domenica 12 giugno 2011

In morte di un collega.


"Un suicidio che non è un suicidio, l'omicidio di una prostituta, un tecnico informatico in guerra con il mondo, una cura contro l'Aids che fa bene solo alle finanze di una multinazionale, un incidente in auto che non è un incidente. Fra romanzo d'autore e medical thiller, periferie post-moderne e librerie della vecchia Firenze, la storia di un uomo e di una donna in lotta contro l'ingiustizia e il destino. Ambientato tra Firenze, Prato, Sesto Fiorentino e Bologna. Fabrizio Rinaldini, fiorentino, è nato 55 anni or sono. Dopo una lunga disavventura giudiziaria che gli ha permesso di assaporare l'equanimità dell'italica legge, un matrimonio durato poco e finito male, qualche anno trascorso in Africa e in America del sud per lavoro, molte amicizie sbagliate e poche "fratellanze" vere e proprie, più di un legame sentimentale finito peggio del matrimonio, ha deciso che la cosa più divertente di tutte era scrivere. Così scrive, frequenta archivi e biblioteche per ricerche improbabili, e lavora come sistemista informatico per una multinazionale francese. Vive ancora nel contado fiorentino e non cambierebbe Badia a Settimo neppure con un attico a Manhattan con vista sull'Hudson, mantiene vivi i legami con la propria comunità ideale, ama i gatti, la birra Weisse, i Pink Floyd, Shakespeare, l'irraggiungibile Céline e Non, je ne regrette rien di Edith Piaf." Oltre a queste poche note trovate sul sito della libreria fiorentina che ospiterà la presentazione del libro posso personalmente testimoniare due cose: le ricerche di Fabrizio nelle biblioteche non sono affatto improbabili ma serie, precise e, per i miei gusti, molto interessanti. Il libro, che ho avuto la fortuna di leggere in anteprima grazie alla cortesia dell'autore, è assolutamente imperdibile. Una storia avvincente che ti cattura dalla prima all'ultima pagina, una comunità di riferimento e un mondo di valori che ci è familiare: "Ogni tanto Gloria gli chiedeva 'Chi è quello?' o 'E quello?', indicando un poster o una foto. E lui le rispondeva, cercando di riassumerle in poche frasi le vite, tragiche e meravigliose, di Codreanu, di Szalasi, di Josè Antonio Primo de Rivera, di Evita Peron, di Drieu, di Pavolini, di Darnand e di tanti altri. Si dilungò solo su Céline di cui lei aveva letto il Voyage, la foto lo ritraeva ormai vecchio, pochi mesi prima della morte, seduto col gatto Bebért sulle ginocchia. Le raccontò del suo lavoro come medico dei poveri nella banlieu parigina, gli ultimi anni, delle sue donne, della fuga da Parigi, della condanna. 'Sai tutto di lui' gli disse con ammirazione. 'Molte cose... il maledetto Louis-Ferdinand è stato uno dei più grandi del Novecento'". Se questo fosse un paese normale Fabrizio sarebbe uno scrittore famoso e In morte di un collega un clamoroso successo editoriale.  Ne consiglio a tutti acquisto ed attenta lettura. Per una volta, in mezzo a tanta spazzatura editoriale, denaro ben speso. Harm Wulf 

 





Fabrizio Rinaldini In morte di un collega Sassoscritto editore, 2011 

collana Topazio, Firenze, 2011, 304 pagine, 13,50 euro. Richiedere a: 



Sassoscritto S.r.l.Via Masaccio n. 176 - 50132 - Firenze tel. 055 5535179 cell. 3343204757


http://www.sassoscrittoeditore.it/

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