martedì 29 aprile 2008

Così gli israeliani hanno compiuto un nuovo eccidio di bambini.

Continua il genocidio. Altre vittime vanno ad alimentare l’olocausto palestinese. Ancora morte e distruzione a Gaza. Siamo a Beit Hanun, campo profughi nel nord della striscia, una cannonata partita da un tank israeliano centra in pieno una casa: dentro una famiglia faceva tranquillamente colazione, quattro bambini sono morti sul colpo. La mamma, gravemente ferita si è spenta poco dopo all’ospedale, per lei non c’è stato nulla da fare. Ad aprire il fuoco un tank di Tsahal, impegnato nell’ennesima “operazione di lotta preventiva al terrorismo”, in risposta al continuo lancio di razzi Quassam da parte dei miliziani di Hamas. Secondo le dichiarazioni dei servizi di emergenza palestinesi i piccoli erano fratellini di età compresa tra i sei anni ed i 15 mesi (magari da adulti sarebbero diventati dei bravi terroristi, di che preoccuparsi!), tra le vittime ci sarebbero, il condizionale è d’obbligo, anche due miliziani. L’eccidio è confermato anche dal solito immancabile portavoce israeliano, pronto a giustificarsi agli occhi del mondo: un soldato di tsahal sarebbe rimasto ferito (da una polpetta lanciata da uno dei bimbi?) ed è stato colpito un numero imprecisato di miliziani. Continua poi il portavoce sostenendo che gli scontri sono scoppiati nel corso dell’operazione “infrastrutture del terrorismo”. Durante questa brillante operazione i soldati sono stati attaccati e hanno risposto al fuoco. Oltre ai tank è intervenuta anche l’aviazione con due raid d’appoggio. I pericolosissimi bambini armati di polpette richiedevano anche l’appoggio aereo! Sempre secondo il brillantissimo portavoce non risulta che alcuna casa sia stata colpita da cannonate. Se esistono vittime civili, continua, la responsabilità sarebbe solo ed esclusivamente dei terroristi, che scelgono di attaccare da zone densamente abitate da popolazioni civili. Un commento sulle dichiarazioni del mio portavoce preferito è doveroso. Che questi terroristi esistano e costituiscano una minaccia è tutto da dimostrare. Il lancio dei famigerati razzi Quassam ha causato 14 morti in 7 anni, mentre sono state migliaia le vittime dei raid Israeliani. Per confondere l’opinione pubblica il lancio di Quassam o Kassam, viene spesso accostato al lancio dei Katiusha da parte di Hezbollah, avvenuto durante la recente invasione del Libano dei soldati di Tsahal, lancio avvenuto perciò in risposta ad un atto di guerra e all’invasione del proprio territorio. I Quassam sono ben più piccoli e inefficaci dei Katiusha, e pallottoliere alla mano, le vittime di questi lanci che Israele usa per giustificare i propri giochini sadici sono migliaia di volte inferiori rispetto alle vittime di Gaza. Con arroganza si sostiene poi che i terroristi attaccherebbero da zone densamente popolate facendosi scudo di donne e bambini. Bella favola. Gaza è un fazzoletto di terra dove vengono tenute prigioniere in casa propria oltre 1 milione e mezzo di persone. Non esiste un posto al suo interno che non sia densamente popolato. Le persone vivono stipate come sardine. Ma la storia è sempre la stessa. Da una parte combatte un esercito armato di polpette e bucce di banana, dall’altra troviamo un esercito con carri armati, raid aerei d’appoggio e 400 testate nucleari a lunga gittata in cantina. Tanti saluti ai 4 fratellini, tanti saluti a Gaza. All’unica democrazia del medio oriente, tutto è concesso.



Tratto da www.noreporter.org

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