Scudo spaziale, allargamento ad est, secessione unilaterale del Kosovo: sono questi i temi presi in esame ieri al vertice della Nato a Bucarest.
Nonostante lo stop all’ingresso di Ucraina e Georgia, sostenuto da Francia e Germania, per il quale gli Stati Uniti hanno spinto fino all’ultimo, “il processo di allargamento della Nato continua”. È quanto ha dichiarato il presidente Usa George W. Bush, subito dopo l’invito formale ad Albania e Croazia al vertice di Bucarest ad entrare nell’Alleanza atlantica, il cui ingresso contribuirà ad aumentare il dominio Usa nei Balcani occidentali.
Ma a questo scopo è fondamentale per Washington che anche la Macedonia faccia il suo ingresso nella Nato, bloccata com’è dal veto della Grecia a causa dell’insoluta disputa sul nome dell’ex repubblica jugoslava. “Il conflitto deve risolversi al più presto - ha esortato Bush - in modo che la Macedonia possa essere accolta nella Nato prima possibile”.
Il presidente Usa ha quindi ricordato che “dalla fine della Guerra fredda, la Nato ha incorporato dieci nazioni libere: l’adesione dei Paesi orientali rende l’Europa più forte, più sicura e più libera”. Bush è riuscito ancora una volta a mentire facendo delle affermazioni in netto contrasto con quello che è realmente accaduto. Infatti, gli Stati Uniti dalla fine della Prima Guerra mondiale sono riusciti a penetrare sempre più in seno all’Europa prima economicamente passando da creditore a debitore per poi conquistare definitivamente anche sul piano politico il nostro continente a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale.
Tuttavia a causa del veto greco la delegazione macedone ha deciso di lasciare il vertice di Bucarest. “Il nostro Paese è la Repubblica di Macedonia e sarà così per sempre”, ha osservato il capo della diplomazia di Skopje, riferendosi alla disputa con Atene sul nome dell’ex repubblica jugoslava.
Altra dannosa decisione presa ieri a Bucarest nel corso dei colloqui è stata quella riguardante il sostegno al dispiegamento dello scudo aggressivo antimissile Usa in Europa orientale. Nel documento adottato in giornata dai leader dei Paesi Nato è stato ribadito che “la proliferazione dei missili balistici pone una minaccia crescente alle forze alleate, ai loro territori e popolazioni”. Fatta questa premessa, “il sistema fornito dagli Usa costituirà un contributo sostanziale alla protezione degli alleati”. Nello stesso documento si è cercato anche di invitare la Russia ad accogliere le offerte degli Stati Uniti e della Nato a cooperare allo sviluppo del sistema. Il Cremlino è però cosciente che lo Scudo spaziale rappresenta un’arma di offesa. Per molti analisti, infatti, il cosiddetto sistema antibalistico non è un semplice scudo ma uno strumento utile al compimento di azioni di guerra volute da Washington. Tanto più che i 26 Paesi Nato hanno dato il via libera a uno studio per lo sviluppo di un “sistema di raccordo” fra le componenti europee della sistema antimissile Usa e un apparato associato per estendere a tutti la protezione assicurata dal radar e dagli intercettori basati nella Repubblica Ceca e in Polonia. Gli alleati hanno deciso di incaricare la Nato di sviluppare opzioni per una difesa missilistica che “estenda la copertura al territorio di ogni alleato e popolazione non coperti altrimenti dal sistema americano per esaminarne le proposte al vertice del 2009, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap De Hoop Scheffer. I leader hanno riconosciuto “il contributo sostanziale che il sistema Usa può assicurare”, ha aggiunto De Hoop Scheffer.
Per quanto riguarda il rinvio dell’ingresso nella Nato di Kiev e Tiblisi i 26 Stati membro della Nato hanno deciso di rivedere a dicembre l’ipotesi di apertura del programma di pre-adesione per Ucraina e Georgia.
Secondo fonti Usa, inoltre, Bush si adopererà per avviare il meccanismo d’ingresso dei due Paesi entro il suo mandato.
Articolo di Andrea Perrone, tratto da www.rinascita.info
Nonostante lo stop all’ingresso di Ucraina e Georgia, sostenuto da Francia e Germania, per il quale gli Stati Uniti hanno spinto fino all’ultimo, “il processo di allargamento della Nato continua”. È quanto ha dichiarato il presidente Usa George W. Bush, subito dopo l’invito formale ad Albania e Croazia al vertice di Bucarest ad entrare nell’Alleanza atlantica, il cui ingresso contribuirà ad aumentare il dominio Usa nei Balcani occidentali.
Ma a questo scopo è fondamentale per Washington che anche la Macedonia faccia il suo ingresso nella Nato, bloccata com’è dal veto della Grecia a causa dell’insoluta disputa sul nome dell’ex repubblica jugoslava. “Il conflitto deve risolversi al più presto - ha esortato Bush - in modo che la Macedonia possa essere accolta nella Nato prima possibile”.
Il presidente Usa ha quindi ricordato che “dalla fine della Guerra fredda, la Nato ha incorporato dieci nazioni libere: l’adesione dei Paesi orientali rende l’Europa più forte, più sicura e più libera”. Bush è riuscito ancora una volta a mentire facendo delle affermazioni in netto contrasto con quello che è realmente accaduto. Infatti, gli Stati Uniti dalla fine della Prima Guerra mondiale sono riusciti a penetrare sempre più in seno all’Europa prima economicamente passando da creditore a debitore per poi conquistare definitivamente anche sul piano politico il nostro continente a partire dalla fine della Seconda Guerra mondiale.
Tuttavia a causa del veto greco la delegazione macedone ha deciso di lasciare il vertice di Bucarest. “Il nostro Paese è la Repubblica di Macedonia e sarà così per sempre”, ha osservato il capo della diplomazia di Skopje, riferendosi alla disputa con Atene sul nome dell’ex repubblica jugoslava.
Altra dannosa decisione presa ieri a Bucarest nel corso dei colloqui è stata quella riguardante il sostegno al dispiegamento dello scudo aggressivo antimissile Usa in Europa orientale. Nel documento adottato in giornata dai leader dei Paesi Nato è stato ribadito che “la proliferazione dei missili balistici pone una minaccia crescente alle forze alleate, ai loro territori e popolazioni”. Fatta questa premessa, “il sistema fornito dagli Usa costituirà un contributo sostanziale alla protezione degli alleati”. Nello stesso documento si è cercato anche di invitare la Russia ad accogliere le offerte degli Stati Uniti e della Nato a cooperare allo sviluppo del sistema. Il Cremlino è però cosciente che lo Scudo spaziale rappresenta un’arma di offesa. Per molti analisti, infatti, il cosiddetto sistema antibalistico non è un semplice scudo ma uno strumento utile al compimento di azioni di guerra volute da Washington. Tanto più che i 26 Paesi Nato hanno dato il via libera a uno studio per lo sviluppo di un “sistema di raccordo” fra le componenti europee della sistema antimissile Usa e un apparato associato per estendere a tutti la protezione assicurata dal radar e dagli intercettori basati nella Repubblica Ceca e in Polonia. Gli alleati hanno deciso di incaricare la Nato di sviluppare opzioni per una difesa missilistica che “estenda la copertura al territorio di ogni alleato e popolazione non coperti altrimenti dal sistema americano per esaminarne le proposte al vertice del 2009, ha dichiarato il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jaap De Hoop Scheffer. I leader hanno riconosciuto “il contributo sostanziale che il sistema Usa può assicurare”, ha aggiunto De Hoop Scheffer.
Per quanto riguarda il rinvio dell’ingresso nella Nato di Kiev e Tiblisi i 26 Stati membro della Nato hanno deciso di rivedere a dicembre l’ipotesi di apertura del programma di pre-adesione per Ucraina e Georgia.
Secondo fonti Usa, inoltre, Bush si adopererà per avviare il meccanismo d’ingresso dei due Paesi entro il suo mandato.
Articolo di Andrea Perrone, tratto da www.rinascita.info
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