mercoledì 9 maggio 2007

Im vomit it.





La storia di Mc Donald's è una storia tutta americana, da "sogno americano": origini umili, geniale intuizione, tenacia e duro lavoro, successo e consacrazione mondiale. L'inizio è a Pasadena, in California, dove nel 1937 i fratelli Richard e Maurice McDonald aprono un ristorante drive-in per gli automobilisti di passaggio, che subito riscuote successo, tanto da consentire, nel 1940, l'apertura di un più ampio drive-in a San Bernardino, a 80 Km da Los Angeles. La ricetta del successo è semplice: menu ridotto a pochi alimenti (la semplificazione riduceva i tempi di cottura ed evitava di dover ingaggiare cuochi professionisti) e servizio rapido, tipo catena di montaggio. In sostanza erano assicurati i tre principi di base (velocità, quantità, prezzi bassi) su cui ancora oggi l'azienda imposta la sua offerta. La svolta, tuttavia, avviene nel 1954, e segue l'incontro tra i fratelli McDonald e il cinquantenne ex venditore di frullatori Ray Kroc, entusiasta ammiratore del metodo, che aprirà l'anno seguente a Des Plaines, nell'Illinois, il primo ristorante della catena. Nel 1961, superata con successo l'apertura del centesimo fast food, Kroc rileva per 2.700.000 dollari le quote dei fratelli McDonald e diventa l'unico proprietario dell'azienda. Fondamentalmente, Ray Kroc non inventa nulla di nuovo, riprendendo anzi prodotti e tecniche dei due McDonald, rafforzati, però, (ed è questo il suo apporto specifico) dall'esasperazione dei principi di razionalizzazione già applicati dal taylorismo con le catene di montaggio. Max Weber, nei suoi studi sulla razionalità formale e sulla burocrazia, ha individuato nell'efficienza, nella calcolabilità, nella prevedibilità e nel controllo degli elementi della razionalizzazione. Tali elementi sono tutti presenti nel sistema McDonald's. L'efficienza, innanzitutto, che ha dettato l'estrema semplificazione del processo di produzione: menu limitato a pochi prodotti, ottenuti con pochi ingredienti facili da cucinare e (fu scelto, ad esempio, l'hamburger in quanto cucinabile esclusivamente a piastra, a differenza dell'hot dog, che poteva essere cucinato in modi più vari), e ancor più facile da servire e consumare (si mangiano in mano, con rapidità, senza bisogno di posate o stoviglie). La calcolabilità, poi, che concentra l'attenzione sugli aspetti quantitativi (numero, dimensioni, tempo) a scapito di quelli qualitativi. (continua...)


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