domenica 1 aprile 2007

INTERESSE ZERO.

Vi sarete accorti che gran parte della pubblicità batte sull’acquisto di generi commerciali vari in offerta: “a interesse zero”... Vi sarà capitato di sentirvi consigliare da un rivenditore questa formula di acquisto, anziché quella del pagamento in contanti... Vi sarà anche capitato - immagino - di chiedervi dov’è il trucco... Sono sicuro che la risposta ve la siete trovata da soli... Così, a me, non resta che metterla in chiaro...



Mettiamo che io sia un onesto lavoratore da 1.200 euro al mese e che almeno 400 (euro) se ne vadano per il canone di affitto della casa che abito o per il mutuo che ho acceso per il suo acquisto. Mettiamo, poi, che la mia vecchia, scassatissima automobile richieda un’improcrastinabile messa a riposo e che - sempre io - non abbia il contante necessario per la sua sostituzione... Toh? mi dico, scorrendo le pagine del mio quotidiano: con una mini rata di 200 euro x tot mesi, senza anticipo e senza maxi rata finale, mi posso permettere un’utilitaria nuova per, che so?: recarmi sul posto di lavoro; o per accompagnare Gigino a scuola; o per la gita domenicale fuori porta... per muovermi insomma... Ma sì - mi dico - siamo ancora dentro le spese: fumerò un po’ di meno, non comprerò il Corriere dello Sport tutti i giorni, rinuncerò ad una pizza e ad un cinema alla settimana: ce la posso fare - mi dico - e la compro.



Rifaccio i conti: 1200 euro, meno 400 (mutuo/affitto), meno 200 (auto) = 600 euro. 600 euro, più 50 di risparmio su generi di non prima necessità (sigarette, cinema, pizza), fanno 650 euro netti mensili per le spese correnti (vitto, canoni telefonia, elettricità, riscaldamento, etc... etc...). Sì: ce la faccio ancora...



Cazzo, mi si rompe anche la televisione... Oddio: era vecchia, non aveva neanche lo schermo piatto e nemmeno il televideo. Era un po’ che pensavo di comprarmi un 28 pollici Lcd o, addirittura, al plasma...



Guardo la pubblicità ed ecco, in occasione irrinunciabile di offerta, a “zero interesse”, l’ultimo modello della nota casa costruttrice di elettrodomestici (così continua ad essere catalogato quell’arnese che chiamiamo TV...). E, al costo di acquisto, diluito per dodici rate, manco un centesimo di euro di aggiunta... Acquisto...



Non sto a rifarvi tutti i conti ma, è chiaro che, a questo punto, il residuo delle mie riserve mensili per le spese correnti diventa oggetto di attenta osservazione anche sui minimi: comincio a passare dalla bistecca alla fettina, dall’olio extravergine a quello vergine, dal chianti al tavernello, dal pesce fresco a quello surgelato, etc...



Ciononostante, non ce la faccio ad arrivare alla fine del mese...



Miseraccia boia, dov’è il problema? Da quando ho fatto il primo acquisto ad “interesse zero”, la mia cassetta delle lettere ha cominciato a riempirsi di inviti a contrarre prestiti, concessioni di quinto dello stipendio, di finanziamenti a tassi super agevolati... Basta accogliere uno qualsiasi di questi generosissimi inviti e... oplà: il mio dissesto di contabilità corrente è sistemato... Ecco qua - mi dico - prendo un bel prestito di 10.000 euro, anche se questa volta, però, NON è a “interesse zero”, e i conti tornano addirittura in attivo...



Sì, ma per quanto?



In meno di un anno, le rate “a interesse zero”, la rata del "mutuo agevolato" e il disavanzo mensile fra stipendio e spese reali, mi mangiano il piccolo attivo che mi ero procurato con il vantaggiosissimo prestito finale: e sono di nuovo in rosso...



Finale?



Oddio, che ho detto? Quale finale? A questo punto non mi resta che il rinnovo della “fideizzazione” e, da questo momento in poi, a meno che io non faccia il vecchio “13” al totocalcio o i nuovi bingo ad una qualsiasi lotteria nazionale, non ne uscirò più: resterò debitore per il resto dei miei giorni...



“L’interesse zero”, insomma, è solo lo specchietto delle allodole: una volta attratti dal suo luccichio, una bella fucilata alla schiena dai vecchi rapinatori di sempre – banche ed affini – non ce la toglierà nessuno...



Ma la tecnica dei procuratori del debito, recentemente, ha pure ed ulteriormente affinato le sue armi... Meno di due mesi fa, ho deciso di disfarmi del mio vecchio letto, sul quale ormai dormivo veramente male per la presenza di fantasmi dai quali da molto tempo avevo deciso di liberarmi...



Non lo dico per vantare chissà quali possibilità economiche che non possiedo ma, insomma, scelta la marca, il modello e il negozio d’acquisto, avrei potuto tranquillamente pagare in contanti...



Sennonché, al momento della contrattazione mi sono sentito offrire la favolosa formula dell’ “interesse zero”... Siccome, sono abbastanza accorto sul meccanismo che vi ho appena illustrato, mi sono detto: “Vabbeh... che rischio? non diventerò mai (più) un tossicodipendente del debito a spirale infinita...”: e accolgo l’offerta...



Pochi giorni dopo aver sottoscritto il contratto di acquisto, insieme alle congratulazioni della nota ditta finanziaria per aver raccolto la loro “vantaggiosissima offerta”, mi sono visto recapitare una brillantissima carta di credito con un deposito a mio favore di 1500 euro... Spese? 12 euro al primo utilizzo e altri 12 euro all’anno per la loro generosissima disponibilità a farmi un credito addirittura preventivo... Più, è ovvio, gli interessi su ciascun pagamento eseguito a credito (a debito...).



Come a volermi dire: “Ci sei cascato di nuovo: o prima o poi avrai ancora bisogno di noi... E noi, eccoci qua, a sollevarti persino dalla possibilità di doverti industriare per reperire una nuova fonte di credito: ti alleghiamo le nuove catene debitrici, confidando sulla tua solvibilità... E benvenuto (di nuovo) nel club dei nostri fans...”.



Fans? Avete detto “fan”? Sì? Ma andatevene a fan... per altri luoghi: qui, abbiamo già dato...



Dal blog di: www.mirorenzaglia.com

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