giovedì 31 maggio 2007

LUIGI CIAVARDINI E' INNOCENTE!

 

Dove andremo a finire?

In Italia abbiamo la Fattoria e l’Isola dei famosi. Fuori succede di peggio. In Olanda è in programma un nuovo incredibile reality: una donna malata terminale di cancro sceglierà a chi dei tre concorrenti donerà un rene. Uno spot per sensibilizzare il pubblico sulla questione della donazione degli organi, dicono gli organizzatori.Un’operazione estremamente sovversiva sottolineamo noi. 




In premio un rene.



Una donna, malata terminale di cancro, sceglierà nel corso di un reality a chi, fra tre pretendenti, donare uno dei propri reni. L’obiettivo del Big Donor Show (Il Grande Donatore) che dovrebbe andare in onda in Olanda da venerdì è ufficialmente quello di sensibilizzare l’opinione pubblica sul problema della donazione d’organi, ma l’idea, nonostante le presunte nobili motivazioni, è stata da più parti criticata come di cattivo gusto e antietica. E almeno un membro del parlamento olandese intende chiedere che la trasmissione sia cancellata. "Sappiamo che questo programma è estremamente controverso e che alcune persone penseranno che sia di cattivo gusto, ma noi pensiamo che la realtà sia ancora più sconvolgente e di cattivo gusto: aspettare un organo è esattamente come giocare alla "lotteria", ha spiegato in una nota Laurens Drillich, presidente dell’emittente Bnn, ricordando che le liste d’attesa nella civilissima Olanda superano i 4 anni e che ogni anno 200 persone muoiono per la mancanza di organi. L’emittente ha individuato il donatore ideale in Lisa, una donna di 37 anni che soffre di un tumore incurabile al cervello. Durante il programma, ascolterà le interviste con i tre pretendenti, le loro famiglie e gli amici prima di scegliere a chi dare il suo rene. Il programma è stato prodotto da Endemol, società che ha creato il Grande Fratello e che è stata recentemente comprata da una cordata partecipata da Mediaset. Un portavoce di Bnn ha spiegato che non è garantito che la donazione venga fatta alla fine, "ma l’intenzione c’è" di far sì che Lisa possa decidere le modalità della donazione prima di morire. Infatti la volontà di donare a un candidato specifico "non sarebbe più valida dopo la sua morte" in base alla legge olandese sulla donazione d’organi, ha spiegato la portavoce Marieke Saly. Se Lisa donerà un rene quando è ancora in vita, l’altro rene potrebbe essere dato a qualcun altro iscritto in una lista d’attesa secondo il sistema nazionale. I telespettatori avranno diritto di votare con un sms il candidato che a loro avviso merita di più il rene, ma "sarà Lisa a scegliere a chi darlo", puntualizza il comunicato dell’emittente. Joop Atsma, parlamentare del partito Cristiano democratico al potere, ha annunciato che tenterà di persuadere i ministri della salute e delle telecomunicazioni a bloccare il programma. "Voglio impedire che ciò avvenga, è realmente inammissibile", ha spiegato domenica scorsa alla radio, chiedendo: "Come dovrebbero sentirsi i due candidati che verranno respinti?". La Commissione europea, che illustrerà una proposta in materia di donazione d’organi, ha commentato: "Sembra veramente di cattivo gusto fare un reality show su una questione come questa, che è in fin dei conti molto seria". Di altro avviso Paul Beerkens, direttore dell’Istituto per i reni, che ha dichiarato di ritenere "fantastico" che Bnn attiri l’attenzione sul problema della carenza di organi da donare. Tuttavia, anche per Berkens, il modo in cui lo fanno non è assolutamente quello che sceglieremmo ni. Non è una soluzione strutturale".



Da: www.azionetradizionale.com

mercoledì 30 maggio 2007

Perchè questa finta democrazia è destinata ad implodere.

Secondo sondaggi del sociologo Renato Manheimer il 70% degli italiani non ha fiducia nel Governo. Il che è normale (piove, governo ladro). Ma la stessa percentuale non ha fiducia nel Parlamento, cioè nel complesso dei partiti, compreso il proprio. L'80% ritiene che gli uomini politici siano "interessati ai voti dei cittadini e non alle loro opinioni, che abbiano in mente soprattutto l'esigenza di essere rieletti e non i problemi del la gente ". Le reazioni sono diffidenza, disgusto, rabbia e noia, soprattutto noia. È indubbiamente disarmante veder sfilare per anni in Parlamento e in quel suo sostituto che è la Tv sempre le stesse facce, di politici, di conduttori, di giornalisti compiacenti (il presidente del Consiglio, Romano Prodi, è un ex boiardo di Stato, attivo nella Prima Repubblica, di 68 anni, il leader del l'opposizione ne ha 71 e fu il principale sodale di Craxi, il Presidente del la Repubblica è un ex comunista di 80 anni in politica da sempre, il più "giovane" Mastella lo è da un quarto di secolo, Giuliano Amato pure, eccetera). Tuttavia la sfiducia dei cittadini non riguarda la politica in sè e nemmeno nei suoi esponenti a differenza di quanto accadde nei primi anni Novanta. È una sfiducia molto più profonda e grave. È una sfiducia nella democrazia rappresentativa in quanto tale che coinvolge, con gradazioni diverse, tutto il mondo occidentale. Sia pur lentamente e faticosamente i cittadini stanno capendo che la democrazia rappresentativa non è la democrazia, è una truffa, un imbroglio molto ben congeniato o, se vogliamo esprimerci nel linguaggio più tecnico del giusrista liberale Hans Kelsen, una serie di "fictio iurjs", di finzioni giuridiche.



È un sistema di minoranze organizzate, di oligarchie, politiche ed economiche strettamente intrecciate fra loro, che, autotutelandosi, schiacciano e soffocano l'uomo libero, che non vuole assoggettarsi a questi umilianti infeudamenti, l'individuo singolo di cui il pensiero liberale voleva valorizzare capacità, meriti, potenzialità, che sarebbe il cittadino ideale di una democrazia, se esistesse davvero, e che invece ne diventa la vittima designata. Del resto, senza tanti discorsi, lo vediamo tutti, lo sentiamo tutti, che non contiamo niente. Non siamo che sudditi.



Di queste aristocrazie mascherate che però a differenza di quelle storiche non ne hanno gli obblighi ma solo i privilegi (in primis quello di non lavorare). L'uomo politico democratico non ha alcuna qualità specifica, prepolitica, la sua legittimazione è data semplicemente, e tautologicamente, dal meccanismo che lo ha espresso. È un uomo senza qualità. La sua sola qualità è di non averne alcuna. Ogni cinque anni costoro vengono a chiederci col cappello in mano il voto, per essere legittimati e a noi non resta che scegliere da quale oligarchia preferiamo essere calpestati. Ma dai e ridai, elezione dopo elezione, questo edificio truffaldino mostra tutte le sue crepe e la gente ci crede sempre meno. È il tema che ho sviluppato in "Sudditi. Manifesto contro la democrazia" molto prima che D'Alema scoprisse l'acqua calda.



Ma c'è di più. Destra e sinistra, le classiche categorie politiche nate con la Modernità, sono vecchie di due secoli e non sono più in grado di comprendere le esigenze più profonde del l'uomo contemporaneo. Che non sono economiche. Come dimostrano gli stessi sondaggi dove il 96% degli imprenditori si dice fiducioso sul futuro del l'economia. Sono esigenze esistenziali. Il disagio acutissimo è provocato proprio da un sistema economico, da un infernale meccanismo, produzione-consumo, che, come un bolide impazzito aumenta costantemente i propri giri, pretende sempre di più da noi e ha finito per sottomettere l'uomo alle sue esigenze. La democrazia rappresentativa non è che l'involucro legittimante di questo meccanismo. E cadrà, credo presto, con esso. Perchè noi, sempre più stressati dalla sua feroce inutilità, non lo tollereremo più o, in ogni caso, perchè un sistema che si basa sulle crescite esponenziali, che esistono solo in matematica ma non in natura, è fatalmente destinato a implodere.



Noi non attendiamo la caduta di Prodi o, domani, di Berlusconi, o di chi per lui, perchè niente, come si è visto, cambierebbe dal punto di vista sostanziale. Attendiamo, con speranza, il crollo del meccanismo economico-tecnologico che ci sta stritolando. Tutti.



Di Massimo Fini, www.massimofini.it

martedì 29 maggio 2007

Le loro priorità.

Avrei voluto scrivere una lettera aperta a Massimo D’Alema - chiedergli se è ancora lui il ministro degli Esteri, oppure il collettivo trans e radicale - ma lui mi ha anticipato. D'Alema, ha «chiesto spiegazioni» a Putin per la dolorante e tremebonda Vlad Luxuria e per i suoi amichetti e travestiti malmenati. Ora è chiaro qual è la priorità della nostra politica estera, il nostro problema più urgente: che Mosca diventi accogliente per i gay. E’ quello il discrimine. Finchè si vietano sfilate di travestiti, e si mena chi ci prova, non si è democratici. Non si è europei. Sono in gioco i più alti principii morali: le radici finocchie dell’Europa. Avrei voluto chiedere a D’Alema o al suo superministro Luxuria: voi non siete riusciti a combinare nulla in Italia, nemmeno a farci ingollare i vostri amati DICO, com’è che vi siete dati il compito di farli ingollare alla santa madre Russia?



(Continua...)




Di Maurizio Blondet, dal sito www.effedieffe.com

Destro - Sinistro.

Sono stati accolti così il deputato (la deputata?!) Luxuria e altri manifestanti che portavano una lettera di protesta al sindaco di Mosca per il mancato assenso al gay pride nella capitale russa. E’ forse legittima difesa di valori in decadimento? "Siamo a Mosca", non a Sodoma qualcuno ha gridato. Destro-sinistro e tutti a casa.






MOSCA - Durante la manifestazione organizzata a Mosca in favore del gay pride «un gruppo di nazionalisti» ha «picchiato violentemente i radicali». Lo ha reso noto il partito radicale, che ha specificato come «subito dopo c’è stato l’intervento della polizia che anzichè difendere le persone aggredite ha provveduto ad arrestare l’europarlamentare Marco Cappato e il funzionario del gruppo dei Liberali al Parlamento europeo e militante dei Radicali, Ottavio Marzocchi» I due sono stati rilasciati poche ore dopo. L’accusa formale di «aver attraversato la strada dove non si poteva» è stata respinta da Cappato, che ha spiegato: «Ho dichiarato che stavo difendendo un amico aggredito e non tutelato dalle forze dell’ordine».



PRIMA LE UOVA E POI LE BOTTE - «Questa mattina alle 10.15 ora italiana -spiegano i radicali- a Mosca, davanti alla sede ufficiale del sindaco di Mosca, sulla Via Tverskaja, sono stati aggrediti e malmenati da gruppi di naziskin, e poi dalla polizia che li ha arrestati, gli esponenti radicali Marco Cappato, deputato europeo; Nikolai Alexeiev, radicale russo e Coordinatore del Gay Pride di Mosca; Nikolay Kramov, rappresentante dei radicali a Mosca; Ottavio Marzocchi, radicale e funzionario al Parlamento Europeo». La delegazione radicale, insieme a parlamentari europei di altri gruppi voleva consegnare al sindaco, spiegano i radicali, una lettera firmata da 50 parlamentari europei e italiani dopo che era stato vietato il Gay pride. Ma «mentre veniva distribuito il volantino con il testo della lettera un gruppo di naziskin, alla presenza di un vescovo ortodosso, scortato da due persone, che dava loro la benedizione, ha cominciato a tirare uova ai partecipanti all’iniziativa nonviolenta e poi a picchiare violentemente i radicali». Subito dopo è intervenuta la polizia. «Siamo molto preoccupati -dicono ora i radicali- soprattutto per le condizioni di Mazzocchi che è stato violentemente picchiato».





LUXURIA: «VOLEVAMO DARE LETTERA AL SINDACO» - «Già quando siamo usciti dall’albergo abbiamo trovato un nutrito gruppo di poliziotti che ci ha fatto controllo documenti. E quando siamo arrivati di fronte al municipio di Mosca, senza uno striscione o una bandiera, gli ultranazionalisti e gli ortodossi infiltrati in mezzo ai giornalisti, ci hanno tirato le uova. È evidente che c’è stata la pressione del sindaco per spaventarci e per non far avere luogo alla manifestazione». Lo ha dichiarato all’agenzia Adnkronos il deputato di Rifondazione comunista, Vladimir Luxuria, raccontando quanto successo a Mosca questa mattina. «L’organizzatore del Pride - ha aggiunto - era stato preso dalla milizia che lo voleva portare sul camion: ho cercato di evitarlo e sono stata spintonata. La polizia ci ha detto che voleva portarci via perchè voleva proteggerci; ma mentre ci tiravano le uova e, ad alcuni, anche i sassi, la polizia non faceva nulla e rideva. Sono stata rassicurata dall’ambasciata italiana che Marco Cappato, che era stato portato via, è stato lasciato libero». «Il nostro intento - ha spiegato il deputato di Rifondazione comunista - era solo quello di consegnare una lettera al sindaco di Mosca, sottoscritta da diversi europarlamentari, in cui si ricordava che l’articolo 11 della Convenzione europea dei diritti umani, sottoscritta anche dalla Russia, enuncia il diritto di manifestare il proprio pensiero. Tuttavia, preannuncio un’interrogazione parlamentare: tra un mese ci sará l’incontro tra il governo italo-russo, e in quell’occasione voglio che la questione dei diritti umani sia posta in maniera risoluta».



NESSUN NAZISKIN - Contrariamente a quanto diffuso subito dopo gli incidenti, sono stati nazionalisti e ultraortodossi a tirae uova e calci contro gli europarlamentari giunti nella capitale russa a supporto dei diritti omosessuali. Durante i disordini di questa mattina non c’era nessun naziskin.




Articolo da: www.corriere.it

Commento da: www.azionetradizionale.com

Scarica, stampa, diffondi!

Francesco Presente!

E’ la notte tra il 28 e il 29 maggio 1979 quando gl’inquilini di via Montebuono, nel quartiere Trieste, a Roma, vengono svegliati da grida disperate. Chi si affaccia vede un corpo riverso nel cortile di un condominio, ai piedi di un muro alto cinque metri. Arriva la polizia, poi un’ambulanza. Si tratta di Francesco Cecchin, uno studente diciottenne, conosciuto come attivista missino. E’ in condizioni gravissime e ci si chiede come abbia fatto a precipitare in quel cortile. I giornali del mattino non riportano neppure la notizia, ma i suoi familiari e i suoi camerati sanno qual è la verità. Francesco Cecchin era sceso di casa insieme alla sorella per una passeggiata fino a via Montebuono, dove un suo amico lavora in un ristorante. Poco dopo mezzanotte, mentre i due ragazzi sono fermi davanti all’edicola di piazza Vescovio, spunta una Fiat 850 bianca che compie una brusca frenata davanti a loro; dall’auto scende un uomo che urla all’indirizzo di Francesco: “…E’ lui, è lui, prendetelo!”. Intuendo il pericolo e, probabilmente, riconoscendo l’aggressore, Francesco fa allontanare la sorella e corre in direzione di via Montebuono, inseguito dagli occupanti della macchina. La sorella, intanto, si getta vanamente al loro inseguimento, urlando: “Francesco, Francesco!”; le sue grida vengono udite da un giovane che, sceso in strada, nota un uomo darsi alla fuga verso via Monterotondo e qui salire sulla Fiat 850 bianca che si allontana velocemente. Il corpo di Francesco viene quindi rinvenuto in fondo ad un cortile, in posizione supina, distante circa un metro e mezzo dal muro alto cinque metri, perde sangue dalla tempia e dal naso e tiene ancora strette nella mano sinistra un mazzo di chiavi, di cui una storta che spunta tra le dita, e in quella destra un pacchetto di sigarette. A questo punto sarebbe stato lecito attendersi immediate indagini, invece sembra che tutti abbiano una fretta tremenda di liquidare l’accaduto come “un incidente”. La polizia, negando che vi sia stata una colluttazione, arriva a ipotizzare che Francesco - impaurito - abbia scavalcato il muretto del cortile senza rendersi conto che sotto c’era un salto di cinque metri… Ma Francesco conosceva bene quel palazzo e il suo cortile, in quanto ci abitava un suo amico; inoltre era ben strano che il corpo fosse stato trovato in posizione supina, anziché riversa, tipica di chi si lancia, e senza contusioni agli arti, inevitabili quando si effettua un salto volontario da una simile altezza. Prende così corpo la tragica ipotesi che il corpo di Francesco sia stato gettato, già esanime, al di là del muretto che delimita il terrazzo; tesi avvalorata da altri particolari: innanzitutto il trauma cranico, segno che il peso dell’impatto al suolo si è scaricato tutto sulla testa; poi le chiavi e il pacchetto di sigarette ancora strette nelle mani: chi pensa di lanciarsi oltre un ostacolo cerca istintivamente di avere le mani libere; infine, la dichiarazione resa da alcuni testimoni che affermano di avere udito: “le grida di un ragazzo, poi alcuni attimi di silenzio… e, infine, un forte tonfo non accompagnato da alcun grido”: è difficile credere che una persona possa gettarsi spontaneamente giù da un muro alto cinque metri e non emettere il minimo grido neppure atterrando pesantemente a terra. Che prima di questo tragico epilogo ci fosse stata una colluttazione è dimostrato, poi, dalla chiave piegata rinvenuta tra le dita di Francesco, sicuramente usata come arma di difesa contro i suoi assassini, e dai segni dei colpi subiti riscontrati su tutto il corpo. Il 16 giugno, dopo 19 giorni di coma, Francesco muore e solo allora vengono avviate le indagini. Viene arrestato Stefano Marozza, iscritto al PCI e proprietario della famigerata 850 bianca, il quale cerca di scagionarsi dichiarando che la sera dell’agguato era andato a vedere un film, ma gli inquirenti verificano che il cinema indicato era chiuso… Ciò nonostante, mentre nessuno si preoccupa di verificare chi poteva essere insieme a lui quella sera, qualcuno gli fornisce un nuovo alibi, questa volta “perfetto”; mentre ogni prova e ogni riscontro viene fatto sparire dagli incartamenti. Anni dopo il giudice, scrivendo la sentenza, dichiara che se non era stato in grado di condannare l’imputato e neppure di fare piena luce sull’omicidio Cecchin, ciò era colpa dei ritardi nelle indagini e del modo di procedere degli investigatori, al punto che il magistrato ipotizza persino di avviare un procedimento nei confronti degli organi di Pubblica Sicurezza.



Da: NovoPress

lunedì 28 maggio 2007

Benevento 9 giugno 2007, presenti!

Anche Comunità Giovanile Militante Perugia partecipa alla conferenza che si terrà in occasione del trentennale del primo Campo Hobbit a Benevento sabato 9 giugno perchè crediamo che sia importante ricordare ed analizzare un'evento che all'epoca rappresentò uno dei momenti più alti di aggregazione e formazione per un'intera generazione militante. Siamo convinti che, oggi più che mai, sia fondamentale raccogliere e rivalutare lo spirito e l'esperienza metapolitica che animava i Campi Hobbit, adattandoli ad ogni istanza creativa che l'area "non conforme" oggi ci offre.



Comunità Giovanile Militante Perugia

giovedì 24 maggio 2007

Tutti a Napoli!



Per Luigi, per le vittime di Bologna. Vogliamo Verità e Giustizia!



l'Ora della Verità

Venerdi 1 giugno: concerto per la libertà.

Libertà e Azione ti aspetta per ricordare i 18 anni dalla protesta di piazza Tien An Men venerdi 1 giugno con la presenza di Lu Decheng, uno dei leader degli studenti che nel 1989 scesero in piazza per protestare contro l'oppressione del governo comunista cinese.


Alle ore 17.00 si terrà la conferenza stampa aperta al pubblico presso il Paradiso sul Mare di Anzio e la serata proseguirà dalle ore 21.00 presso lo stabilimento balneare Pro Loco di Nettuno con musica, balli e letture di poesie grazie alla partecipazione di:

Matteo Cerasuolo, Fabian, Avalon, Francesco Mancinelli e Simona Gaucci.


Per info:

martedì 22 maggio 2007

Ricordi, musica, pub e quanto altro.





La militanza ha due fattori. Tutti e due ugualmente importanti e significativi. La militanza è sacrificio ma è anche divertimento. La militanza è amicizia ma è anche tanti nemici. La militanza è mattutina o notturna. La militanza è colla e spray ma è anche libri e conferenze. La militanza è un bancone di un pub con i tuoi fratelli camerati tra sogni e ideali. La militanza è una gita in capo al monte con una bandiera e una chitarra. La militanza è musica, la nostra musica. La militanza è macinare chilometri su chilometri in giro per essere sempre presenti a dar manforte ai camerati di altre realtà. La militanza è onore. La militanza è aggregazione. La militanza è un crescere dentro in una certa maniera. La militanza è strada, con la gente. La militanza è vita. Si, è vita, perché senza di essa noi saremmo il nulla. Il nulla più assoluto.



Non avrebbe senso svegliarsi la mattina per andare al lavoro come non avrebbe senso poi sedersi al bancone di un pub con i fratelli per discutere, decidere, fare e disfare. Nulla avrebbe senso senza essa.



Tante sono e tante saranno le giornate e gli avvenimenti che ci han fatto crescere spiritualmente. Tanti sono i ricordi di manifestazioni, manifesti, scritte, striscioni, concerti, cene, guerriglie… Appunto tanti e indelebili nelle nostre menti, ma mai troppe, soprattutto perché saranno eterne e continueranno a essere fatte. Non ce né una migliore o peggiore delle altre, sono tutte uguali, tutte fatte per un determinato scopo.



E’ arrivato il momento di fare quadrato, noi siamo pronti all’ennesima battaglia sognando un futuro diverso e migliore, dall’Europa attuale, fatta solo di sporchi denari e guerre altrui.

Bush: "Italiani, crepate per noi!"

WASHINGTON - L'Afghanistan ha dominato due giorni di colloqui tra il presidente americano George W. Bush ed il segretario generale della Nato Jaap de Hoop Scheffer nella insolita cornice del ranch texano dell'inquilino della Casa Bianca: al termine dell'incontro, durante una breve conferenza stampa, il presidente Bush ha sottolineato l'importanza di una maggiore "condivisioni dei fardelli e dei rischi" tra i paesi della Nato impegnati in Afghanistan.



"Parleremo con i paesi Nato per convincerli che ci deve essere una maggiore condivisione degli onere e dei rischi per raggiungere i nostri traguardi", ha detto Bush.



"Dobbiamo fare in modo che i comandanti militari in Afghanistan abbiamo le forze necessarie per sconfiggere gli estremisti e gli assassini che stanno cercando di bloccare i progressi del paese", ha aggiunto il presidente Usa.



"Siamo anche consapevoli del fatto che l'Afghanistan necessita di molto più che l'azione militare - ha detto Bush - Sosteniamo una strategia a lungo termine per aiutare a rafforzare le istituzioni democratiche dell'Afghanistan e aiutare a creare le opportunità economiche che aiuteranno questa giovane democrazia a sopravvivere e a prosperare".



Bush e il segretario generale della nato hanno anche ribadito il loro impegno a minimizzare le perdite di civili ma hanno accusato i taleban di usare in modo spietato la tattica di utilizzare i civili come scudo.



"Nessuno può metterci nella stessa categoria morale dei taleban - ha detto de Hoop Scheffer -. Noi non tagliano la testa alle persone. Non bruciamo le scuole. Non uccidiamo gli insegnanti. Non nascondiamo ordigni esplosivi sulle strade. Non usiamo bombe umane".



Durante i due giorni di colloqui, intervallati da una escursione in mountain bike dei due interlocutori, si è parlato anche dello scudo missilistico, del Kosovo e dell'ampliamento della Nato.



"Continueremo a tendere la mano alla Russia - ha detto Bush -. Ho inviato di recente il ministro della difesa Robert Gates a Mosca perché avesse una conversazione esauriente e trasparente col presidente Vladimir Putin e il suo governo, per essere sicuro che comprendano che lo scudo missilistico non è rivolto contro di loro ma è diretto ad altre nazioni che potrebbero turbare la pace in Europa".



"Gli alleati Nato ed altre nazioni riconoscono il fatto che esiste la minaccia del lancio di missili balistici provenienti da uno Stato canaglia - ha detto Bush, senza nominare l'Iran -. Apprezzo il fatto che il Segretario Generale della Nato concordi che il piano di difesa missilistico degli Stati Uniti integra gli sforzi della Nato per tenere tutte le nazioni al sicuro da un attacco". Il piano americano prevede la dislocazione di dieci missili intercettori in Polonia e di una sofisticata base radar nella Repubblica Ceca.



Il presidente Bush ha concesso un raro onore al leader della Nato invitandolo a trascorrere due giorni nel suo ranch texano compreso un pernottamento. Ieri sera Bush aveva continuato a discutere con l'ospite olandese dell'Afghanistan e degli altri principali problemi in una cena al ranch stile 'tex-mex' con la partecipazione anche del segretario di stato Condoleezza Rice e del ministro della difesa Robert Gates.



Al suo arrivo al ranch, in elicottero, il segretario generale della Nato, insieme alla moglie Jeannine, era stato accolto da Bush al volante di un pickup bianco e dalla first lady Laura. I quattro avevano fatto un giro turistico del ranch nel veicolo guidato dal presidente americano, che per l'occasione indossava jeans e stivaletti da cow-boy.



Nella foto, il Caporale Matteo Vanzan.



Ansa

lunedì 21 maggio 2007

Potere incontrastato.

Mentre qui in Italia si prendono la briga di tappare la bocca a storici che possono tirar fuori importanti scheletri dai loro armadi, in terra palestinese continua, di giorno in giorno, il massacro di civili e militari palestinesi. Qui come in altre parti del mondo, gli interessi hanno la priorità su tutto. Anche sulla vita e la libertà di ricerca storica.  



GAZA - Almeno quattro persone sono rimaste uccise nel nuovo raid aereo israeliano condotto oggi a Jabalya (Gaza) contro un veicolo. Lo riferisce la agenzia di stampa palestinese Maan. Secondo le prime informazioni sul terreno si tratta di miliziani delle Brigate al-Quds, braccio armato della Jihad islamica. I quattro viaggiavano su un veicolo di tipo Subaru che e’ stato centrato da un razzo.



HAMAS CONFERMA MORTE CAPO MILITARE



Nell’attacco condotto ieri dall’ aviazione militare israeliana nel rione di Sajaya (Gaza) e’ rimasto ucciso un comandante militare locale delle Brigate Ezzedin al-Qassama, braccio armato di Hamas. Il sito online di queste brigate precisa che si tratta di Samih Salih Firwana, 28 anni, originario di Sajaya. Con lui, secondo il sito, sono rimasti uccisi un altro miliziano di Hamas (Ala Nimer al-Haya, 21 anni) e cinque civili di eta’ compresa fra 60 e i 16 anni. Fonti di sicurezza a Tel Aviv precisano che Firwana era un ‘’importante terrorista di Hamas'’, responsabile fra l’altro di un pesante bombardamento sferrato contro Israele nella giornata della Indipendenza, il 24 aprile 2007.



A Firwana e ai suoi uomini vengono inoltre attribuiti, secondo Israele, una serie di attacchi armati condotti ai margini della Striscia di Gaza nonche’ il ferimento di un tecnico israeliano della compagnia elettrica che il 19 marzo era impegnato in una riparazione a breve distanza dalla striscia di Gaza.


Tratto da: www.azionetradizionale.com

Selvaggi con telefonino di Blondet.

Il testo descrive, in modo suggestivo, un’ antichissima società umana, collocabile all’inizio del tempo, molto progredita spiritualmente, socialmente e tecnologicamente; la sua repentina caduta; la lenta, faticosa, risalita fino agli elevati livelli della nostra civiltà europea di qualche decennio fa; poi nuovamente un declino, che si avvicina al crollo, e siamo nella realtà di oggi. Il selvaggio col telefonino è l’immagine del nostro scadimento come popolo: non è che torniamo alla barbarie (magari), ma affondiamo ogni giorno di più nell’amoralità, nella volgarità, nella bassezza soddisfatta, nell’ignoranza compiaciuta, nella grettezza e mancanza di rigore - mentale prima che morale. Questo genere di regresso è avvenuto nella storia d’Italia per l’abdicazione o la corruzione delle classi dirigenti, il contentarsi di essere quello che già siamo, il non chiedere più niente a noi stessi. E’ la dittatura collettiva del «fellah» urbanizzato. «Fellah» è la parola egiziana che indica il bracciante agricolo, in Italia il «cafone». Il cafone d’oggi ha il telefonino (o la Mercedes, o la laurea alla Bocconi) ma la sua mente resta quella dello zappatore. Il suo repertorio di curiosità e di ambizioni resta limitatissimo: il sesso, il «mangiare», il «vestire», il calcio, sono tutto ciò che esige dalla vita. Questo tipo umano è estraneo alla cultura, all’arte, al pensiero, alle attività umane alte che costituiscono la civiltà; per lui sono inutili, e ne frena e ne soffoca la comparsa nella società. Come lo zappatore quando va alla fiera del paese, diffida dei competenti, degli intelligenti, e in generale della complessità della vita, mentre dà cieca fiducia ai venditori di amuleti: è lui che ha arricchito le infinite Vanna Marchi della nostra vita collettiva, politica, mediatica e spettacolare. E’ lui che impone il suo «stile»: la maleducazione, la rozzezza, la vile violenza e la svaccata ineleganza che chiama «Made in Italy». Questo libro tenta di essere un manuale di aristocratizzazione, di ri-educazione alla civiltà, che dichiara il suo debito, tra gli altri, al filosofo-educatore della modernità, Ortega y Gasset. Non esorta a tornare solo all’etica, ma anche all’estetica: al capire che certe azioni tipicamente italiane, prima che delinquenziali e disoneste, sono «brutte», ignobili, volgari.



Per prenotazioni scrivere a controventopg@libero.it

domenica 20 maggio 2007

Istria, Fiume e Dalmazia nè Slovenia nè Croazia.


Il silenzio a volte è più forte di qualsiasi indignazione urlata, di qualunque dichiarazione, di qualunque verità. Il silenzio sulla tragedia delle Foibe, le cavità carsiche nelle quali furono sotterrati vivi dai partigiani del maresciallo Tito decine di migliaia di italiani; il silenzio sull’esodo dei nostri connazionali di Istria, Fiume e Dalmazia, costretti a fuggire dalla ferocia della pulizia etnica. Pagine tristi della nostra storia mai scritte, mai completamente metabolizzate da una Nazione che ha preferito dimenticare. C’è però chi non ha dimenticato e che per anni ha condotto una battaglia per far si che qualche squarcio di verità venisse fuori. Che venissero fuori nomi, cognomi, lapidi, volti. Testimonianze raccolte dal vento che ha aperto le porte sbarrate dall’omertà e dai colpevoli silenzi. Il Parlamento Italiano nel 2004 ha istituito la Giornata della Memoria per la tragedia delle Foibe e dell’esodo degli italiani di Istria, Fiume e Dalmazia che si celebrerà ogni anno il 10 febbraio. Questo sarà il giorno del ricordo. Ma noi crediamo che un solo giorno di ricordo sia troppo poco per sessant'anni di assordante silenzio. C'è chi non ha mai dimenticato e chi come noi quei morti non li ricorda un solo giorno all'anno.







Inoltre segnaliamo un nuovo spazio web:










Faurisson a Teramo.

 

sabato 19 maggio 2007

TUTTI A BENEVENTO!

Anacronismo anarchico.




Ieri sera l'Assemblea del Senza Patria ha deciso di rinviare a data da destinarsi l'iniziativa dell'1,2, e 3 sulla Banda del Matese poichè le nostre energie saranno tutte profuse verso il 9 giugno, giorno in cui ribadiamo si terrà, a pochi metri dalla nostra sede, il trentennale del campo hobbit, raduno nazionale della destra estrema ed extraparlamentare d'Italia, nel tentativo di impedire che questo convegno si tenga e facendo pressione perché¨il Comune lo annulli. Speriamo che i compagni che avevano intenzione di intervenire all'iniziativa sulla banda del matese, accorrano numerosi il 9 giugno per collaborare al tentativo di ostacolare l'adunata fascista. Ripetiamo che noi proveremo a far in modo che il Comune annulli le autorizzazioni prima, ma l'impresa è molto difficile sia perché¨ il Comune ha precedentemente patrocinato la cosa dimostrando da che parte sta, sia perché¨ viene gente che sta in parlamento come la Alessandra Mussolini, ed essendo proprio una cosa in grande non pesiamo che sia così facile che venga annullata. quindi... IL 9 GIUGNO A BENEVENTO CONFIDIAMO IN UNA LARGA PARTECIPAZIONE DI ANTIFASCISTI DI TUTTA ITALIA, IN MANIERA DA NON DARE A QUESTA GENTAGLIA PIAZZA LIBERA PER I LORO DISCORSI XENOFOBI E TIRANNICI : CONTIAMO MOLTO SULL'APPOGGIO DEI COMPAGNI DI TUTTA ITALIA, PERCHE' QUELLA DEI FASCISTI E' UNA "INIZIATIVA" DI PORTATA NAZIONALE, A CUI SI PUO RISPONDERE SOLO CON UN'ALTRA INIZIATIVA DI PORTATA NAZIONALE... fateci sapere al piu presto chi il 9 giugno di sicuro sarà al nostro fianco Intanto Sabato 19 Maggio si terrà la PRIMA ASSEMBLEA PUBBLICA per esporre, analizzare e pensare a come affrontare il problema. L'Assemblea si terrà al SenzaPatria,via Erchemperto 13 (dietro Piazza Roma), Benevento. Spazio anarchico "Senza Patria".







E una simpatica cartolina di auguri arrivata alla redazione di un giornale di Benevento via mail:



Una società basata sull'intolleranza e la violenza è una società di morte e persecuzione. Ergo: Vi auguro un nuovo piazzale Loreto...... Se nei vostri metodi di azione rientrano le suddette vuol dire che siete anche voi consapevoli della falsità di ciò che dite. Non ci confondete con le BR, perchè anche loro erano manipolate dallo Stato. Non siamo Brigatisti, siamo anarchici. Vi auguro un nuovo piazzale Loreto.



Tratto da: www.noreporter.org

Servizio RAI2 su Popoli.





SABATO 19 MAGGIO IN SECONDA SERATA SU RAI2 SERVIZIO SU POPOLI AL TG2 DOSSIER STORIE.



www.comunitapopoli.org

Sui fatti di Teramo.

da: www.primadanoi.it



SABATO 19 MAGGIO



TERAMO. Il Campus Coste Sant'Agostino oggi è chiuso. Il provvedimento, dopo una diffida ufficiale da parte del Rettore, inviti a ragionare e al buon senso, è stato l'unica alternativa per fermare l'arrivo dello studioso francese negazionista dell'Olocausto Faurisson. La situazione stava per uscire fuori da ogni controllo. Anche i servizi segreti dello Stato si erano messi in contatto con la Facoltà e annunciato la loro presenza per tenere a bada eventuali arrivi di contestatori. (Continua)















I fatti di Teramo sono di una gravità inaudita. Dopo il divieto dell'università, al Professor Faurisson è stato impedito di parlare anche in un luogo privato. Si impone ancora una volta una riflessione: quando la libera ricerca storica affronta temi "revisionisti", non le si contrappone uno scientifico contraddittorio, ma la si mette a tacere con la censura, la prevaricazione e la violenza.

venerdì 18 maggio 2007

Bombardamento aereo israeliano contro una postazione di frontiera: 5 morti palestinesi.

All'alba di oggi, l'aviazione militare israeliana ha bombardato con tre missili una postazione di frontiera a est del quartiere Az-Zaitun, nella città di Gaza.


Fonti mediche palestinesi hanno annunciato la morte di 5 palestinesi, membri delle Brigate Al-Qassam, e il ferimento di altri. I cadaveri, arrivati in ospedale a pezzi e totalmente carbonizzati, sono di Mohammad Saleh Juha, Ahmad Saleh Siyam e Ahmad Rushdi Siyam, tutti del quartiere Az-Zaitun e Hatem Shaaban Az-Zamarin.


I medici e i testimoni oculari hanno riferito che il soccorso dei feriti è difficoltoso. Il bombardamento è stato definito un "massacro".


Da parte sua, le Brigate Al-Qassam hanno minacciato l’occupazione israeliana di "risposta dolorosa".

Commentando quanto è accaduto questa mattina, Abu Obeidah, portavoce delle Brigate, ha dichiarato al corrispondente di Infopal.it: "Daremo al nemico una lezione per i crimini che sta commettendo contro il nostro popolo nella Striscia di Gaza".

E ha sottolineato che "le operazioni israeliane nella Striscia di Gaza significano che Israele ha decretato una guerra aperta contro il popolo palestinese, contro il movimento islamico Hamas e contro le Brigate di Al-Qassam". E ha aggiunto che "faremo pagare loro a caro prezzo questa guerra. Gli abitanti di Ashkelon, Sderot e le colonie vicine alla Striscia di Gaza non rimarranno sicure dai colpi di Al-Qassam".


L’aviazione israeliana hanno effettuato da ieri 6 attacchi aerei separati contro Gaza, tra cui la sede delle Forze Esecutive del ministero degli interni.

Il cielo di Gaza è sorvolato massicciamente e continuamente, a bassa quota, dagli aerei F16 e da ricognitori israeliani, che seminanano il terrore tra i cittadini inermi.


Fonte: www.infopal.it

Pensiero Tradizionale.




"..D’ora in poi il concetto di politica entra in piena fase rivoluzionaria, tutte le formazioni di potenza della vecchia società saltano in aria perché tutte riposano sulla menzogna: ci saranno guerre come mai se ne videro al mondo..".



www.noiantimoderni.com, biblioteca digitale.

giovedì 17 maggio 2007

Ritratto di Gasparri tra i Sayanim.

Un lettore segnala che il programma di RAI3, Report, ha reso noto quanto segue: Maurizio Gasparri, l’ex ministro delle telecomunicazioni, risulta direttore di una società israeliana di telecomunicazioni, la Telit. Che dire? Pare proprio vero. Uno sguardo al management della Telit: nonostante la sede a Trieste, è integralmente israeliana. Il presidente si chiama Avigdor Kelner, un colonnello dell’armata israeliana che è stato ai vertici della Azorim Investment, una immobiliare sionista, ed è nel board della Ben Gurion University. Oozi Cats è il direttore esecutivo, Avi Israel il direttore finanziario, Inbal Barak-Etzion la sub-direttrice finanziaria; poi ci sono una sequela di direttori non-esecutivi. E lì, tra un David Denholm (ex banca Warburg) e un Andrea Giorgio Mandel-Martello (altro Warburg), fra un Davidi Piamenta (che viene dalla Israeli Air Force), un Yossi Moskovitz e una Ali Ronnen, compare effettivamente la faccetta di Maurizio Gasparri. Quasi unico goy fra tanti eletti. Come direttore, ma attenzione, «non esecutivo». E’ importante: infatti la didascalia che accompagna la foto non fa che prendere le distanze da se stessa. Si sforza di dire: sono qui, ma non ci sono. «Mister Gasparri non è attualmente direttore o partner, né è stato direttore o partner negli ultimi cinque anni di alcuna azienda o compartecipazione». (1) Ma allora perché sta lì, con foto, tra i direttori Telit? A fare che? Apparentemente non fa niente, anzi nemmeno c’è fra quei colonnelli e aviatori di Tsahal. Ma si vede che a qualcosa serve pure un Gasparri. A che cosa? Il nome della Telit è saltato fuori nelle deposizioni di Marco Bernardini, agente del SISDE e principale testimone nell’inchiesta sulle intercettazioni Telecom. Bernardini ha detto che la notizia delle indagini della Kroll su Tronchetti Provera originava, attraverso una trafila di confidenti, da tale «Frascà, ex funzionario Telecom passato alla Telit, un’azienda rilevata dall’IMI, Industria Militare Israeliana». Che gli israeliani siano all’ascolto di telefoni e telefonini italiani risulta molto chiaro dalle deposizioni sullo scandalo Telecom. Fabio Ghioni, esperto informatico della sicurezza Telecom, racconta che Guglielmo Sasinini, ex giornalista di Famiglia Cristiana era diventato consulente-spia per Telecom. Sasinini, dice Ghioni, vantava «contatti diretti coi servizi segreti israeliani, di cui parlava come se fossero i suoi capi occulti» (interrogatorio del 13 marzo 2007). Sasinini e Tavaroli andavano spesso in Israele. E a questo proposito Ghioni pronuncia il nome della Converse Technologies, azienda israeliana che offriva a Telecom apparati per intercettazione. «Svolsi una ricerca su tale azienda e scoprii che era stata creata dal Mossad». Non basta: come ha scritto Il Corriere, «La Converse Technologies torna in scena anche in un altro episodio raccontato da Ghioni, la discussa uccisione di un giovane brasiliano da parte della polizia londinese, subito dopo gli attentati dell´11 luglio. ‘Scoprii anche che (la Converse Technologies ndr) era stata coinvolta in alcuni scandali negli Stati Uniti che riguardavano le intercettazioni e che dopo queste vicende si è ripresentata sul mercato con il nome Verint. In tale veste aveva fornito le telecamere all’azienda che gestisce la sorveglianza della rete delle metropolitane a Londra. Rammento che in occasione della morte di un cittadino brasiliano ucciso dalla polizia di Londra perché ritenuto un terrorista, le videocamere fornite da quell’azienda hanno fatto registrare un black out per asserita manutenzione proprio nei minuti in cui il brasiliano veniva soppresso’». Dunque la Comverse, oggi Verint, gestisce le telecamere di sorveglianza nella metropolitana di Londra: guarda guarda. E dopo l’attentato del luglio 2005, è la Converse che ha fornito le immagini dei quattro «terroristi» (poveracci ignari, probabilmente convinti di essere parte di una esercitazione) mentre entrano nel metrò con lo zaino in spalla. Così è stato chiaro che erano loro, quei musulmani malvagi. Invece, il giorno in cui i commandos di Scotland Yard ammazzano a bruciapelo un innocente brasiliano, la Converse ha un black-out delle sue telecamere. Insomma, la Converse ha le mani in pasta in parecchi attentati sporchissimi, false flag. Soprattutto, il nome dell’azienda israeliana è stato fatto insieme ad un’altra (Amdocs, pure israeliana) durante le prime indagini seguite all’11 settembre. In USA. La Fox News (2) disse allora che la Converse, emanazione dei ministeri israeliani, forniva gli apparati di intercettazione automatica alla polizia giudiziaria americana, per le indagini su sospetti. E che l’FBI aveva denunciato la Converse come la possibile fonte di «fughe» di informazioni raccolte al telefono da ignari agenti di polizia; fughe che avevano fatto naufragare diverse azioni di controspionaggio e non solo, ma anche operazioni contro la criminalità comune, specie gli spacciatori di droga della mafia ebraica. Proprio in seguito a queste denunce, la Converse ha cambiato nome in Verint. Quanto alla Amdocs, ha in USA appalti colossali: provvede alla tariffazione e alle bollette delle maggiori compagnie telefoniche americane, che servono nel complesso il 90% delle utenze. Il bello è che il computer centrale della Amdocs per le tariffazioni si trova fisicamente in Israele. E per sua natura consente di fare a qualche servizio segreto che ne ha l’accesso ciò che gli spioni chiamano «analisi del traffico», l’identikit di qualunque persona in base alle telefonate che fa e riceve. Indovinate il nome del servizio segreto in questione. E la Telit c’entra qualcosa con tutto questo? Ah no, questo no. La Telit, diretta dal colonnello Kelner, è pulitissima. Nel suo sito, vanta di essere la pioniera della tecnologia «m2m», «machine to machine». Una tecnologia che «consente comunicazione automatica tra una macchina e una centrale, o tra macchine distanti», consentendo «sorveglianza e controllo in tempo reale e senza controllo umano», e il tutto «wireless», senza fili, coi cellulari. Il sito della Telit fa qualche esempio: auto fornite della tecnica «m2m» mandano un messaggio silenzioso a una centrale di pezzi di ricambio, per dire quale pezzo hanno bisogno di sostituire. Oppure: macchine di bibite a moneta avvisano da sé la centrale che è finita la Coca Cola. Tutto a distanza, senza intervento umano, anzi senza che nessuno lo sappia. Non è difficile immaginare altre e più mirabolanti applicazioni della «m2m». Un telefonino Telit può dire dove siete e con chi parlate, a vostra insaputa, avvertendo la «centrale». Un telefonino Telit, se l’avete in tasca, dice tutto di voi alla centrale. Un telefonino Telit può persino guidare un missile intelligente sull’auto corazzata di un dirigente di Hamas, di cui «la centrale» sa in tempo reale l’ubicazione perché nell’auto c’è nascosto un chip «m2m». Magari, anche Calipari aveva un «m2m» nascosto da qualche parte nella macchina. Mica per niente si chiamano «smartphones», telefoni furbi. Personalmente, inclinerei a non comprare mai un cellulare Telit, o una scheda Telit, o un aggeggio che si chiami «smartphone» e che vanti una tecnologia «m2m». E inviterei i lettori a fare altrettanto. Sì, tutti i telefonini che abbiamo in tasca ci tradiscono: al bisogno, la polizia sa dai tabulati dove ci trovavamo (in quale «cellula») quella tal ora e con chi parlavamo. Ogni alibi falso diventa insostenibile. Ma dove si trova la «centrale» a cui i cellulari Telit, stanno parlando di noi a nostra insaputa? Ad Haifa? Tel Aviv? Va a sapere. Anche Maurizio Gasparri, il nostro servizievole ex-ministro, dovrebbe guardare meglio dentro il telefonino che ha avuto sicuramente in omaggio. Perché sicuramente ha avuto un omaggio; l’unico, perché certo non viene pagato dalla Telit. Come pagare un direttore non-esecutivo, che per di più, nella didascalia che lo indica come direttore, dice di non essere direttore? Come si fa a pagare uno che è lì solo per figura o copertura? Lui stesso, Gasparri, il non-esecutivo, non vorrebbe compensi per non-eseguire alcunchè. E ciò gli fa onore. Anche se questa gratuità lo mette nel novero dei «sayanim». La parola ebraica che, nel gergo del Mossad, significa «aiutanti», designa tutti quei normali cittadini italiani, francesi, spagnoli, inglesi o tedeschi che - in quanto ebrei - sono pronti ad aiutare il Mossad nelle sue operazioni all’estero. Un medico che cura l’agente professionale ferito. Un albergatore che lo ricovera senza registrarlo. Un funzionario che fornisce documenti. Un banchiere o bancario che procura contanti anche in piena notte. Un altro che ricovera in case «sicure» i kidon (le squadre di assassinio) che stanno preparando un colpo all’estero. Per questo il Mossad funziona benissimo con pochissimo personale professionale; ha decine di migliaia di agenti dilettanti, avventizi e volontari che coprono, aiutano e non fanno domande. Né chiedono un solo shekel di paga: tutto gratis, per amore di Giuda, con la soddisfazione di fregare quei cretini di goym. I sayanim, appunto. Gasparri è uno dei sayanim? Quando si è Gasparri, si può esserlo senza nemmeno saperlo. Può succedere anche questo, nella nostra Italia. La nostra cara Cretinopoli.



Maurizio Blondet




Note

1) Si veda il sito: http://www.telit.com/content.asp?pageId=188.

2) Fu il giornalista Carl Camerson a rivelare i fatti. La sua inchiesta è stata cancellata subito dopo dal sito della Fox. Il senatore Bob Graham, della Commissione Intelligence, dopo aver potuto vedere documenti segreti sull’11 settembre, disse: «C’è la prova molto convincente che almeno alcuni dei terroristi [di Al Qaeda] sono stati aiutati, non solo con denaro, da un governo straniero… ciò diverrà di dominio pubblico in futuro quando saranno aperti gli archivi, ma solo tra 20 o 30 anni». «I think there is very compelling evidence that at least some of the terrorists were assisted not just in financing - although that was part of it - by a sovereign foreign government… It will become public at some point when it’s turned over to the archives, but that’s 20 or 30 years from now». Questo governo straniero non può essere un regime islamico, altrimenti la sua complicità non sarebbe stata sepolta negli archivi per 30 anni; sarebbe stata gridata sulle piazze globali da tutti i media.

Fonte: www.effedieffe.com

Diffondi la verità.







Con gli ultimi sviluppi della vicenda e con i contributi di: M. Murelli, G. Adinolfi, M. De Angelis e P. Caratossidis



Gianluca Semprini nato a Roma nel 1970, giornalista. Si definisce di "sinistra" ma non crede che la matrice della strage di Bologna sia quella sancita dalle sentenze della Magistratura. Questo libro è il frutto di una serrata disamina dei documenti processuali e del risultato degli incontri di approfondimento e delle interviste da lui fatte a molti degli attori e protagonisti di quegli anni.



Ha incontrato e intervistato in particolare Luigi Ciavardini e lo ha spinto a scrivere, di suo pugno, la memoria che fa da premessa alla ricostruzione dell'autore. Lo ritiene colpevole di molti gravi reati per i quali ha scontato le pene comminategli. È convinto invece che non abbia responsabilità nella strage che il due agosto 1980 uccise a Bologna 85 persone.



Luigi Ciavardini oggi ha 43 anni ed è anche lui romano. Secondo una sentenza della Magistratura è il più grande stragista italiano. Figlio di un maresciallo di P.S. aderisce ai movimenti di estrema destra da giovanissimo. A sedici anni viene rinchiuso nel carcere giovanile di Casal del Marmo per una rapina: esce e dopo una militanza attiva in Terza Posizione frequenta i Nar di V. Fioravanti e F. Mambro. È il 1980: la sua esperienza di lotta armata è breve quanto intensa e il 4 ottobre dello stesso anno viene arrestato. Confessa l'omicidio dell'agente di polizia Evangelista e viene condannato anche per la partecipazione all'omicidio del giudice Amato. Sconta quattordici anni di carcere. Finisce la sua pena nel 2000. Il tribunale dei minori di Bologna - all'epoca dei fatti aveva diciassette anni - lo assolve in primo grado dalla terribile accusa di essere l'autore materiale della strage di Bologna. La corte d'appello nel marzo del 2002, in soli otto giorni di processo, ribalta il verdetto: Ciavardini, che si è sempre dichiarato innocente, viene condannato a trent'anni.


Per ordinazioni:

controventopg@libero.it


mercoledì 16 maggio 2007

Oh vigliacco, non abbandonare!

“IL FASCISMO È ETERNO"

“IL FASCISMO È ETERNO"




da "Otto"






I camerati sono fascisti… gli irlandesi e i palestinesi sono camerati… Khomeini, Ahmedinejad e tutto l’Iran sono nazi… Saddam era fascista… ma pure Olmert, Bush e Sharon (questo forse ancora per poco)… ed è fascista pure il partito Hezbollah (anzi gli Hezbollah sono proprio nazionalsocialisti)…



Putin è fascista… la Cina è fascista… il Dalai Lama è fascista… e lo è anche Padre Pio… ed insieme a lui i pulcini… Israele è fascista ma anche Settembre Nero, che infatti è nero!



Anche gli Egiziani erano fascisti in quanto schiavisti… ma c’erano gli schiavi nell’antico Egitto? Comunque gli Egiziani erano necessariamente fascisti, perché frustavano gli Ebrei e li cacciavano dall’Egitto… però un po’ fascisti lo erano pure gli Ebrei, perché sionisti e magari fisioterapisti… si sa che i fisioterapisti sono fascisti… a letto poi… Le Brigate Rosse erano fasciste… ed anche le Brigate Nere e la X Mas… ma questa forse un po’ meno…



La X mas Card è fascista… I Togni circensi sono fascisti, perché ingabbiano gli animali e si sono tramandati le fruste degli Egiziani (fascisti pure loro)… la Coop è fascista, la Standa di più, mentre la Upim è franchista e quindi fascista reazionaria… ma sempre fascista… la Esselunga è nazionalsocialista tanto che si chiamava SS Lunga. Cappuccetto Rosso è fascista (ma anche il Lupo)… ed anche la crostata di mele… basta che sia rifugiata nel bosco… jungeriano e fascista pure questo.



Mc Donald è un po’ meno fascista dinanzi a Burger King, che è nazista… l’Ikea è fascista, così come la Tetrapack… contestualmente è nazista anche Tyler Durden. De Gregori è camerata ma non lo sa di essere…di certo sono fascisti, invece, Battiato, Nek e Max Pezzali… forse anche Renato Zero… Battisti invece era nazifascista ordinovista. Thunderstruck e gli AC/DC ovvio sono ipernazisti… scontato dire di Back in Black, che è il programma del nuovo PNF… L’autogrill di Cantagallo in fondo in fondo un po’ fascista lo è stato… e i Galli erano fascisti, ma anche ovviamente i Romani…



Gli indiani sono fascisti e i pakistani falangisti… la Lazio è fascista, ma lo è anche la Roma… il Verona è nazista… i livornesi sono fascisti, in quanto stalinisti… ed essendo Stalin fondamentalmente fascista… La TAV è fascista… il movimento antiTAV è fascista… Hitler era fascista nazista… Mussolini forse non era veramente fascista, ma solo perché il Fascismo lo inventarono i Faraoni egiziani che schiavizzavano gli Ebrei, sionisti e quindi fascisti… ma anche gli Ebrei antisionisti sono fascisti… e la Mussolini?



D’Annunzio forse era fascista, e non sono certo neppure di Gentile (Giovanni, perché Claudio Gentile era sicuramente fascista, anche se juventino)… i bidelli però erano fascisti e un po’ anche i partigiani… Sara Tommasi è nazista anche se ha fatto “L’Isola dei Famosi”… perché il più nazista è “La Pupa & Il Secchione”… e quanto è nazista Scamarcio, mamma mia!!



Credo che Usa e Urss si fossero alleate contro il Fascismo non perché capitalisti e comunisti (entrambi materialisti) ma perché volevano essere fascisti pure loro…



“Tengo la camisa negra” è fascista falangista perchè ha la camicia nera… ma la camicia in Spagna non era azzurra?… Il cubano “Patria O Muerte” è evidentemente fascista… e quindi sono fascisti il “Che” e Fidel… Berlusconi è fascista ed ha probabilmente giocato nel Boca (nazistissimo)… Bertinotti è fascista, anche se fa l’antifascista… d’altronde se “Gratta il Pepito e viene fuori il Peppone” come diceva Don Camillo… fascista pure lui in quanto prete e in quanto creato dal fascista Guareschi… ma prete e quindi fascista è pure Don Vitaliano, e un po’ fascista è Caruso in quanto latifondista…



Gesù è fascista, ma anche Odino… e perché no Ponzio Pilato ed Erode? Fascisti erano i bimbi uccisi sotto Erode (pochi per la verità), ma pure la loro e la mia maestra erano fasciste, i miei compagni di classe erano fascisti (camerati di classe), le suore, gli imam, la polizia, i carabinieri e il Kgb erano fascisti… la Corea del Nord è leghista perché del Nord e quindi un po’ fascista… però pensandoci la Corea del Sud è fascista… Lupin è fascista… l’ispettore Zenigata è fascista… e se il fascista per l’opinione pubblica fosse come Lupin per Zenigata?…



Oddio, e se i comunisti fossero fascisti, così tutto diverrebbe in realtà comunista?! All’armi, all’armi, all’armi siam fascisti…



... e si ricomincia da capo: I compagni sono comunisti… gli irlandesi e i palestinesi sono zecche... Khomeini, Ahmedinejad e tutto l’Iran sono compagni…



“C’era una volta un fascista, seduto sul sofà, che diceva al comunista: “Raccontami una storia”; il comunista incominciò: “C’era una volta un fascista, seduto sul sofà, che diceva al comunista...".










"Otto" è la rivista veronese di Alternativa Antagonista (www.alternativa-antagonista.com).

Corridoni e il Sindacalismo Rivoluzionario.


"Io rimarrò sempre il Don Chisciotte del sovversivismo; ma un Hidalgo senza ingengno, pieno soltanto di fede. Morirò in una buca, contro una roccia o nella corsa di un assalto, ma - se potrò - cadrò con la fronte verso il nemico, come per andare più avanti ancora"


Filippo Corridoni, ottobre 1915





Nato a Pausula (oggi Corridonia), in provincia di Macerata, il 19 agosto 1887; caduto in combattimento sul Carso, alla "Trincea delle Frasche", il 23 ottobre 1915. Nella prima giovinezza è mazziniano. Uscito dalla scuola industriale superiore di fermo, trasferitosi a Milano nel 1905, è impiegato disegnatore presso la ditta Miani-Silvestri. Si getta subito nella lotta sociale, militando nelle schiere del Sindacalismo Rivoluzionario. Fa sua la formula: "L'emancipazione dei lavoratori deve essere opera dei lavoratori stessi". G. Sorel, E. Leone, G. Hervé sono i suoi autori. Egli pensa che il sindacalismo operaio possa creare uno stato nello stato e, successivamente, procedere alla conquista del potere. Austero, incurante di pericoli e di privazioni, sa infondere nella folla il fascino dei suoi ideali. Sostiene con stoica fermezza una lunga serie di battaglie e persecuzioni, nonché, per qualche tempo, l'esilio. A partire dal 1907 conduce un'aspra lotta contro la Confederazione generale del lavoro, dando prova di grande ardimento in mezzo a scioperi ed agitazioni. Nel 1908 è con Alceste De Ambris a Parma per guidare quello che "sarebbe stato ricordato come il più lungo, drammatico e imponente sciopero generale agrario del sindacalismo rivoluzionario italiano". In mezzo a dure esperienze in Italia e all'estero, le sue concezioni sindacaliste si allargano e si modificano. Propagandista e volontarista, insieme con la rivolta delle masse operaie, Corridoni predica la rivolta della borghesia per l'avvento di d'una classe dirigente più consapevole ed atta ad affrontare una lotta decisiva. Allo scoppiare della guerra dichiara di trovarsi di fronte all'immaturità proletaria e a moltissimi problemi da risolvere in comune con le altre classi sociali. Fa generosa ammenda di tutte le ubbie internazionali cui aveva fino allora creduto e, richiamando le moltitudini all'idea di patria e di dovere nazionale, si schiera a fianco di Benito Mussolini per l'intervento. Benché inabile alle fatiche di guerra riesce a farsi inviare, volontario, al fronte. Nella vittoria, vede la premessa necessaria allo sviluppo ed alla grandezza della nazione.

Destinato al 32° reggimento fanteria operante sul Carso vi giunge il 26 luglio 1915, ma poiché il reggimento si trova in quei giorni a riposo nelle retrovie, Corridoni, anelante di cimentarsi contro il nemico, vuole immediatamente raggiungere la linea di combattimento e si reca in trincea presso il 142° reggimento. Spesso, dopo difficili missioni, torna nelle linee italiane provato dalle fatiche e dai disagi, ma sempre ripete la sua frase abituale: "Dobbiamo assolutamente vincere ad ogni costo. Il nemico deve essere schiacciato". Nella fatale e gloriosa giornata del 23 ottobre, all'assalto della Trincea delle Frasche, Filippo Corridoni, in testa alla sua compagnia, anima i compagni che muovono lungo la collina verso le munite trincee austriache e canta gli inni della patria. Al segnale d'attacco egli è fra i primi a saltare fuori dalla trincea di partenza ed è sempre tra i primi a giungere sulla trincea avversaria ove, in piedi, agita il berretto gridando "Vittoria! Viva l'Italia!". Qui cade colpito a morte. Viene decorato con medaglia d'argento, trasformata poi in medaglia d'oro con la seguente motivazione: Corridoni Filippo, soldato del 32° reggimento fanteria, soldato volontario e patriota instancabile, col braccio e con la parola, tutto se stesso diede alla Patrio con entusiasmo indomabile. Fervente interventista per la grande guerra, anelante della vittoria, seppe diffondere la sua tenace fede fra tutti i compagni, sempre di esempio per coraggio e valore. In testa alla propria compagnia, al canto di inni patriottici, muoveva fra i primi, e con sereno ardimento, all'attacco di difficilissima posizione, e tra i primi l'occupava. Ritto con suprema audacia sulla conquistata trincea al grido di "Vittoria! Viva l'Italia! Incitava i compagni, che lo seguivano, a raggiungere la mèta, finchè cadeva fulminato da piombo nemico.





"Egli era un nomade della vita, un pellegrino che portava nella sua bisaccia poco pane e moltissimi sogni e camminava così, nella sua tempestosa giovinezza, combattendo e prodigandosi, senza chiedere nulla... Leviamoci un momento dalle bassure della vita parlamentare; allontaniamoci da questo spettacolo mediocre e sconfortante; andiamo altrove col nostro pensiero che non dimentica; portiamo altrove il nostro cuore, le nostre angosce segrete, le nostre speranze superbe, e inchiniamoci sulla pietra che, nella desolazione dell'Altipiano di Trieste, segnò il luogo dove Filippo Corridoni cadde in un tumulto e in una rievocazione di vittoria"



Benito Mussolini, "Il Popolo d'Italia", 23 ottobre 1917


Mostra fotografica sulla Birmania.





Su www.comunitapopoli.org maggiori informazioni.


domenica 13 maggio 2007

Bordello per pedofili.

Questo scritto è stato pubblicato nel 2005 , quindi scritto 36 mesi prima dei fatti di Rignano Flaminio. Si chiama “internato” ed è un modello d’intervento organizzato delle organizzazioni pedofile che qui accenniamo (senza scendere nei particolari più agghiaccianti) a spiegare.Nel 2001 l’INTERPOL lancia un allarme internazionale non adeguatamente considerato dalle autorità italiane. Esistono, dice il rapporto-denuncia, in alcuni paesi (Inghilterra, Spagna, Olanda ma anche Benin, Nigeria, Marocco) delle vere e proprie “scuole di preparazione alle vittime dei pedofili”.

Le organizzazioni pedofile, stanche di trovarsi con bambini che non sopportavano gli abusi sessuali e le torture e che si suicidavano (oppure venivano uccisi dagli stessi clienti), hanno studiato un metodo per preparare le vittime predestinate ad affrontare sevizie e abusi sessuali, non sprecando così, ogni volta, la “mercanzia”.

Il metodo prevede vari passaggi progressivi:

dopo aver individuato una scuola dove intervenire, dopo aver trovato il “personale giusto”, si procede per tre fasi:

nella prima i bambini vengono picchiati, con violenza progressiva, in maniera da non lasciare mai tracce visibili sul corpo, per innalzare in loro la sogli di sopportazione del dolore.

Nella seconda fase, vengono sottoposti, quotidianamente, a una specie di lavaggio del cervello mostrandogli in continuazione scene di sesso tra adulti e bambini; scene viste sia in filmati loro proiettati per diverse ore sia “dal vivo”.

La terza fase consiste in far avere loro rapporti sessuali, prima con uno poi con più adulti. A questo punto il bambino è pronto. I clienti arrivano, ne abusano in gruppo, riprendono le proprie prodezze predatrici (mai rinunciare a un souvenir da condividere coi propri simili) e se ne vanno. Non prima di aver pagato, profumatamente e in contanti il proprio svago, nel bordello costruito per andare incontro ai loro torbidi gusti; bordello la cui merce è fatta a immagine e somiglianza dei nostri figli.

Il tutto avviene nei pressi della scuola (appartamenti privati, edifici abbandonati, chiese) dove i bambini, a gruppi (spesso intere classi),vengono portati con la complicità di docenti e personale vario.

Ci si chiederà come questo sia possibile; ma, soprattutto, come quei bambini, tolti da scuole materne, non corrano a casa a chiedere aiuto ai genitori.

La domanda se la sono fatta, per primi, i loro aguzzini, poiché nulla essi lasciano al caso. Troppi i rischi ma immani i guadagni!

E quindi, in un’analisi accurata dei profitti e degli investimenti, la possibilità di essere denunciati deve ridursi e scendere vicino allo zero. Anche se, diciamolo chiaramente, una volta riuniti nel loro particolare “consiglio di amministrazione”, si saranno certamente detti: “Anche se ci denunciassero…chi mai ci crederebbe?”.

Nella pratica metodica e scientifica del male è, comunque, la paura la prima arma da usare per rimanere impuniti.

I bambini, innanzitutto, devono essere spaventati a morte, affinché il loro silenzio sia garantito a favore dell’impunità dei predatori.

Anche in questo caso le bestie non fanno molta fatica: è facile, terribilmente facile, spaventare un bambino! Ma, proprio perché è così facile le cose vanno fatte…bene.

Al bambino viene dato come giocattolo personale un cucciolo di cane o di altro animale. Il cagnolino è simpaticissimo, un tenero batuffolo di pelo bianco cotonato. Quasi un agnellino, con tanto di bandana rossa sul collo. Il bambino, di circa 5 anni, ha sempre sognato un cucciolo così. Una volta l’ha anche visto in TV ed ha ottenuto dalla mamma che “ci avrebbe fatto un pensiero, magari lo porta Babbo Natale, basta che non fai più i capricci”.

Il bambino pensa già a che nome dare al cucciolo ed è convinto di poter ottenere di portalo via con sé. A questo punto, l’aguzzino prende in braccio il cagnolino, lo accarezza e poi, con un gesto secco, gli rompe l’osso del collo.



“SE PARLI LA STESSA COSA CAPITERA’ A TE E ANCHE AI TUOI GENITORI!”



“E adesso no fare quella faccia! Ho dovuto farlo, è colpa tua1 Se solo non avessi fatto tutti quei capricci!”

Il bimbo è paralizzato dalla paura. E’ passato, in due secondi,da un momento di gioia e svago a un momento di terrore puro. E’ troppo piccolo per capire bene cosa stia accadendo, ma abbastanza grande per capire che il suo amico non respira più; gli hanno fatto tanto tanto male.

Non capisce perché la colpa debba essere la sua ma se loro, i grandi, dicono così dovrà pure e4ssere vero.

Gli occhi del bambino si riempiono di lacrime ma le grida che riceve le bloccano.  Un’enorme diga gli offusca la vista, arginando il dolore,mentre un braccio lo strattona e lo butta su un materasso. Per qualcuno inizia il divertimento, ed è meglio che lui non si ribelli, altrimenti sa bene cosa potrebbe accadere. A sé stesso. Alla sua sorellina. Magari anche al papà e alla mamma; altro che capricci!Fatti del genere, è stato accertato, sono avvenuti in diverse scuole italiane, prevalentemente al Nord.  Restano insoluti molti interrogativi:

Come si individuano i target?

Come si trovano i clienti?

Che gestisce il traffico?

Dove finisce il materiale pedopornografico prodotto?

Ma, soprattutto, dove stanno “operando” in questo momento? 



Tratto da “Predatori di Bambini” di M. Frassi

venerdì 11 maggio 2007

Storia della Musica Alternativa.

Tutto cominciò tra la fine degli anni ’60 e l’inizio degli anni 70.In quegli anni la gioventù era nettamente divisa in “quelli di destra” e “quelli di sinistra”. Si viveva nelle sezioni,si lottava nelle strade…e sempre più spesso si moriva.



A “sinistra”,l’allora PCI, capì l’importanza della musica come veicolo per arrivare alle nuove generazioni e stanziò fondi per favorire consorzi musicali,vere e proprie fucine di tantissimi gruppi e cantautori che proprio così cominciarono la loro carriera artistico-militante(da Guccini ai Nomadi, passando per De Gregori, Bennato,Bertoli ecc..).Basti pensare che nelle “feste dell’unità” un ruolo centralissimo era riservato proprio ai concerti cui assistevano anche giovani attratti solo dalle canzoni (che venivano trasmesse da tutti i canali ufficiali di diffusione) e si trovavano per la prima volta a contatto con simbologie che poi avrebbero accettato come proprie.



A “destra” invece,tutto partì dall’esigenza dei militanti (non supportati dal partito) di avere una propria musica che sostituisse i vecchi inni della RSI che cominciavano a stare stretti,a non bastare più.



Precursori di questa “ alternativa” furono certamente i cabarettisti del “Giardino dei supplizi” una costola del “Bagaglino” ,ed in particolare due dei suoi esponenti: Leo Valeriano e Pino Caruso. Autore quest’ultimo della canzone “il mercenario di Lucera” mentre il primo,in occasione di uno spettacolo al teatro Olimpico di Roma di un’attrice comunista,nel febbraio del 1967,salì sul palco e cantò “Berlin” una canzone d’accusa contro il regime sovietico.



Nel 1973 si formò il “ Gruppo padovano di protesta nazionale” che compose in seguito la sua prima canzone “Nel suo nome” sull’uccisione del miltante greco del FUAN Mikis Mantakas.Questo gruppo prenderà il nome di “Compagnia dell’anello”e si segnalerà negli anni come uno dei migliori gruppi di M.A. con la pubblicazione nel 1978 del LP “Dedicato all’Europa”.Sull’onda del gruppo padovano si affacciarono sulla scena nuovi autori. A Roma si formarono gli JANUS che daranno vita nel 1977 al primo vero disco ,un 45 giri intitolato “Tempo di vittoria” distribuito dalla rivista fiorentina politico-satirica “la voce della fogna”.A Milano l’anno precedente si erano formati “gli Amici del vento” altro gruppo destinato a segnare la storia di questo filone musicale.A Verona gli ZPM, che nello stesso 1977 pubblicarono la storica MC “Una voce controvento”.



Anche i cantautori non vollero esser da meno ed in pochi anni si assistette ad un proliferare di artisti capaci chi più chi meno di lasciare il segno.Tra i più importanti sicuramente Michele di Fiò,Roberto Scocco,Fabrizio Marzi e Massimo Morsello.



Tutto questo fermento,non solo musicale, trovò un naturale sbocco nell’organizzazione del primo Campo Hobbit,che si svolse a Montesarchio,una località vicino Benevento.



Due giorni dedicati ai dibattiti,alla cultura alternativa,alla grafica alternativa e naturalmente alla musica. Una comunità si incontrava per crescere insieme tracciando nuovi percorsi e nuove prospettive. Si cercava di uscire dal ghetto.



In quella stupenda cornice si esibirono i giovani gruppi come Compagnia dell’anello, Janus,Nuovo canto popolare e cantautori come Di Fiò e Fabrizio Marzi.



Il 1978 fu in ogni caso un anno ricco di avvenimenti musicali per la destra radicale.Michele di Fiò,autoprodusse il suo primo LP “Ad un passo dal cielo”,il cantautore di Macerata Scocco, “Uomo come sei?”,già autore,l’anno precedente,della MC “bella scrittura”.<La voce della fogna>,attivissima,registrò una Mc con il meglio del Campo Hobbit 2,che nel frattempo si era tenuto a Rocca Scalegna,vicino Sulmona,con Amici del vento,Massimino,Renato Coltella,Gianni Procida,Janus….



Sempre nello stesso anno,2° MC per i veronesi ZPM “Gioventù e libertà” ed esordio per il cantautore romano,Massimino, con la mc “Per me e la mia gente”.Cominciarono a formarsi ovunque gruppi che andavano ad infoltire le schiere del circuito “alternativo”.Citiamo i padovani “Clessidra”,i napoletani “Atellana” ed i romani “Messaggeri del sole”.I più attivi del periodo erano sicuramente gli Janus che nel ’79 produssero Lp “Al Maestrale” mentre nell’anno successivo il 45 “Pescatore di sogni”.Questo entusiasmo si tradusse nell’organizzazione di quello che può a ragione essere considerato il più bell’evento di aggregazione giovanile della Destra Radicale:il Campo Hobbit 3, a Castelcamponeschi. Migliaia di giovani accorsero per ritrovarsi,raccontarsi, ed ascoltare coloro che suonavano ormai le colonne sonore della loro esperienza militante.Fu un grande successo ma a pochi giorni dal campo avvenne l’imprevedibile.La strage alla stazione di Bologna infatti segnò un vero e proprio spartiacque nella storia non solo della M.A. Molti ragazzi costretti all’”esilio forzato”,altri incarcerati…il cappio del sistema pendeva sulla destra radicale,proprio mentre questa si andava costituendo come unica e vera alternativa ad Esso. Tutto “l’ambiente” subì il colpo e d’un tratto tutto ciò che di bello era stato creato sembrò svanire. Niente più raduni,niente più concerti,solo tanta rabbia. In questo particolare periodo storico un ruolo importantissimo svolsero i cosiddetti “traghettatori” che contribuirono a mantenere acceso il lume. Oltre ai tanti che spesso nell’anonimato proponevano nelle varie occasioni le canzoni di tutti i più importanti gruppi,si segnalarono per impegno e costanza: F. Mancinelli e Z.Alvise.



A metà degli anni ’80 andava prendendo sempre più piede,anche in Italia,un fenomeno che sicuramente contribuì a dare linfa vitale e nuovi stimoli al circuito musicale alternativo. Si formarono infatti le prime oi-band di skin-heads nazionalisti. A Bologna i Rip-Off, dal Veneto Plastic Surgery e Nomina Dresda, ad Aosta i Verde Bianco Rosso, mentre cominciarono a fare le prime apparizioni due gruppi destinati a divenire tra i più conosciuti e longevi: i Peggior Amico e gli Intolleranza.



A Roma nel 1987 si era formata la DART(divisione artistica),un progetto metapolitico per dare supporto alla scena musicale,ad opera di un gruppo di giovani del Fronte della gioventù.La DART produsse una fanzine “L’opera al nero” e cominciò ad organizzare convegni e concerti.Il primo nel settembre dello stesso anno si tenne a Roma con Intolleranza e i Verde Bianco Rosso,in occasione del<raduno della Contea>,meeting annuale del FDG romano. Ma l’iniziativa più importante di questa fine degli anni ’80 è il concerto “Pensando ad un amico..”dedicato al militante del FDG Alberto Giaquinto ,ucciso dalla Polizia. Si esibirono per l’occasione oltre agli Intolleranza,i cantautori Mancinelli ed Alvise.



Erano gli anni dei <Ritorno a Camelot>, la scena skin si arrichì di nuove importanti band fra tutti veronesi Gesta Bellica,i vicentini Nervi d’acciaio ed infine nel 1993 i milanesi ADL122.



Nel frattempo il filone musicale “alternativo” cominciò a trovare nuova linfa con la formazione di gruppi come i catanesi “Diapason” ,i romani “Scogliere di marmo” e “Zona Abrasiva”,i catanzaresi “Darko”,successivamente arrivarono i vicentini Topi Neri. La musica alternativa sembrava vivere un nuovo splendore confermata dalla formazione di uno dei gruppi che ne segnerà il nuovo corso, i 270bis che ruotano intorno alla figura carismatica del cantante Marcello De Angelis, già autore in passato di diverse canzoni registrate con mezzi di fortuna dal suo esilio di Londra,dalla quale continuavano ad arrivare anche nuovi nastri del miglior esponente del filone cantautorile Massimino. Ma la vera svolta si ebbe con la nascita dell’etichetta musicale indipendente “Rupe Tarpea Produzioni” che subito si segnalò con due eccellenti produzioni; “L’isola della memoria” degli Hyperborea ed una raccolta dal titolo “Tutti all’inferno” degli Intolleranza. Altre ottime produzioni di quell’anno furono le MC di Topi neri “Generazione 90” e dei Sopra le rovine.



Il 1996 vide l’esordio su vinile dei perugini Hobbit gia attivi dal ’94,e nello stesso anno sempre la RTP produsse quello che resterà ancora oggi il CD più venduto nella storia della musica alternativa “Punto di non ritorno” di un ispiratissimo Massimo Morsello.Oramai il fenomeno della Musica alternativa aveva trovato nuovo vigore,nuovi slanci e nuovi interpreti da affiancare a coloro che erano usciti indenni dagli anni 70,come la Compagnia dell’anello e gli Amici del vento che nel frattempo avevano sfornato nuove produzioni. Gruppi come gli Junker di Roma,i Tempo Scaduto,Terre di mezzo,i fiorentini Attacco Frontale,i bolognesi “Antica Tradizione” saranno validissimi interpreti del rinnovato entusiasmo. Dalle ceneri degli Intolleranza nasceranno altre due band-cult i “Londinium SPQR” ed i “Sotto Fascia Semplice”. Da segnalare anche l’attività di Gabriele Marconi ,un altro reduce di quegli anni,autore di una delle canzoni più amate: “Piccolo Attila”. Alle soglie del nuovo millennio la musica alternativa si presenta con una schiera di gruppi di tutto rispetto. A fronte di qualche defezione faranno seguito nuovi ingressi alcuni dei quali eclatanti come quello dei romani de Roma ZetaZeroAlfa.Abbiamo poi altri gruppi come gli Aurora,i DDT,i Delenda Carthago ,gli Indole che rappresenteranno molto più che una lieta sorpresa…..



Ma alla fine che cosa ha rappresentato e cosa rappresenta ancora oggi la M.A.?



Per dirla con “Lorien” <…il più grande complesso,duraturo e macroscopico esempio di cultura sommersa che l’Italia abbia mai conosciuto nel corso di tutta la sua storia. Attraverso gli anni,1.200 canzoni,più di 150 gruppi o solisti,senza utilizzare in nessun modo i consueti canali diffusionali e divulgativi. I prodotti di Musica alternativa,pur diffusi in centinaia di migliaia di esemplari e duplicati in numero incalcolabile,non sono mai stati venduti in circuiti commerciali.Si è dunque assistito col passare degli anni ad un gigantesco passaparola,paragonabile solo alle tradizioni di cultura orale di tempi remoti.



In pieno secolo della comunicazione globale siamo pertanto di fronte ad potente movimento di cultura sommersa che ho saputo unire due generazioni.