giovedì 8 novembre 2007

Allarme prezzi: il mercato alimentare preoccupa il mondo.

Pericolo fame nel mondo a causa di prezzi alimentari sempre più alti. È questo il monito lanciato dalla Fao, la Food and agricolture organization delle Nazioni Unite, nell’ultimo rapporto Food Outlook presentato ieri a Londra. I prezzi mondiali dei cereali rimarranno alti almeno per tutto il prossimo anno e potrebbero anche avere ulteriori accelerazioni. Gli aumenti sono dovuti principalmente a problemi di produzione in molti importanti Paesi esportatori, al livello basso delle scorte su scala mondiale ed alla crescita esponenziale dei prezzi del petrolio.

Secondo l’analisi della Fao, raramente il mondo ha provato “una tale preoccupazione generalizzata per l’inflazione dei prezzi alimentari: un timore che alimenta il dibattito sull’andamento futuro dei prezzi delle derrate, sia nei Paesi importatori che in quelli esportatori, siano essi ricchi o poveri”.

I presupposti dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, in particolare quello dei cereali, non sono infatti da sottovalutare. “Per la maggior parte dei cereali”, si legge nel rapporto, “l’offerta è molto più scarsa che negli ultimi anni, mentre la domanda complessiva, sia ad uso alimentare che foraggiero ed industriale, è in aumento. Le scorte, già scarse all’inizio della stagione, con tutta probabilità continueranno a diminuire, perché la produzione cerealicola mondiale sarà sufficiente solo a soddisfare il consumo globale previsto”.

Oltre all’attuale convivenza difficile fra domanda ed offerta mondiale, a pesare sui prezzi delle derrate alimentari sono anche i costi di spedizione record ed prezzi elevati dell’esportazione. In quest’ottica, l’aumento del prezzo del petrolio sta alimentando buona parte della crescita dei prezzi nel settore.

L’aumento del costo dei carburanti, la capacità di spedizione a pieno regime, la congestione del traffico portuale e l’allungamento delle vie commerciali hanno infatti avuto forti ripercussioni sui costi di spedizione, rendendo le tariffe di trasporto un fattore più determinante per i mercati agricoli di quanto non lo sia stato in passato. Secondo il rapporto, i prezzi record delle spedizioni non solo hanno fatto salire il costo dei trasporti, ma hanno anche cambiato le rotte geografiche del commercio: molti Paesi, per provvedere al loro fabbisogno di derrate alimentari, ricorrono infatti a fornitori più vicini al fine di risparmiare sui costi di trasporto.

Il forte aumento del prezzo del petrolio, inoltre, ha spinto al rialzo i prezzi agricoli sia perché ha fatto crescere i costi di produzione, sia per il fatto che ha provocato un aumento la domanda delle colture impiegate per la produzione di biocombustibili.

La Fao avverte che l’effetto combinato di prezzo record del petrolio e di volontà di affrontare le questioni ambientali, potrebbe fortemente stimolare nei prossimi anni la domanda di alcune produzioni alimentari, specialmente zucchero, mais, colza, soia, olio di palma ed altre coltivazioni olearie, ma anche dei cereali.

Per quanto riguarda gli altri prodotti alimentari base, l’evoluzione dei prezzi è pressoché la stessa. Il costo del mais ha raggiunto il massimo storico degli ultimi dieci anni nel febbraio 2007, anche se è considerevolmente calato nei mesi scorsi. In settembre, però, erano ancora superiori del 30% rispetto allo scorso anno. Le difficoltà dell’offerta di fronte alla domanda sostenuta di biocarburanti, hanno anche qui innescato l’impennata dei prezzi del mais.

Tra tutte le derrate, i prodotti caseari hanno registrato gli aumenti maggiori rispetto allo scorso anno, con incrementi che vanno dall’80 ad oltre il 200%. Di conseguenza, gli alti prezzi del foraggio hanno contribuito a far aumentare i costi della produzione animale, determinando come conseguenza un incremento a catena dei prezzi di quasi tutta la produzione agricola.

I prezzi internazionali delle derrate da alimentazione, dunque, stanno alimentando in molte parti del mondo un’inflazione da generi alimentari. Gli alti prezzi alla produzione continueranno a caratterizzare l’intera catena dell’approvvigionamento, contribuendo all’innalzamento dei prezzi al dettaglio di alimenti di base come pane e pasta, carne e latte.

Malgrado un flusso minore di importazioni, la legge della domanda e dell’offerta farà sì che per molti Paesi del mondo si potrebbe verificare un notevole aggravio economico per le importazioni alimentari, anche se il loro volume potrebbe essere minore. Il rapporto della Fao sostiene inoltre che i prezzi delle derrate, che già hanno registrato una brusca impennata nel 2006, potrebbero salire quest’anno ad un ritmo ancora più rapido.

Il rimedio agli inconvenienti dei combustibili fossili potrebbe dunque diventare peggio della cura. L’aumento dei prezzi alimentari rischia di provocare una vera e propria emergenza alimentare, specialmente nei Paesi più poveri e dipendenti dalle importazioni di derrate estere. Il rischio è quello di vedere una vera e propria catastrofe alimentare.

Serve dunque avere un approccio più graduale e meno aggressivo sulla conversione ai biocarburanti ed agire, prima di tutto, sulle inaccettabili speculazioni che stanno portando il prezzo del petrolio a livelli intollerabili. L’oro nero, come anche un mercato finanziario basato sulle scommesse, sono ormai un vero e proprio cancro su scala globale.



Di Marzio Paolo Rotondò, pubblicato su Rinascita.

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