“Se gli uomini desiderano ritrovare un giorno il mondo degli iperborei e divenire simili agli Dei, è verso Nord che devono spiegare le loro vele e agitare i loro remi. Laddove il Settentrione e l’Occidente si incontrano, il Sole non tramonta.(…) Noi ritroveremo, nella certezza e nella fedeltà, le azioni dei nostri antenati. Annunceremo a tutti la buona novella del ritorno del Sole. Accenderemo il fuoco nei nostri camini e prepareremo i fuochi sulle colline. Dal momento che il destino dei nostri popoli diventa una caricatura nella società mercantile e nella fede egualitaria, noi rifiuteremo la religione del piagnucolio e del rifiuto, per ritrovare la coscienza della nostra avventura e della nostra unità.” Jean Mabire
Intorno alla data del 21 giugno il sole arriva all’apice della sua durata ed è tradizione ancestrale celebrare il Solstizio d’estate. Anche quest’anno abbiamo deciso di lasciare le città per recarci in alto, più vicino alla natura incontaminata dalla modernità. L’appuntamento è fissato di prima mattina. Dopo aver comprato il necessario per la salita in montagna e per la notte, partiamo alla volta dei Monti Sibillini. Gli zaini sono pieni e la fatica che ci porterà nel posto prescelto per salutare il Sole nel giorno del suo trionfo, non è nulla in confronto alle sensazioni interiori che solo questi luoghi ti sanno trasmettere.
I Monti Sibillini, oltre a sembrare magici per il panorama, sono posti ricchi di antiche leggende. Secondo la più viva credenza, lungo le pareti di questi monti, si troverebbe la grotta che fu della Sibilla, un luogo incantato in cui una fata riceveva le visite dei più coraggiosi che volevano conoscere il proprio futuro. Un’altra storia narra che la Sibilla si trasformasse, ogni fine settimana, in un serpente, simbolo di fertilità e guarigione. Altre tradizioni popolari si focalizzavano sul pensiero che le Sibille potevano essere state, in realtà, più di una. Altri ancora, inquadravano la storia intorno alla Sibilla Cumana, la quale, ridotta alla povertà dopo errate scelte nel commercio, si era rifugiata all'interno della grotta e lì era restata. Tuttavia, con l’avvento del cristianesimo, l’origine pagana della Sibilla – che veniva paragonata alla Vergine Maria e quindi denigrata - ne provocò un’interpretazione demoniaca.
Il silenzio che ci accompagna mentre saliamo è interrotto solamente dalla tranquillità della natura. Il frastuono della civiltà odierna, viene lasciato alle spalle mentre ci accingiamo ad arrivare a destinazione. Ognuno ha il suo compito e, dopo non molto, tutto è pronto per salutare il Sole nel giorno della sua vittoria sulle tenebre della notte.
Nel Solstizio d’inverno avevamo piantato nella nostra mente e nel nostro cuore il seme, lasciando da parte i rancori e le paure, le ansie e le delusioni di una vita che ci vede purtroppo spettatori di una società sempre più grigia e senza slanci. Mentre il fuoco arde, alto e imperioso, nel buio della notte, siamo pronti a raccogliere il seme e a tirare le somme dei buoni propositi. Dopo qualche minuto di silenzio e meditazione, la nottata scorre tra letture e racconti, risate e riflessioni in un clima di sincero cameratismo. Il Solstizio è una festa che affonda le proprie radici nella tradizione indoeuropea e unisce tutte le anime di ieri e di oggi che sono legate spiritualmente da un unico filo conduttore: l’amore per la propria terra e la fede profonda nei valori cardini delle nostre nobili e antiche civiltà europee. Esse si sono da sempre fondate non su valori orizzontali come quelli che questa malata e annichilita società moderna impone, ma verticali e solari che per forza di cose richiedono un ordine assiale e gerarchico, necessario per instaurare un’armonia tra terra e cielo e tra uomo e natura.
Il giorno seguente, dopo aver sistemato il tutto, siamo pronti per tornare a valle. La stanchezza fisica accumulata è tanta ma i nostri corpi sembrano non avvertirla. Scendiamo verso la pianura con un passo insolitamente leggero rinnovati nel cuore e nella mente. Abituati a riti e feste esistenti ormai per sola consuetudine del mondo moderno, l’andare in alto, né per semplice sport né per record, e festeggiare le tradizioni del Solstizio e di tutti i cicli annuali, sono una importante testimonianza per un appropriato cambiamento interiore ed esteriore.
Nel cammino che ci riporterà ai frastuoni civilizzati, non possono mancare i pensieri all’esperienza appena trascorsa e all’organizzazione della prossima escursione in vette sempre più alte.
Associazione Culturale Zenit Roma – http://associazioneculturalezenit.wordpress.com
Associazione Culturale Tyr Perugia – http://www.controventopg.splinder.com
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