Ludwig Gumplowitcz, Il concetto sociologico dello stato, Ar, Padova, 2007
"Nato a Cracovia nel 1838 e morto a Graz nel 1909, il sociologo di orogini ebraiche Ludwig Gumplowitcz, è stato uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta 'Konfliktsoziologie', ossia di quella corrente sociologica che ha individuato nel conflitto uno dei principali motori della vita sociale. Ragion per cui in un'epoca come l'odierna, che tenta in qualsiasi modo di rimuovere il conflitto da ogni 'luogo' della politica e della società in nome di un astratto ecumenismo irenistico, tornare a Gumplowitzc rappresenta non uno sterile esercizio storico-documentario ma il tentativo di sollecitare nuovamente una riflessione sulla centralità del conflitto".
"Nato a Cracovia nel 1838 e morto a Graz nel 1909, il sociologo di orogini ebraiche Ludwig Gumplowitcz, è stato uno dei maggiori rappresentanti della cosiddetta 'Konfliktsoziologie', ossia di quella corrente sociologica che ha individuato nel conflitto uno dei principali motori della vita sociale. Ragion per cui in un'epoca come l'odierna, che tenta in qualsiasi modo di rimuovere il conflitto da ogni 'luogo' della politica e della società in nome di un astratto ecumenismo irenistico, tornare a Gumplowitzc rappresenta non uno sterile esercizio storico-documentario ma il tentativo di sollecitare nuovamente una riflessione sulla centralità del conflitto".
Cristina Di Giorgi, Note alternative, la musica emergente dei giovani di destra, Edizioni Trecento, Roma, 2008
La musica alternativa è un fenomeno complesso assai poco conosciuto al di fuori dell'ambiente della giovane destra che nell'arco di oltre trent'anni ha tradotto in note le le tensioni e aspirazioni della propria militanza politica. Le canzoni alternative o rock identitario come sono state in seguito definite, originariamente ristrette alla marginalità che contraddistingueva l'area della destra più o meno 'radicale' o semplicente anti-conformista, sono oggi "un fondamentale ponte di comunicazione tra i ragazzi di destra e il restante mondo giovanile". Motivo per cui sempre più vitale si rende la ricerca sul linguaggio e in genere si amplia la materia da cui traggono ispirazione e contenuti i giovani cantautori metapolitici del terzo millennio. Cristina Di Giorgi, che conosce dall' interno la realtà che descrive, fornisce al pubblico di destra e non una preziosa testimonianza diretta tratta dagli stessi protagonisti.
Georg Simmel, Il conflitto della cultura moderna, Ar, Padova, 2001
"Mentre la Grande Guerra si andava spegnendo, Georg Simmel dava alle stampe una conferenza dedicata al conflitto inevitabile fra la "vita" e le forme della cultura. Il contenuto di questa conferenza raffigura efficacemente la lacerazione che contrassegna il moderno inteso come propaggine estrema della modernità. Alla fine delle "grandi narrazioni" metafisiche, la cultura moderna è la consapevolezza del carattere necessariamente aperto del conflitto tra fluire dela vita e forme culturali, della relatività e della provvisorietà di ciascuna forma culturale."
Luca Fantini, Gli ultimi fascisti: gli Arditi della Muti, Selecta Editrice, Città di Castello, 2007
La musica alternativa è un fenomeno complesso assai poco conosciuto al di fuori dell'ambiente della giovane destra che nell'arco di oltre trent'anni ha tradotto in note le le tensioni e aspirazioni della propria militanza politica. Le canzoni alternative o rock identitario come sono state in seguito definite, originariamente ristrette alla marginalità che contraddistingueva l'area della destra più o meno 'radicale' o semplicente anti-conformista, sono oggi "un fondamentale ponte di comunicazione tra i ragazzi di destra e il restante mondo giovanile". Motivo per cui sempre più vitale si rende la ricerca sul linguaggio e in genere si amplia la materia da cui traggono ispirazione e contenuti i giovani cantautori metapolitici del terzo millennio. Cristina Di Giorgi, che conosce dall' interno la realtà che descrive, fornisce al pubblico di destra e non una preziosa testimonianza diretta tratta dagli stessi protagonisti.
Georg Simmel, Il conflitto della cultura moderna, Ar, Padova, 2001
"Mentre la Grande Guerra si andava spegnendo, Georg Simmel dava alle stampe una conferenza dedicata al conflitto inevitabile fra la "vita" e le forme della cultura. Il contenuto di questa conferenza raffigura efficacemente la lacerazione che contrassegna il moderno inteso come propaggine estrema della modernità. Alla fine delle "grandi narrazioni" metafisiche, la cultura moderna è la consapevolezza del carattere necessariamente aperto del conflitto tra fluire dela vita e forme culturali, della relatività e della provvisorietà di ciascuna forma culturale."
Luca Fantini, Gli ultimi fascisti: gli Arditi della Muti, Selecta Editrice, Città di Castello, 2007
"Per amore di patria cade dunque il 29 aprile '45 l'ultimo fascista, Franco Colombo. Per amore di patria il Comandante con coerenza va incontro all' assassinio per mano nemica. Amore di patria fascisticamente concepito, cioè quale missione spirituale, quale compimento universale che si incarna in un popolo, quale forza mistica capace di abbattere la demoniaca tracotanza del materialismo e dell' edonismo che avevano, allora come oggi, infettato l'umano". Questo libro di Luca Fantini che segue "Essenza mistica del fascismo totalitario" del 2004 è l'omaggio rivolto a una delle più esemplari incarnazioni di quella mistica fascista che risorge in RSI dopo la caduta dell' otto di Settembre. Insieme alle Brigate Nere di Alessandro Pavolini, la Legione Autonoma Ettore Muti comandata da Franco Colombo farà rivivere l'essenza di quello spirito ardito e antiborghese dello squadrismo delle origini che, solo in apparenza e isolatamente "plebeo", farà in realtà risaltare valori -quando tutti i benpensanti e i "realisti" avranno tradito da un pezzo- di limpidezza e forza, di onore, di cameratismo e di fedeltà, sino all' estremo sacrificio di sè. La Legione Autonoma Ettore Muti, che già nel nome volle rievocare una delle figure più maestose del Fascismo radicale, Ettore Muti, da D'Annunzio soprannominato 'Gim', seppe essere fedele all'alleato tedesco senza tollerare i tentativi di inquadramento e irregimentazione di chicchesia. Si guadagno' l'ammirazione incondizionata di Mussolini che la definì "la mia pupilla". Affrontò il nemico eroicamente e con accanimento, ma sempre con lealtà, tanto da riuscire a strappare tanti Italiani, anche gravemente compromessi, dalla deportazione nei campi di lavoro germanici. Il Fascismo come redenzione: agli occhi del Comandante Colombo, fascista della prima ora, per di più infamato e allontanato dal PNF durante il Regime, Il Fascismo doveva essere un'ideale di Redenzione e mai un sistema afflittivo. In base a questi assunti, in più occasioni Colombo, che pure patì ingiustamente il carcere durante il Regime, mostrò la generosità e la nobiltà d'animo dell' autentico uomo fascista: spalancando le porte dei riformatori milanesi, consapevole della potenza di quel concetto e di quella prassi di rivoluzione morale incarnato dal Fascismo che portò un gran numero di giovani galeotti a seguire comunque il Capo della Muti e ad arruolarsi e morire nelle fila della LAM, in atto di estrema fedeltà al Duce a all'Italia.
Tentando di raggiungere il Duce nell'ultimo tragico atto del Fascismo repubblicano e rivoluzionario, il Comandante fu riconosciuto ad un posto di blocco e subito tratto in arresto dai partigiani.
Così morì l'ultimo squadrista: "E' sereno e guardandoli negli occhi dice: Femm dumà prest. (Fate solamente presto!)"
Riccardo Bacchelli, Un amore in guerra, Le librette di controra, Salerno, 2007
Riccardo Bacchelli, 'arbiter elegantiae' della narrativa italiana, coniuga in questo capolavoro letterario, e rende consanguinei, amore e guerra e rinnova quella voce presocratica che dice dell'impermanenza di tutte le cose,della necessaria opposizione e infine della resa al Destino. In figure d'inizio novecento, come quella del protagonista De Nada schierata tra le trincee della I Guerra Mondiale, già forgiate dalle tempeste d'acciaio dal Nichilismo: "Lo scontento di De Nada cresceva tuttavia, ed egli ripeteva a sé stesso d'essere un disutile, di professare ora rispetto per la virtu' militare dell'obbedienza, solo per contraddizione, per posa, come per posa, per l'innanzi, aveva criticato".
Riccardo Bacchelli, Un amore in guerra, Le librette di controra, Salerno, 2007
Riccardo Bacchelli, 'arbiter elegantiae' della narrativa italiana, coniuga in questo capolavoro letterario, e rende consanguinei, amore e guerra e rinnova quella voce presocratica che dice dell'impermanenza di tutte le cose,della necessaria opposizione e infine della resa al Destino. In figure d'inizio novecento, come quella del protagonista De Nada schierata tra le trincee della I Guerra Mondiale, già forgiate dalle tempeste d'acciaio dal Nichilismo: "Lo scontento di De Nada cresceva tuttavia, ed egli ripeteva a sé stesso d'essere un disutile, di professare ora rispetto per la virtu' militare dell'obbedienza, solo per contraddizione, per posa, come per posa, per l'innanzi, aveva criticato".
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