CONCLUSA LA MISSIONE
Si è conclusa dopo tre settimane la missione condotta in territorio Karen da alcuni volontari di Popoli. Il viaggio aveva molteplici scopi. Il primo: coordinare aiuti di emergenza dopo la violenta offensiva condotta dai birmani contro numerosi villaggi del distretto di Dooplaya. Il secondo: studiare nuove strategie di intervento sulla base della variata situazione nell'area. Il terzo: dare un segnale tangibile ai Karen della nostra volontà di condividere almeno in parte il momento difficile che stanno attraversando. I volontari si sono introdotti in territorio birmano e hanno raggiunto alcuni villaggi nell'area interessata dall'offensiva birmana. Il personale medico ha potuto visitare la popolazione civile che era rientrata nei villaggi da poche ore, dopo essersi rifugiata nella giungla per sottrarsi alla cattura da parte delle forze di Rangoon. Accompagnati dai soldati dell'Esercito di Liberazione Karen e dal Colonnello Nerdah Mya, i volontari hanno poi raggiunto il villaggio di Kaw Hser Ko, nella provincia del Tenasserim. Il villaggio dista 10 ore di marcia dal primo centro abitato sul confine birmano tailandese, ed è raggiungibile solo percorrendo un difficile sentiero che attraversa una giungla particolarmente fitta e ricca di sanguisughe. Un viaggio che gli abitanti di Kaw Hser Ko compiono due volte la settimana, per trasportare, inerpicandosi su ripidi tratti di montagna, riso, sale e generi di prima necessità fino al villaggio. Kaw Hser Ko è l'emblema del concetto di "Lotta di Popolo": i soldati vivono qui con le loro famiglie, i loro figli. La prima linea di una guerra che in questa regione è voluta non soltanto dalla brama di potere assoluto dei Generali birmani ma anche, o meglio soprattutto, dall'aggressività del capitalismo occidentale, che ha i suoi investimenti multimilionari proprio tra le foreste del Tenasserim. Il gas birmano, che deve alimentare la vorace "crescita economica" (detto oggi sembra proprio una barzelletta) di diversi rispettabili stati democratici, viene convogliato nei condotti della Total e della Chevron. La protezione di questi gasdotti è affidata a decine di battaglioni di fanteria birmani, che nella regione hanno diritto di vita e di morte sugli abitanti. Così, chi vuol sottrarsi all'oppressivo controllo dei militari, chiede la protezione dei guerriglieri Karen, che cercano con i pochi mezzi a disposizione di garantire una zona franca, al riparo dalle incursioni birmane. La situazione del conflitto in questo momento è di stallo: dopo che le truppe birmane con l'aiuto dei collaborazionisti del DKBA hanno conquistato buona parte del distretto di Dooplaya, si registrano soltanto scaramucce tra i guerriglieri Karen e le forze occupanti. "il momento del raccolto del granturco" - dice il Colonnello Nerdah Mya - e ora i birmani stanno imponendo pesanti tasse ai contadini Karen. Ora vogliono tranquillità, per poter spremere la nostra gente. Noi non possiamo certo scatenare battaglia quando migliaia di civili sono impegnati nei campi. Coinvolgeremmo nello scontro persone innocenti. Credo che la guerra riprenderà a febbraio. E allora noi dovremo essere pronti. La Comunità Solidarista Popoli ha tirato le somme delle "perdite" causate dall'offensiva: la clinica Carlo Terracciano, occupata per alcuni giorni dai partigiani collaborazionisti è ora isolata a causa di decine di mine antiuomo lasciate dal nemico proprio per rendere inutilizzabile la struttura e per provocare perdite tra i civili e i guerriglieri Karen. Le scuole elementari di Bla Tho e Kerlaw Gaw per il momento non possono essere alimentate dalla Comunità, poiché i due villaggi sono occupati dalle truppe birmane. Resta attiva, seppur sotto grave minaccia, la clinica di Boe Wae Hta, la prima struttura realizzata da Popoli nello stato Karen, che risale al 2001. Circondato da un ingente numero di soldati nemici, Boe Wae Hta per il momento resiste, e la clinica fornisce indispensabile assistenza sanitaria a migliaia di persone. Le cliniche di Mu Aye Pu, e di Kay Pu lavorano a pieno regime, mentre la scuola di Boe Wae Hta funziona solo nei giorni in cui non si spara, e quando i bambini riescono a raggiungerla. "Popoli" ha ribadito la volontà di incrementare il suo impegno a favore del Popolo Karen, attraverso il proseguimento dei progetti iniziati negli scorsi anni e creando nuove strutture a sostituzione di quelle inutilizzabili. A Kaw Hser Ko è nostra intenzione creare una scuola per i bambini del villaggio e per quelli che arrivano da insediamenti a ben tre giorni di cammino da qui. Forniremo anche il cibo necessario a nutrire i bambini, oltre a garantire un minimo stipendio a due insegnanti. Proseguirà inoltre il progetto "Terra - Identità", iniziato con successo attraverso la
costruzione del villaggio di Kaw Law Mee, che ospiterà 25 famiglie di profughi intenzionati a rientrare nel loro paese. Un nuovo villaggio di 50 unità abitative attende soltanto lo stanziamento effettivo di fondi già promessi per la sua costruzione. "Riportare la nostra gente in Patria" - dice Nerdah Mya - "è la più importante delle cose da fare ora. Abbiamo bisogno che il popolo Karen si riappropri della sua terra, che la coltivi e produca cibo per tutti. La nostra lotta per la libertà deve trarre linfa da questi villaggi". La clinica "Carlo Terracciano" verrà ricostruita: il nome del nostro amico e maestro sarà sull'insegna di una nuova struttura che continuerà a garantire assistenza ai civili Karen che ancora preferiscono una vita in prima linea ad una sopravvivenza da schiavi in qualche campo profughi o in qualche fabbrica in Occidente.
www.comunitapopoli.org
Si è conclusa dopo tre settimane la missione condotta in territorio Karen da alcuni volontari di Popoli. Il viaggio aveva molteplici scopi. Il primo: coordinare aiuti di emergenza dopo la violenta offensiva condotta dai birmani contro numerosi villaggi del distretto di Dooplaya. Il secondo: studiare nuove strategie di intervento sulla base della variata situazione nell'area. Il terzo: dare un segnale tangibile ai Karen della nostra volontà di condividere almeno in parte il momento difficile che stanno attraversando. I volontari si sono introdotti in territorio birmano e hanno raggiunto alcuni villaggi nell'area interessata dall'offensiva birmana. Il personale medico ha potuto visitare la popolazione civile che era rientrata nei villaggi da poche ore, dopo essersi rifugiata nella giungla per sottrarsi alla cattura da parte delle forze di Rangoon. Accompagnati dai soldati dell'Esercito di Liberazione Karen e dal Colonnello Nerdah Mya, i volontari hanno poi raggiunto il villaggio di Kaw Hser Ko, nella provincia del Tenasserim. Il villaggio dista 10 ore di marcia dal primo centro abitato sul confine birmano tailandese, ed è raggiungibile solo percorrendo un difficile sentiero che attraversa una giungla particolarmente fitta e ricca di sanguisughe. Un viaggio che gli abitanti di Kaw Hser Ko compiono due volte la settimana, per trasportare, inerpicandosi su ripidi tratti di montagna, riso, sale e generi di prima necessità fino al villaggio. Kaw Hser Ko è l'emblema del concetto di "Lotta di Popolo": i soldati vivono qui con le loro famiglie, i loro figli. La prima linea di una guerra che in questa regione è voluta non soltanto dalla brama di potere assoluto dei Generali birmani ma anche, o meglio soprattutto, dall'aggressività del capitalismo occidentale, che ha i suoi investimenti multimilionari proprio tra le foreste del Tenasserim. Il gas birmano, che deve alimentare la vorace "crescita economica" (detto oggi sembra proprio una barzelletta) di diversi rispettabili stati democratici, viene convogliato nei condotti della Total e della Chevron. La protezione di questi gasdotti è affidata a decine di battaglioni di fanteria birmani, che nella regione hanno diritto di vita e di morte sugli abitanti. Così, chi vuol sottrarsi all'oppressivo controllo dei militari, chiede la protezione dei guerriglieri Karen, che cercano con i pochi mezzi a disposizione di garantire una zona franca, al riparo dalle incursioni birmane. La situazione del conflitto in questo momento è di stallo: dopo che le truppe birmane con l'aiuto dei collaborazionisti del DKBA hanno conquistato buona parte del distretto di Dooplaya, si registrano soltanto scaramucce tra i guerriglieri Karen e le forze occupanti. "il momento del raccolto del granturco" - dice il Colonnello Nerdah Mya - e ora i birmani stanno imponendo pesanti tasse ai contadini Karen. Ora vogliono tranquillità, per poter spremere la nostra gente. Noi non possiamo certo scatenare battaglia quando migliaia di civili sono impegnati nei campi. Coinvolgeremmo nello scontro persone innocenti. Credo che la guerra riprenderà a febbraio. E allora noi dovremo essere pronti. La Comunità Solidarista Popoli ha tirato le somme delle "perdite" causate dall'offensiva: la clinica Carlo Terracciano, occupata per alcuni giorni dai partigiani collaborazionisti è ora isolata a causa di decine di mine antiuomo lasciate dal nemico proprio per rendere inutilizzabile la struttura e per provocare perdite tra i civili e i guerriglieri Karen. Le scuole elementari di Bla Tho e Kerlaw Gaw per il momento non possono essere alimentate dalla Comunità, poiché i due villaggi sono occupati dalle truppe birmane. Resta attiva, seppur sotto grave minaccia, la clinica di Boe Wae Hta, la prima struttura realizzata da Popoli nello stato Karen, che risale al 2001. Circondato da un ingente numero di soldati nemici, Boe Wae Hta per il momento resiste, e la clinica fornisce indispensabile assistenza sanitaria a migliaia di persone. Le cliniche di Mu Aye Pu, e di Kay Pu lavorano a pieno regime, mentre la scuola di Boe Wae Hta funziona solo nei giorni in cui non si spara, e quando i bambini riescono a raggiungerla. "Popoli" ha ribadito la volontà di incrementare il suo impegno a favore del Popolo Karen, attraverso il proseguimento dei progetti iniziati negli scorsi anni e creando nuove strutture a sostituzione di quelle inutilizzabili. A Kaw Hser Ko è nostra intenzione creare una scuola per i bambini del villaggio e per quelli che arrivano da insediamenti a ben tre giorni di cammino da qui. Forniremo anche il cibo necessario a nutrire i bambini, oltre a garantire un minimo stipendio a due insegnanti. Proseguirà inoltre il progetto "Terra - Identità", iniziato con successo attraverso la
costruzione del villaggio di Kaw Law Mee, che ospiterà 25 famiglie di profughi intenzionati a rientrare nel loro paese. Un nuovo villaggio di 50 unità abitative attende soltanto lo stanziamento effettivo di fondi già promessi per la sua costruzione. "Riportare la nostra gente in Patria" - dice Nerdah Mya - "è la più importante delle cose da fare ora. Abbiamo bisogno che il popolo Karen si riappropri della sua terra, che la coltivi e produca cibo per tutti. La nostra lotta per la libertà deve trarre linfa da questi villaggi". La clinica "Carlo Terracciano" verrà ricostruita: il nome del nostro amico e maestro sarà sull'insegna di una nuova struttura che continuerà a garantire assistenza ai civili Karen che ancora preferiscono una vita in prima linea ad una sopravvivenza da schiavi in qualche campo profughi o in qualche fabbrica in Occidente.
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