Se state leggendo queste righe, molto probabilmente è perché conoscevate questo url; ma qualcuno fra voi ci sarà arrivato per caso, magari di link in link, come in un gioco di scatole cinesi o per quelle casualità che durante la passeggiata in un bosco fanno prendere sentieri interrotti per sbucare in radure da fiaba o sul ciglio di orridi inattesi.
La Rete è anche questo: che la si voglia immaginare come un oceano da navigare alla scoperta o forse in cerca di isole Fortunate o Non-Trovate; o piuttosto come un bosco in cui perdersi sognando o in cui trovare rifugio come ribelli — nella Rete si trova quasi sempre quel che si cerca, e più spesso di quanto non si creda ci s’imbatte in ciò che non si cercava affatto, nel bene e nel male (se queste parole hanno un senso).
Se siete approdati qui, dunque, siete di fronte alla forma virtuale di una rivista mensile uscita su carta per 23 anni consecutivi: nato nel 1984 come pubblicazione delle Edizioni Barbarossa (oggi Società Editrice Barbarossa), “Orion” si è sempre proposto come periodico di informazione, cultura e politica avulso da schieramenti partitici o confessionali, ma al contrario aperto a una trasversalità che ha conosciuto tempi migliori — perché non ammetterlo? È anche per questo motivo, infatti, che si è deciso di traghettare “Orion” dalla dimensione a stampa, divenuta ormai di difficile anzi impossibile gestione, a quella digitale, incontestabilmente più flessibile e soprattutto fruibile.
Il crollo del Muro di Berlino nel 1989 e quello delle Twin Towers nel 2001 hanno assestato poderose spallate all’edificio ideologico eretto a partire dalla Rivoluzione Francese del 1789; la crescente secolarizzazione della società, insieme alla caduta verticale di punti di riferimento e valori (religiosi o laici, poco importa), hanno reso di vitale importanza il dotarsi di strumenti per comprendere la realtà in cui ci muoviamo, e che gli equilibri planetari sempre più instabili modificano senza posa vanificando le categorie interpretative messe a punto all’indomani del 1945.
In tutti questi anni, “Orion” ha cercato di fornire quegli strumenti: lo diciamo assumendoci la piena responsabilità di quello che è stato fatto, e non vantandoci di chissà quale impresa. Forse ci siamo riusciti, forse no: ma continueremo su questa strada, per quanto ci è possibile, perché non sappiamo fare altro e perché sappiamo, invece, che quello che conta è l’azione, e non il risultato.
A voi che siete qui e a quelli che verranno, il nostro benvenuto.
Noi di “Orion"
www.oriononline.info
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