martedì 27 luglio 2010

Afghanistan. La guerra sporca degli Usa.


Le prove dell’andamento fallimentare della guerra che gli Stati Uniti stanno portando avanti insieme con gli alleati in Afghanistan, sono contenute tutte negli oltre 90mila file riservati della Cia che il portale Wikileaks.org ha pubblicato ieri in collaborazione con il quotidiano londinese The Guardian, il tedesco Der Spigel e l’americano New York Times.
Una quantità impressionante di materiale segreto è finito sotto gli occhi di tutti per quella che per Washington è “la più grande fuga di notizie della storia”.
I dati pubblicati raccontano quanto è stato nascosto al mondo tra il 2004 e il 2009 e quindi durante tutto il secondo mandato di George W. Bush e il primo anno dell’amministrazione Obama.
Si tratta di rapporti molto spesso destinati ad uso interno che parlano di stragi di civili fatte per errore e mai rivelate e di squadre della morte incaricate di “catturare e uccidere” ogni talibano anche in possesso di prove scarse e senza alcun processo.
Tra le notizie di rilievo anche l’allargamento da parte della Cia “delle operazioni paramilitari nel Paese” e il finanziamento diretto dal 2001 al 2008 dell’intelligence afghana “trattandola come una sua affiliata virtuale”.
Gonfiati invece i dati sull’impiego degli attacchi con aerei senza pilota portati direttamente da una base in Nevada, facendoli apparire di gran lunga più positivi di quelli reali, nascondendo i numerosi incidenti dei cosiddetti “Reaper” e occultando al tempo stesso un notevole spreco di denaro impiegato per un’innovazione fallimentare spacciata invece come un grande risultato tecnologico. “Alcuni si sono schiantati al suolo o si sono scontrati in volo, costringendo le truppe americane a intraprendere rischiosissime operazioni di recupero prima che i talibani riuscissero a impadronirsi dell’armamento”, spiega Wikileaks.
In uno dei file, inoltre, viene messo bene in evidenza come le milizie islamiche stiano usando contro i velivoli delle truppe Nato gli stessi missili a ricerca di calore che la Cia fornì loro negli anni ottanta per combattere i russi. Una cosa che ha quasi del tragicomico. Secondo il fondatore del portale specializzato nella pubblicazione di materiale riservato, inoltre, nei documenti sarebbero contenute anche prove di crimini di guerra compiuti dai militari americani.
Tutte rivelazioni che hanno fatto scattare l’immediata e indignata reazione della Casa Bianca.
“Gli Usa condannano con forza la pubblicazione di informazioni classificate da parte di individui e organizzazioni che possono mettere a rischio le vite di americani e dei loro partner, e rappresentare una minaccia per la nostra sicurezza nazionale”, ha dichiarato il consigliere per la sicurezza nazionale statunitense, James Jones spiegando poi che la diffusione di queste notizie potrebbe alimentare l’astio antiamericano nella regione. Giusto, perché prendersela a male se un’invasore ti tiene nascosta la strage di tuoi connazionali innocenti? O infuriarsi se lo stesso invasore poi giustizia un tuo familiare, o anche un semplice conoscente, senza alcuna prova?
Ad ogni modo la notizia che potrebbe davvero complicare ulteriormente la vita alle truppe Usa, e di conseguenza di tutte le altre truppe presenti in Afghanistan, è un’altra e riguarda una serie di rapporti segreti nei quali gli ufficiali statunitensi sostengono che esistano legami fra i servizi segreti pachistani e i talibani. Secondo quanto si legge nei documenti, infatti, i vertici militari di Washington sostengono che “l’intelligence pachistana di Islamabad lavorava al fianco di al Qaeda per progettare attacchi contro le forze internazionali e i leder afghani” facendo il doppio gioco. Un’affermazione potrebbe anche far cessare la collaborazione fra Usa e Pakistan, il quale fino ad ora è stato uno dei maggiori alleati degli Stati Uniti concedendo alle truppe a stelle e strisce di operare nel proprio territorio anche senza alcun permesso. Un sostegno senza il quale Obama dovrebbe rivedere la sua pur infruttuosa strategia. Per questo la Casa Bianca si è affrettata a sminuire quanto rivelato e a confermare la propria fiducia nel ruolo che Islamabad sta giocando in questa guerra. E tutto nonostante sia quasi certo che tali sospetti siano veri. Per usare una metafora, ora gli Usa si trovano con le “braghe calate” di fronte a nemici e alleati, che ora vogliono sia fatta luce su ogni particolare. Dulcis in fundo, a fare da contorno a questa tragedia americana è arrivata ieri una nuova strage di civili compiuta dalle truppe Nato, 52 morti per l’esattezza. Per i quali, secondo la Casa Bianca, la popolazione afghana non si dovrebbe infuriare.

Di Matteo Bernabei, www.rinascita.eu


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