giovedì 2 ottobre 2008

Birmania. La situazione peggiora.

I BIRMANI AVANZANO VERSO LA CLINICA “CARLO TERRACCIANO”. BRUCIATE ABITAZIONI KAREN IN DUE VILLAGGI.




Da tre giorni proseguono i combattimenti tra truppe birmane e Esercito di Liberazione Karen nei dintorni del villaggio di Kler Law Seh, sede della clinica medica “Carlo Terracciano”, costruita e gestita dalla Comunità Solidarista Popoli. Gli scontri sono conseguenza dell’avanzata birmana verso la roccaforte Karen situata proprio sulla cima di una collina che sovrasta Kler Law Seh. Il villaggio di Bla Tho, occupato ieri dai soldati di Rangoon, ha subito l’incendio di alcune abitazioni e l’arresto di diversi abitanti, accusati dai birmani di intrattenere rapporti amichevoli con la resistenza patriottica del KNLA.


Bla Tho, lo ricordiamo, è sede di una delle scuole elementari di “Popoli”, ed è tappa abituale delle missioni della Onlus italiana, impegnata a prestare cure alla popolazione di profughi interni Karen. Questa mattina gli uomini della 3° compagnia del 201° battaglione Karen, guidati dal Colonnello Nerdah Mya, hanno tentato un contrattacco proprio per cercare di liberare il villaggio dalla presenza dei birmani. Le sorti dello scontro sono ancora incerte. I birmani hanno inviato 200 uomini a sostegno dell’offensiva, iniziata di fatto già lo scorso settembre, durante l’ultima missione della Comunità Solidarista.


Nel pomeriggio di oggi altre truppe birmane sono entrate nel villaggio di Tah Hoh Kyo, che dista circa due miglia dalla clinica “Terracciano”, dando fuoco a tre abitazioni e arrestando numerosi abitanti. Al momento non vi è personale italiano nella clinica, ma i paramedici Karen di “Popoli” sono rimasti al loro posto, continuando a prestare assistenza alla popolazione. I Karen lottano da sessanta anni per la propria sopravvivenza, battendosi con rigore contro la produzione e il commercio di stupefacenti e per il mantenimento della propria identità. Il regime birmano intrattiene rapporti preferenziali con  Cina, Israele, Singapore, India, Australia e numerose aziende multinazionali occidentali (tra cui l’americana Chevron e la francese Total) che realizzano ingenti profitti sulla pelle delle popolazioni indigene. 





Nessun governo sostiene la lotta per l’autodeterminazione dei Karen, e il loro rappresentante, in visita lo scorso novembre al parlamento di Strasburgo, non è stato ricevuto nemmeno per cortesia da alcun commissario del carrozzone europeo. Tutti troppo impegnati in decisive discussioni sul calibro dei pomodori comunitari e in pantagrueliche “cene di lavoro” a base di wurstel alsaziani. I politici della sedicente democrazia europea non muovono un dito per il popolo Karen . Hanno forse paura che la polverina bianca e le pasticche da sballo non arrivino più nelle nostre strade e nelle nostre scuole? Temono forse che le multinazionali tolgano loro la dorata seggiola da sotto l’Onorevole Deretano? 


Sono troppo indaffarati con la costruzione della Centrale Europea di Spaccio, il Kosovo, per la quale hanno addirittura partecipato ad una guerra al fianco dei narcotrafficanti albanesi?



www.comunitapopoli.org

2 commenti:

  1. ottimo blog!!!pubblichero la notizia sulla comunita nera (comunitanera.splinder.com)



    saluti camerateschi!!!

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  2. La soldataglia birmana ha conquistato il villaggio di Bla Tho e un check point Karen al confine tra Birmania e Thailandia.



    Bla Tho si trova a soli pochi kilometri da Maw Poe Kloe, il villaggio Karen dove si trovano la "Casa di Popoli" e la clinica intitolata a "Carlo Terracciano".



    Purtroppo sembrano essere questi i prossimi due obiettivi: i soldati birmani, infatti, non si sono limitati ad un veloce raid ma stanno scavanddo bunker e trincee, segno evidente che sono intenzionati a rimanere.



    L'impegno lungo sette anni di Popoli (www.comunitapopoli.org) rischia ora una importante perdita, proprio ora che la solidarietà al popolo Karen ha visto anche la realizzazione del nuovo villaggio di Ko Hla Mee grazie al progetto "Terra e Identità" de l'Uomo Libero (www.luomolibero.it).



    Basterebbe poco per ridonare certezze a questa popolo martoriato da 60 anni di guerra e indifferenza: l'interesse di qualche diplomatico di qualche Paese occidentale.



    Facciamo tutti sentire la nostra voce di protesta all'ambasciata birmana:



    Cancelleria Via della Camilluccia, 551 - 00135 Roma

    Tel. 0636303753 0636304056 - Fax 0636298566

    E-mail meroma@tiscali.it





    Sezione Consolare Via della Camilluccia, 551 - 00135 Roma

    Tel. 0636303753 - Fax 0636298566

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