come le Olimpiadi.



Preso atto di ciò,  noi riteniamo comunque sacrosanto il diritto del Popolo Tibetano a lottare per il proprio paese e le proprie radici.



Esistono certo, come abbiamo detto, interessi occidentali nella regione, ma non dobbiamo dimenticare che il Tibet è già sotto una dominazione imperialista, quella della potenza cinese, la quale, è innegabile, ha portato avanti una politica di annientamento delle millenarie tradizioni del popolo tibetano.



Oltretutto, se è vero che esistono conflitti geopolitici, è altrettanto vero che la Cina fa parte orami a pieno titolo del progetto mondialista, con il suo enorme bacino economico, industriale e finanziario che la lega a doppio filo all'economia statunitense.



Sarebbe quindi insensato in questo caso schierarsi dalla parte della Cina in contrapposizione agli interessi americani, negando la legittimità delle istanze del Popolo Tibetano, quando sappiamo bene che ambedue le potenze perseguono il medesimo progetto globalizzante. Quel progetto mondialista che ha fra i suoi fini anche quello della distruzione delle società Tradizionali.



Soprattutto, riteniamo sacro il diritto dei popoli a lottare per la propria terra, le  proprie radici e le propria Tradizione. 



In questo senso quindi riteniamo doveroso sostenere la lotta dei tibetani volta a recuperare la loro sovranità, la loro indipendenza e le loro millenarie tradizioni.



Sostegno al popolo Tibetano, quindi, ma senza cadere nella propaganda occidentale,  e consci che il legame dei popoli con le proprie radici sia un punto irrinunciabile nella lotta al mondialismo.



Comunità Militante Perugia

Associazione Culturale Tyr


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