venerdì 23 novembre 2007

Lotta di Popolo.

Le cose si muovono velocemente. I nani-oligarchi che indegnamente governano l’Italia da oltre mezzo secolo, fiutato l’odore del vento che cambia, hanno ripreso a manovrare alambicchi e veleni per far fuori i loro colleghi-compliciavversari e aprire qualche varco ad una propria sopravvivenza. L’ultima miscela venefica è quella che riguarda quella presunta “Spectre” organizzata da Berlusconi per controllare Rai e Mediaset, una manovra evidentemente mirata a far saltare il dialogo fra Veltroni e il Cavaliere, o comunque a mettere una sbarra in mezzo ai raggi delle ruote del bipartitismo all’americana che il Pd neonato e il Ppl nascituro vogliono fortemente perseguire con la riforma elettorale del proporzionale con crauti o con il risultato prevedibile del referendum. Una manovra di “sciacalli” e “jene”, secondo Berlusconi. Niente di nuovo però sotto il sole d’Italia. Di veleni e alambicchi sono vissuti (e sono morti: dal delitto Montesi alla morte di Moro e di Craxi o da Mattei a Calvi), generazioni di partitocrati italiani. Spettacolo indegno per una nazione civile, ma è anche quanto hanno scelto per noi mandrie e macrie di sudditi-elettori con il voto per i loro padri-padroni. Ma non è questo che ci interessa. E’ comunque un fatto che le proposte antipartito - o “apartito” - miste a demagogia, o a qualunquismo, o a populismo, siano stati nei decenni, nel bene o nel male, gli unici squilli di tromba uditi in Italia. Con i Radicali per il divorzio, con i Verdi per bloccare le centrali nucleari, con la Lega per il localismo, con Forza Italia per il liberismo-populista, e ora con l’Antipartito di Grillo. Quello che conta però oggi, per tutti noi, è che la nuova accelerazione bipolare del Cavaliere impone una riflessione rapida e fredda.

In estrema sintesi:

1) nell’Italia prossima rapida ventura - quale che sia il cammino dei prossimi mesi, riforma elettorale, istituzionale, elezioni, referendum - verrà ancora più ristretto lo spazio politico rappresentativo, diciamo così, costituzionale. Una già sicura conventio ad exludendum renderà più problematico l’emergere di forze nuove e, anzi, determinerà la fine (per fusione da incorporazione) di gruppi e gruppetti partitocratici vecchi o nuovi di zecca.

2) occorre identificare, quindi, una nuova terra di battaglia. E lì cucire una “tela” antagonista: una sinistra nazionale che sia già, negli stessi suoi termini e per antonomasia, l’unico possibile motore contro i due partiti-schieramenti-veline esistenti in Italia). Una tela della sinistra nazionale contenitrice e diffusore di grandi idee forza costruttive: di rinascita della giustizia sociale e della sovranità nazionale, culturale ed economica della nostra Patria.

3) far partire subito la prima locomotiva con qualche vagone: calamiterà immediatamente mezzi e uomini liberi. La “tela” sarà così l’unico, vero, movimento di popolo. Perché la lotta di popolo è il motore della storia. Quella di ieri, quella di oggi e quella di domani.



Ugo Gaudenzi



da Rinascita del 23/11/2007

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