giovedì 13 marzo 2008

La politica come il calcio.

Siamo sinceri: noi di Rinascita non ci sentiamo completamente preparati per raccontarvi come i partiti stanno predisponendo le loro liste elettorali. Ci sembrano certo meglio attrezzati sull’argomento i colleghi della Gazzetta dello Sport o del Corriere, dello sport ovviamente, da sempre avvezzi a parlare di calcio mercato. Già, perché questa storia assomiglia sempre più ad un trasferimento di calciatori che ad una questione politica, tanto che ci verrebbe da suggerire di trasferire tutto all’Hotel Gallia di Milano, come si faceva una volta per il pallone. Ogni partito prende una stanza ed in loco tratta con i candidati e se non si trova l’accordo si può passare alla porta accanto, tanto una squadra di calcio, più o meno, vale l’altra. Certo c’è chi gioca la Champion e chi lotta per la salvezza, come in politica c’è chi può promettere poltrone di governo e chi solo strapuntini all’opposizione.

Il Pd ha tentato di giocare in anticipo e Veltroni sembrava contento dei suoi nuovi presunti cannonieri, salvo poi verificare quanto possa attirare simpatie un confindustriale d’assalto in un partito che vorrebbe raccogliere consensi anche tra chi fatica ad arrivare con il suo salario alla fine del mese. In ogni caso anche il Pd ha avuto le sue belle gatte da pelare con i radicali e le loro esose, in senso letterale, pretese.

Lo “sgup” del giorno, per dirla alla Biscardi, è però rappresentato dai nuovi acquisti dell’Udc di Casini. Il capolista in Campania del partito neodiccì sarà l’ottuagenario Ciriaco De Mita, ex segretario della Dc - quella vera - e fino a ieri esponente del Pd, cioè fino a quando ha saputo di non essere più ricandidato. Un bomber, assai presunto, per Casini anche nel Lazio: la principessa Alessandra Borghese. La nobildonna, 45 anni, è rampolla di una dinastia che ha dato papi e generali, ma che probabilmente non ha mai conosciuto la realtà, quella della gente. La principessa ha tenuto a far sapere che dalle sue finestre ha sempre visto sia il Colosseo che il Cupolone, come del resto succede ad ogni famiglia romana e la sua candidatura è per combattere la maleducazione. Avete capito bene, la maleducazione. Siamo seri, l’educazione è importante, ma crediamo che chi ogni giorno deve fare i conti con la spazzatura sotto le finestre, l’immigrazione selvaggia, il precariato, il caroprezzi, la sanità che non funziona, la scuola che non insegna e chi più ne ha più ne metta - ci perdoni la principessa - se ne può anche fottere dell’educazione. Quello di cui ha bisogno è un governo capace e soprattutto che faccia gli interessi della Nazione e non dei poteri forti. Vorremmo in conclusione suggerire alcune formule di candidatura non ancora, crediamo, praticate. In primis la comproprietà: un candidato è per metà del Pd e per l’altra metà del Pdl, l’anno prossimo i due partiti decideranno d’accordo o alle buste chi potrà prendere il parlamentare. Poi ci sarebbe la formula del prestito con o senza diritto di riscatto. Per esempio Mastella, che proprio ieri ha annunciato che non si ricandiderà, poteva andare un anno in prestito all’Udc, come Cassano alla Sampdoria.
Sì, la politica è proprio nel pallone.



Tratto da Rinascita, articolo di Decio Siluro.

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