lunedì 5 novembre 2007

Porte chiuse. Invasori a casa.

Una donna viene aggredita, stuprata e massacrata di botte ed il suo corpo gettato in un fosso. Dopo qualche giorno di coma la donna muore. Notizie di questo genere, purtroppo, sono abbastanza frequenti , ma le storie non sono tutte uguali. Se infatti aggiungiamo qualche particolare questa non è più una notizia di cronaca nera, ma il segnale inquietante di un allarme sociale sottovalutato da troppo tempo. La vittima di questa storia è infatti una donna italiana di 47 anni che ha avuto “la colpa” di dover affrontare un pezzo di strada buia, ma non in piena notte, poco dopo le 20: un maledetto tratto di strada che divide una stazione ferroviaria minore di Roma dalla sua abitazione.  L’assassino è invece un giovane romeno, uno zingaro rom, già pregiudicato in Romania, uno dei tanti che affollano gli accampamenti sorti come funghi negli ultimi tempi nelle grandi città e che ora sorgono a ridosso anche di quartieri un tempo considerati tranquilli, anzi, signorili. Una tragedia annunciata. Solo un paio di mesi fa era stata organizzata una raccolta di firme (e furono più di cinquemila) per segnalare l’inaccettabile degrado di quella stazione, ormai in mano agli stranieri dediti all’alcol ed usi a violenze di ogni genere. E’ successo proprio lì, ma poteva succedere in un altro qualsiasi quartiere di Roma o di Milano o di Torino e persino in cittadine più piccole o in paesi un tempo ritenuti oasi di pace ed ora ostaggio di ospiti sgraditi. L’assassino di questa storia ha un nome, come ce l’ha la sua vittima, ma non li citeremo: il primo perché è solo un rifiuto della società, la vittima perché è diventata già il simbolo di tutte le donne italiane (ma anche degli uomini) che devono ogni giorno sfidare la sorte, affrontare percorsi di guerra per vivere la loro vita di persone perbene nella loro città. Vogliamo invece fare nomi e cognomi di chi ha le maggiori responsabilità di questa situazione. E visto che è accaduta a Roma cominciamo con il tanto elogiato sindaco Veltroni e con il suo predecessore Rutelli entrambi troppo impegnati a costruire le loro personali carriere politiche, a partecipare a cerimonie, a stringere mani di illustri ospiti stranieri e magari anche ad organizzare (facendoli pagare ai cittadini) inutili festival cinematografici per accorgersi del degrado che colpiva la loro città.

La colpa è poi di chi ha spalancato le braccia all’immigrazione selvaggia sperando di rimediare in questo modo nuovi elettori di bocca buona per sostituire gli italiani a cominciare da Romano Prodi che guida un governo che non fa gli interessi degli italiani quanto piuttosto degli immigrati avendo addirittura contribuito a creare in Italia un razzismo al contrario dove i vessati siamo noi italiani. La colpa è poi di quei buonisti da quattro soldi che in nome di una improbabile società multietnica lasciano mano libera alla feccia che viene in Italia perché sa che qui le leggi sono inefficaci, che la polizia ha le mani legate, che le sentenze sono spesso benevole e comunque l’espulsione è sempre molto teorica. Ieri, sull’onda emotiva di questo fatto di sangue, di buon mattino le ruspe si sono presentate al campo Rom di Tor di Quinto a Roma, quello nel quale abitava l’assassino, e lo hanno smantellato. Un atteggiamento ipocrita, perché senza l’espulsione dei suoi abitanti questi si sposteranno solo un poco più in là e presto torneranno pure a costruire le loro baracche dove le avevano fino a ieri. Bisogna distruggere tutti gli insediamenti abusivi e cacciare via i loro abitanti: subito. Del resto, se sono nomadi, che nomadi siano e non venga permesso il soggiorno in Italia per un periodo superiore alle due settimane, mentre invece i campi (tanto coccolati dall’Opera nomadi) esistono da anni, lunghissimi anni per la popolazione costretta ad un difficile vicinato. Bastava poi affacciarsi un po’ dal finestrino della propria auto percorrendo la via Olimpica per vedere nel campo di Tor di Quinto far bella mostra di sé vetture lussuose. Come sono state acquistate da persone che non producono reddito? Gli stranieri in Italia, circa quattro milioni, non sono tutti delinquenti e non lo sono certo nemmeno tutti i romeni, tra loro c’è brava gente con voglia di lavorare e vivere civilmente a fianco degli altri, ma bisogna uscire dall’ipocrisia, fermare il degrado, colpire duramente i criminali e comunque impedire il soggiorno in Italia a chi non ha mezzi di sostentamento e quindi non può che dedicarsi al crimine. Bisogna agire subito, prima che sia troppo tardi, perché la gente è stanca e prima o poi, nella latitanza dello Stato, comincerà a farsi giustizia da sola e nemmeno questa sarebbe civiltà.



Di Paolo Emiliani pubblicato su Rinascita.

1 commento:

  1. http://imagesofme.splinder.com/post/14559473/La+Casta



    Grazie per l'attenzione



    ME

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