martedì 20 novembre 2007

Kosovo: i narco-atlantici di Pristina puntano all’indipendenza.

Dopo la vittoria del Partito democratico del Kosovo (Pdk), il suo leader - il ben noto terrorista e narcotrafficante albanese - Hashim Thaci fa la voce grossa, sostenendo ancora una volta l’indipendenza di Pristina da Belgrado.



Già poche ore dopo la chiusura delle urne l’ex capo dell’Uck aveva osservato che “con la nostra vittoria oggi comincia un nuovo secolo”. “Abbiamo dimostrato che il Kosovo è pronto ad andare avanti verso la libertà è l’indipendenza”, aveva aggiunto il leader del Pdk, dopo aver ottenuto il 35% dei voti ed esser così salito all’onore della cronaca come vincitore delle elezioni politiche. Idee e proclami indipendentisti sono stati confermati anche ieri, da Thaci, nel corso di un’intervista al quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung. “Non mi aspetto un compromesso tra Kosovo e Serbia, ma rispetteremo l’agenda della Troika fino al 10 dicembre”. Dopo il 10 dicembre, il Kosovo avrà una propria agenda, ha annunciato: “Prenderà una decisione sulla propria indipendenza e mi aspetto un appoggio internazionale”. Quanto alle soluzioni proposte dai mediatori della Troika (Ue, Russia, Usa), tra cui l’ipotesi di un modello Hong Kong, per Thaci “tutte queste idee sono prive di sostanza”. Il Kosovo peraltro, ha spiegato al giornale tedesco il terrorista albanese, non può aspettare l’approvazione generale per andare avanti: “Non possiamo aspettare fino a quando tutti i Paesi saranno pronti a riconoscerci”. Un atto intimidatorio messo in atto dagli occupanti forti del sostegno di Washington che è il primo fautore di questo gesto assurdo minacciato dagli albanesi. Thaci ha affermato poi di aver parlato con molti leader Ue: “Sono tutti dell’opinione che una decisione debba essere presa. E tutti sanno ciò che anche la Serbia sa: che l’indipendenza è l’unica soluzione”. Il narco-atlantico ha affermato quindi di aspettarsi che il Kosovo diventi presto un membro ufficiale delle organizzazioni internazionali quali il Fondo Monetario e la Banca Mondiale. “Ma quello che è importante per noi prima di tutto è essere indipendenti ed avere nel Paese una missione internazionale civile e la Nato”, ha osservato il leader albanese.

Da Mosca intanto è giunto il duro monito del Cremlino, diretto contro chiunque abbia intenzione di sostenere le scelte atlantiche degli albanesi. La Russia ha chiesto infatti ai politici europei di non sostenere le forze indipendentiste del Kosovo. “L’appoggio che alcuni politici della Ue offrono ai separatisti del Kosovo sta portando il processo negoziale in una via senza uscita”, ha dichiarato il Presidente della commissione Affari esteri della Duma, Konstanin Kossachov, parlando all’agenzia di stampa russa Interfax. L’esito del voto ha accresciuto il pericolo di una proclamazione unilaterale di indipendenza da parte della provincia ormai a maggioranza albanese, un passo che non deve essere sostenuto dalla comunità internazionale, ha sottolineato il rappresentante russo.

Da Bruxelles intanto i ministri degli Esteri europei hanno messo in dubbio - ieri durante una riunione - la legittimità di qualsiasi ultimatum dei kosovari albanesi, dichiarandosi preoccupati per le parole minacciose espresse dal vincitore del Pdk e cercando così di attenuare i pericoli espressi attraverso gli ostili proclami. Tuttavia, nonostante le dichiarazioni concilianti provenienti da Bruxelles, il mediatore Ue Wolfgang Ischinger, poco prima di incontrare i ministri degli Esteri dell’Unione, si è espresso a favore delle scelte atlantiche degli occupanti albanesi senza più rinvii di sorta. La Troika sul Kosovo - ha osservato Ischinger - ha “esplorato tutte le opzioni umanamente conosciute” per giungere ad un compromesso tra serbi e kosovari sullo status finale del Kosovo. “Abbiamo offerto - ha proseguito il mediatore - alla delegazione serba la possibilità, che pensavano di non aver concesso in modo completo prima d’ora, di avere dei colloqui diretti e profondi con i kosovari”. “Nessuno - ha aggiunto - potrà dire che i negoziati non siano stati significativi e intensi: abbiamo davvero scavato a fondo. Lo dico perché alcuni potrebbero essere tentati di dire: continuiamo i negoziati”. All’ultimo momento però le agenzie di stampa hanno battuto le dichiarazioni del capo della diplomazia di Berlino, Frank-Walter Steinmeier, che ha sottolineato come il mediatore europeo sul Kosovo proporrà a serbi e kosovari albanesi un accordo di cooperazione senza precisare però lo status della provincia indipendentista. Tutto questo però - a detta di Steinemeier - se la Russia accetterà di metterla sul tavolo. Responsabili serbi e kosovari incontreranno oggi i mediatori a Bruxelles per la penultima sessione di colloqui, per trovare un compromesso sul futuro status della provincia indipendentista serba, prima della conclusione prevista per il 10 dicembre. È questo forse l’ultimo tentativo messo in atto dalla Troika, prima del crollo finale. Il Cremlino come la Serbia ha fatto sapere che non ha intenzione di cedere ai diktat ma l’Europa nonostante i proclami per la pace è divisa, e una parte di essa è prona ai voleri di Washington.



Andrea Perrone



http://www.rinascitabalcanica.com/?read=2646

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